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Papa Francesco: "San Paolo è il testimone sofferente del Risorto"

Nell'Udienza Generale odierna il Papa racconta l'episodio di San Paolo davanti al re Agrippa

Papa Francesco, udienza generale |  | Daniel Ibanez / ACI Group Papa Francesco, udienza generale | | Daniel Ibanez / ACI Group
Continuano le meditazioni di Papa Francesco sul racconto e il viaggio degli Atti degli Apostoli. E' il momento in cui Paolo è prigioniero davanti al Re Agrippa. In Aula Paolo VI il Papa commenta: "La testimonianza di San Paolo è sempre più segnata dal sigillo della sofferenza. Questa è una cosa che cresce nel tempo nella vita di Paolo. Paolo non è solo l’evangelizzatore pieno di ardore, il missionario intrepido tra i pagani che dà vita a nuove comunità cristiane, ma è anche il testimone sofferente del Risorto".
 Come fu per Gesù, anche per Paolo "Gerusalemme è la città ostile".  Il Papa racconta: "Paolo, accusato di insegnare contro la Legge e il tempio, viene arrestato e inizia la sua peregrinazione di carcerato, prima davanti al sinedrio, poi davanti al procuratore romano a Cesarea, e infine davanti al re Agrippa.
"Alla Cattedra di San Pietro lì questa mattina ho avuto una prima udienza con i pellegrini ucraini, come sono stati perseguitati questa gente, qaunto hanno sofferto per il Vangelo ma non hanno negoziato la fede. Nel mondo e in Europa tanti cristiani sono perseguitati e danno la vita per la proprio fede. Il martirio è l'aria di una vita di un cristiano, sempre ci saranno i martiri di Gesù", dice a braccio il Papa.
Paolo è chiamato a difendersi dalle accuse, e alla fine, alla presenza del re Agrippa II, la sua apologia si muta in efficace testimonianza di fede.
Ma è il racconto della conversione di Paolo a toccare il cuore di Agrippa, "ancora un poco e mi convinci a farmi cristiano". Paolo viene dichiarato innocente, ma non può essere rilasciato perché si è appellato a Cesare. Continua così il viaggio inarrestabile della Parola di Dio verso Roma.

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"A partire da questo momento - confida il Pontefice -  il ritratto di Paolo è quello del prigioniero le cui catene sono il segno della sua fedeltà al Vangelo e della testimonianza resa al Risorto".
 "Chiediamo oggi al Signore, per intercessione dell’Apostolo, di ravvivare la nostra fede e di aiutarci ad essere fedeli fino in fondo alla nostra vocazione di discepoli missionari", conclude il Papa.