Oggi in Italia piangiamo i nostri connazionali uccisi in Bangladesh da terroristi islamici. Guardando al futuro, dobbiamo vivere intimoriti da un nemico sfuggente e globalizzato, il cui obiettivo è rendere ogni pubblico ritrovo un potenziale bersaglio? Noi e i nostri familiari non possiamo far nulla, tranne confidare nella doverosa reazione dei responsabili politici?
Nuovi record per Aiuto alla Chiesa che Soffre. Nel 2015 la Fondazione pontificia ha raccolto 124,1 milioni di euro, superando del 15% la raccolta dell’anno precedente. È stato quindi possibile finanziare 6.209 progetti in 146 paesi, 600 interventi in più rispetto al 2014.
Ieri mattina, durante l’Angelus, Papa Francesco ha ricordato che in occasione della Giornata internazionale del Bambino del prossimo 1° giugno, in diverse città siriane, i bambini cristiani di tutte le confessioni si riuniranno per pregare insieme e insieme invocare il dono della pace.
"Ora più che mai il sostegno di Aiuto alla Chiesa che Soffre è essenziale per questo paese". Così il responsabile internazionale di ACS per l’America Latina, Marco Mencaglia, al ritorno da un viaggio in Ecuador effettuato per constatare gli ingenti danni provocati dal terremoto del 16 aprile scorso e organizzare ulteriori aiuti.
"Se Gesù ha fatto il falegname, puoi farlo anche tu". Con queste parole il vescovo melchita di Aleppo, monsignor Jean-Clémengt Jeanbart, convince i suoi giovani fedeli a partecipare al progetto "Build to stay", costruire per rimanere, un programma di formazione professionale offerto dalla Chiesa in Siria. L’iniziativa – cui Aiuto alla Chiesa che Soffre ha recentemente contribuito con una donazione di 263mila euro - mira ad aiutare il maggior numero di cristiani a rimanere, permettendo loro di ricostruire le proprie case e al tempo stesso di imparare un mestiere.
"Ringrazio Aiuto alla Chiesa che Soffre per il suo coraggio e la sua determinazione nel sostenere i cristiani perseguitati. Questo evento, unico e originale, che onora il sangue dei martiri che grida verso il cielo, ci stimoli tutti a non lasciarci arrendere e a credere alla pace, a costruirla giorno per giorno". Sono parole Monsignor Antoine Audo, vescovo caldeo di Aleppo, pronunciate alle 20.45 circa di ieri sera, pochi minuti dopo che Fontana di Trevi, illuminata da fasci di luce rossa, ha portato all’attenzione il dramma della persecuzione, di cui sono vittima almeno 200milioni di cristiani.
"Imporporare la Fontana di Trevi sarà l’occasione per offrire a tutti un segno della presenza, ancor oggi, del martirio, e per innalzare al Signore una preghiera a favore dei cristiani perseguitati e di tutti coloro che sono oppressi, nell’auspicio che un’accresciuta sensibilità su questo tema porti, in tanti, frutti di impegno e attivo coinvolgimento". Così il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, nel messaggio che ha inviato ad Aiuto alla Chiesa che Soffre in occasione dell’evento organizzato a Fontana di Trevi il prossimo 29 aprile alle ore 20. ACS illuminerà la fontana con fasci di luce rossa a ricordo del sangue versato dai martiri cristiani.
"Le leggi anticonversione sono divenute uno strumento con cui i gruppi estremisti perseguitano le minoranze, specialmente i cristiani". Così monsignor Leo Cornelio, vescovo di Bhopal, commenta ad Aiuto alla Chiesa che Soffre l’attuale situazione in Madhya Pradesh, lo Stato in cui si trova la sua diocesi, dove lo scorso gennaio sono stati arrestati tredici cristiani con l’accusa di aver convertito forzatamente dei fedeli indù al Cristianesimo.
Sei progetti per sei settimane di Quaresima, tutti dedicati a sostenere i 250mila cristiani iracheni. È la campagna lanciata da Aiuto alla Chiesa che Soffre nei 40 giorni di preparazione alla Pasqua.
Aiuto alla Chiesa che Soffre parteciperà al Family Dau del 39 gennaio. Sarà montato uno stand al Circo Massimo di Roma per sensibilizzare al tema della libertà religiosa.
