“È molto difficile vedere un rinnovamento spirituale usando schemi molto antiquati. Bisogna rinnovare il nostro modo di vedere la realtà. Nella Chiesa europea vedo più rinnovamento nelle cose spontanee che stanno nascendo. Perché il Concilio che alcuni pastori ricordano meglio è quello di Trento. Il restaurazionismo è arrivato a imbavagliare il Concilio. Il numero di gruppi di restauratori  è impressionante. Il problema è proprio questo: che in alcuni contesti il Concilio non è stato ancora accettato. È anche vero che ci vuole un secolo perché un Concilio si radichi”. Lo ha detto il Papa, il 19 maggio scorso, nell’incontro con i direttori delle riviste europee dei Gesuiti, il cui testo è stato pubblicato dalle stesse oggi.

Francesco ha anche parlato della guerra in Ucraina. “Qui non ci sono buoni e cattivi metafisici. Sta emergendo qualcosa di globale, con elementi che sono molto intrecciati tra di loro. Un paio di mesi prima dell’inizio della guerra – ha ricordato il Pontefice - ho incontrato un capo di Stato, davvero molto saggio. E mi ha detto che era molto preoccupato per come si stava muovendo la NATO”. “Mentre vediamo la ferocia, la crudeltà delle truppe russe – ha aggiunto - non dobbiamo dimenticare i problemi per provare a risolverli. È pure vero che i russi pensavano che tutto sarebbe finito in una settimana. Ma hanno sbagliato i calcoli. Hanno trovato un popolo coraggioso, un popolo che sta lottando per sopravvivere e che ha una storia di lotta. Quella che è sotto i nostri occhi è una situazione di guerra mondiale, di interessi globali, di vendita di armi e di appropriazione geopolitica, che sta martirizzando un popolo eroico”.