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Verso il primo martire di Estonia. Parla il vescovo Jourdan

Delegazione dell'Estonia da Papa Francesco | Il vescovo Jourdan e la delegazione estone con Papa Francesco al termine dell'udienza generale del 20 marzo 2019 | Katoliku Kirik Eestis - pagina Facebook Delegazione dell'Estonia da Papa Francesco | Il vescovo Jourdan e la delegazione estone con Papa Francesco al termine dell'udienza generale del 20 marzo 2019 | Katoliku Kirik Eestis - pagina Facebook

Sei mesi dopo la visita di Papa Francesco a Tallinn, il vescovo Philippe Jourdan, amministratore apostolico di Estonia, ha guidato un piccolo gruppo in Vaticano. Una missione cominciata il 18 marzo, che ha visto anche l’inizio della fase romana di beatificazione di Eduard Profittlich, il vescovo di origine tedesca, predecessore del vescovo Jourdan, che morì martire deportato dai sovietici e che potrebbe essere presto nominato il primo santo proveniente dall’Estonia. Il vescovo Jourdan ha parlato di questo, e del senso generale della visita, con ACI Stampa.

Che scopo aveva la sua visita?

Il nostro scopo era di portare il nostro ringraziamento al Santo Padre per la sua visita e a salutarlo con una ventina di persone tra quelle che hanno collaborato più da vcino all’organizzazione della visita del Papa nel nostro Paese a settembre 2018.

Avete incontrato Papa Francesco al termine dell’udienza generale. Che cosa vi siete detti?

Il Santo Padre mi ha detto immediatamente che era rimasto molto contento della sua visita nel nostro Paese. Era anche al corrente delle notizie che venivano dal paese e delle recenti elezioni. Io gli ho chiesto di pregare per l’Estonia e per la situazione politica un po’ delicata che abbiamo nel nostro Paese. E lui, con un sorriso, mi ha risposto: “Andiamo avanti!”. Poi s è soffermato con ogni membro del gruppo, e in particolare con un pastore luterano che lo ha ricevuto nella sua chiesa per l’incontro del Papa con i giovani, a Tallinn. Gli abbiamo anche dato un regalo da parte dei membri del Consiglio Ecumenico delle Chiese dell’Estonia, mentre i fedeli ortodossi gli hanno donato una icona. Papa Francesco ha anche dato una specialissima benedizione al membro più giovane del nostro gruppo, un bambino che nascerà a giugno.

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Durante la visita in Estonia, Papa Francesco ha anche sostato davanti la targa che ricorda il vescovo Profittlich, d cui è in corso la causa di beatificazione. A che punto è il processo?

Posso dire con gioia che questa causa va avanti. A gennaio si conclusa la fase diocesana, e il 18 marzo, durante la nostra visita, è cominciata ufficialmente la fase romana. Difficile dire quanto tempo prenderà, ma stiamo lavorando perché la beatificazione possa avvenire nel 2022, per gli 80 anni dalla morte del vescovo Profittlich.

Quale è il significato che ha la figura del vescovo Profittlich per la comunità estone?

Il vescovo Profittlich sarebbe il primo beato o santo della Chiesa Cattolica di Estonia, dopo 800 anni di evangelizzazione. E solo questo fa capire quanto è importante questo processo di beatificazione. Poi, il vescovo Profittlich ha unito volontariamente il suo destino con il destino tragico del popolo estone negli Anni Quaranta, quando il 20 per cento della popolazione è stata deportata dalla Siberia, molti sono morti. Il vescovo Profittlich è deceduto nel carcere di Kirov, condannato a morte. Così, il processo di beatificazione non riconosce soltanto la santità del vescovo Profittlich, ma anche la tragica storia dei Paesi baltici nel XX secolo. Non si tratta di accusare nessuno, perché il popolo russo ha sofferto nello stesso periodo come e più del popolo estone. Si tratta però di riconoscere l’inumanità di una ideologia e di un sistema che non dovrebbero esistere mai più.

Quale è stato l’impatto della visita di Papa Francesco in Estonia?

Questa visita ha dato alla nostra piccola comunità molta speranza e ottimismo. In modo più generale, sembra sia cambiata la percezione della Chiesa cattolica nella popolazione. Prima, per un estone, la Chiesa cattolica era abbastanza lontana, nello spazio e nel tempo. Dopo questa visita, la Chiesa Cattolica viene vista come qualcosa di più vicino e relazionato al nostro Paese.

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