L’arte, nella storia, è stata seconda solo alla vita nel testimoniare il Signore. Infatti è stata, ed è, una via maestra che permette di accedere alla fede più di tante parole e idee, perché con la fede condivide il medesimo sentiero, quello della bellezza”. Lo ha detto il Papa, stamane, nel corso dell’udienza concessa ai “Patrons of the Arts” dei Musei Vaticani in occasione del 35° anniversario dell’Associazione.

È una bellezza, quella dell’arte, che fa bene alla vita e crea comunione: perché  - ha spiegato Francesco - unisce Dio, l’uomo e il creato in un’unica sinfonia; perché congiunge il passato, il presente e l’avvenire; perché attira nello stesso luogo e coinvolge nel medesimo sguardo genti diverse e popoli distanti”.

L’anniversario dei “Patrons of the Arts” vuol dire - ha proseguito il Pontefice - “fare memoria grata di tutto questo, ma significa anche rinnovare la consapevolezza di una importante missione, quella di custodire una bellezza tanto benefica per l’uomo. Contemplare la grande arte, espressione della fede, ci aiuta in  particolare a ritrovare ciò che conta nella vita. L’arte cristiana, infatti, conduce dentro sé stessi ed eleva sopra sé stessi: ci riporta all’Amore che ci ha creati, alla Misericordia che ci salva, alla Speranza che ci attende”.

Nel mondo di oggi - ha concluso il Papa - “lacerato e abbruttito da egoismi e logiche di potere, l’arte rappresenta, forse ancora più che in passato, un bisogno universale, in quanto è sorgente di armonia e di pace”.