“Desidero far giungere il mio saluto a tutti i cristiani del Pakistan, specialmente a quelli che vivono nelle situazioni più difficili”. Così il Papa, stamane, incontrando in udienza i Membri dell’Associazione “Missione Shahbaz Bhatti”, il ministro pakistano per le minoranze ucciso dai fondamentalisti islamici nel 2011. 

“Uno dei frutti delle sofferenze dei cristiani - ha osservato Francesco - è il moltiplicarsi di gruppi e associazioni che gettano ponti di fraternità attraverso il mondo, superando differenze di lingua, di cultura e a volte anche di religione. Ponti di fraternità prima di tutto tra le stesse Chiese e comunità ecclesiali, che lo Spirito anima sempre più a camminare insieme nel servizio alla pace e alla giustizia. Ponti di fraternità e di dialogo pure con altri credenti, per favorire rapporti di rispetto e di fiducia reciproca”.

“Vi incoraggio ad andare avanti - ha proseguito Papa Francesco - per assicurare assistenza alle vittime di false accuse e, al tempo stesso, realizzare segni concreti di lotta alla povertà e alle moderne schiavitù. Auspico che, sostenuti dalla preghiera e dalla solidarietà fattiva di tanti, possiate estendere la vostra azione in tutte le zone del Pakistan dove i cristiani e le altre minoranze sono più presenti e, purtroppo, anche discriminati e fatti oggetto di soprusi e violenze. Possa il vostro segno distintivo essere sempre quello che brilla nella testimonianza di Shahbaz Bhatti e di tanti altri martiri del nostro tempo, vale a dire la fede umile e coraggiosa nel Signore Gesù e la capacità di mettere amore dove c’è odio”.