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Una nuova primavera ecumenica a partire dal Belarus?

Arcivescovo Tadeusz Kondrusiewicz | L'arcivescovo Tadeusz Kondrusiewic di Minsk apre i lavori della plenaria del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, Minsk 27 settembre 2017 | © Shchyhlinskaya Aliaksandra/ccee.eu Arcivescovo Tadeusz Kondrusiewicz | L'arcivescovo Tadeusz Kondrusiewic di Minsk apre i lavori della plenaria del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, Minsk 27 settembre 2017 | © Shchyhlinskaya Aliaksandra/ccee.eu

Una primavera ecumenica a partire dal Belarus? Ci crede l’arcivescovo Mateusz Kondrusiewicz di Minsk, che ha ospitato nella capitale bielorussa la plenaria del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee dal 28 settembre all’1 ottobre. Perché lì, a Minsk, il rapporto con la Chiesa ortodossa, legata a Mosca, è ottimo. Ed è importante, in un Paese che comunque guarda con insistenza verso l’Europa.

Perché tenere una plenaria del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee a Minsk?

Perché la Chiesa in Bielorussia, come in altri Paesi dell’ex Unione Sovietica, è stata perseguitata per 70 anni. Ci sono regioni che da decenni non hanno avuto nessun sacerdote. Ma grazie a Dio, vediamo realizzarsi la promessa di Fatima da 25 anni. E per questo per noi è importante avere vescovi di tutta Europa. Perché siamo nel centro dell’Europa, anche se con una grande influenza dell’Est. Questo incontro presenta il nostro Paese come un Paese aperto a varie confessioni, mostra la nostra buona relazione con la Chiesa ortodossa, tanto che il metropolita Pawel ha partecipato all’incontro inaugurale della nostra plenaria.

Lei è stato il primo vescovo cattolico a Mosca, e in Russia i rapporti tra cattolici e ortodossi sono stati caratterizzati anche da varie accuse di proselitismo da parte ortodossa verso i cattolici. In Bielorussia, che pure è sotto il patriarcato di Mosca, questo non sembra accadere. Perché?

Dobbiamo guardare a questa situazione del punto di vista storico. La storia della Chiesa cattolica in Bielorussia inizia dalla fine dell’XI secolo, e c’erano chiese di rito latino e di rito bizantino. Non c’era una Chiesa considerata intrusa, e si può vedere nelle nostre città e nei nostri villaggi che ci sono nella stessa piazza chiese cattoliche, ortodosse e persino moschee sulla stessa piazza. All’entrata delle città si vedono due croci, spesso il sacerdote cattolico e il sacerdote ortodosso benedicono insieme le statue delle Madonne. Circa il 50 per cento delle nostre famiglie sono famiglie miste, e io personalmente vedo le stesse persone sia alle celebrazioni cattoliche che alle celebrazioni.

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Dopo l’incontro di Papa Francesco con Kirill all’Havana, stiamo vivendo una nuova primavera ecumenica?

Conosco molto bene il Patriarca Kirill, e lui conosce molto bene il nostro lavoro, le conferenze che facciamo congiuntamente, ed è ammirato da queste cose.

Quale è il prossimo passo per la Chiesa in Bielorussia?

Finiremo l’anno che abbiamo dedicato a Fatima, con la peregrinazione della Statua in tutte le parrocchie. Dopo avremo una conferenza dedicata alla Bibbia di Francesco Skawyna, di cui ricorre il 500esimo, e questa conferenza sarà ecumenica, con partecipazione di ortodossi e protestanti.