"Il cibo è divenuta l’arma maggiormente letale del conflitto siriano". Così afferma padre Andrzej Halemba, responsabile internazionale di Aiuto alla Chiesa che Soffre per il Medio Oriente
"Queste chiese rappresentano il simbolo dell’immane sofferenza causata dalla guerra". Così monsignor Jesùs Tirso Blanco, vescovo di Lwena in Angola, racconta ad Aiuto alla Chiesa che Soffre l’importanza della ricostruzione delle chiese della sua diocesi. "Per i fedeli è stata un’immensa gioia poter assistere all’apertura della porta santa in chiese ridotte in macerie dalla guerra. Siamo grati ad ACS perché il suo aiuto è stato davvero fondamentale".
Questo attacco deve rappresentare un campanello d’allarme per tutti gli indonesiani e soprattutto per i musulmani. Devono prendere coscienza del pericolo del terrorismo». Così dichiara ad Aiuto alla Chiesa che Soffre padre Franz Magnis-Suseno, gesuita e docente di Filosofia all’università di Giacarta, in merito alla serie di esplosioni verificatesi questa mattina nella capitale indonesiana. «È troppo presto per identificare gli autori, ma certo è plausibile che possa essere stata opera di Isis».
Dopo il rapimento in Siria, interviene padre Jacques Mourad. “La mia liberazione è stata un vero miracolo”, scrive il sacerdote in una lettera inviata al responsabile di Aiuto alla Chiesa che Soffre per il Medio Oriente, padre Andrzej Halemba . Ma, spiega, “la situazione si aggrava di giorno in giorno, al punto che mi è molto difficile intravedere soluzioni possibili”.
“Con le intenzioni di messe Acs sostiene un sacerdote ogni nove nel mondo”. Lo annuncia Aiuto alla Chiesa che Soffre, la fondazione di diritto pontificio che in questi giorni apre la nuova campagna “di raccolta di intenzioni di Sante Messe, invitando i propri benefattori a far celebrare delle messe in suffragio dei propri cari, permettendo al tempo stesso ai sacerdoti della Chiesa perseguitata di portar avanti il loro apostolato”.
Anche la comunità di Kom Boha avrà una chiesa per le sue 250 famiglie cattoliche. Ad annunciarlo Aiuto alla Chiesa che soffre: “i fedeli di Kom Boha potranno avere una Chiesa, che sarà intitolata a San Giorgio. Così quel terreno che con fatica la comunità aveva acquistato ben 22 anni fa, non resterà più vuoto. La comunità ha già iniziato i lavori, gettando le fondamenta della struttura, che sarà di 450 metri quadri. ACS li sosterrà, donando loro quanto necessario a terminare la costruzione”.
Nuovo progetto di Aiuto alla Chiesa che Soffre in Iraq. Alla fine di giugno la fondazione pontificia ha donato pacchi viveri a 13mila famiglie cristiane rifugiate nel Kurdistan iracheno, per un totale di 690mila euro. Dall’inizio dell’avanzata di Isis nel giugno 2014, ACS ha sostenuto la Chiesa irachena con oltre 7milioni e 300mila euro. Nella sola arcidiocesi caldea di Erbil, dove hanno trovato rifugio i cristiani fuggiti da Mosul e dalla Piana di Ninive, la sola fondazione ha contribuito ad oltre il 60% degli aiuti ricevuti a livello internazionale.
"Siamo una piccola minoranza ma lungi dall’essere nascosta o silenziosa", così monsignor Joseph Coutts, arcivescovo di Karachi e presidente della Conferenza episcopale del Pakistan, ha descritto la comunità cristiana del Pakistan ad alcuni diplomatici europei accreditati presso la Santa Sede.
“Ringraziamo dal profondo del cuore i benefattori di Aiuto alla Chiesa che Soffre per la solidarietà mostrata alle popolazioni sofferenti della Siria. E vi preghiamo di continuare a pregare per noi”. Questo uno degli ultimi messaggi inviato ad Aiuto alla Chiesa che Soffre da padre Jacques Mourad, il sacerdote rapito a Qaryatayn in Siria lo scorso 21 maggio. La fondazione pontificia ha sostenuto l’opera del religioso sin dal 2004 ed in particolare dopo l’inizio della crisi siriana nel 2011.
"Crediamo fermamente che Buhari possa mettere fine alle sofferenze dei nigeriani". Monsignor Oliver Dashe Doeme, vescovo di Maiduguri, ha espresso fiducia nel nuovo presidente della Nigeria durante un incontro con rappresentanti dell’Unione europea, organizzato da Aiuto alla Chiesa che Soffre lo scorso fine settimana a Bruxelles.