E’ la festa della Madonna della Salute che coinvolge il pellegrinaggio diocesano dei giovani con il Patriarca e la testimonianza del vescovo copto cattolico di Mynia in Egitto l’appuntamento più significativo di Venezia.
Il prossimo 20 novembre Aiuto alla Chiesa che Soffre e il Patriarcato di Venezia illumineranno di rosso il Canal Grande di Venezia e numerosi altri luoghi simbolo della città. Una serata per ricordare i milioni di cristiani oggi perseguitati ed in particolar modo Asia Bibi, la cui innocenza oggi è stata finalmente riconosciuta dalla Corte Suprema del Pakistan.
"Vogliamo continuare ad aiutare i poveri e gli ammalati, e per farlo senza trascurare l’attività pastorale, abbiamo assolutamente bisogno del vostro sostegno". Giunge dall’Alto Egitto l’appello ai benefattori di Aiuto alla Chiesa che Soffre per l’annuale campagna di raccolta fondi da destinare alle intenzioni di Sante Messe a beneficio dei sacerdoti della chiesa oppressa e perseguitata. A scriverlo è monsignor Botros Fahim Hanna, vescovo di Minya del copti cattolici. Come ricorda lo stesso presule nella propria lettera, nel maggio del 2017 la sua diocesi è stata colpita da uno dei recenti attacchi anticristiani più efferati, quello in cui Isis «"trucidò 29 fedeli copti, la gran parte pellegrini che si stavano recando al monastero di San Samuele e che rifiutarono di convertirsi all’Islam sotto la minaccia delle armi, rinnegando la propria fede cristiana".
250 euro permetteranno ad un bambino dell’asilo Um Al-Noor di Aleppo di andare a scuola per un anno intero e 600 euro consentiranno di formare al lavoro un disabile nella cooperativa L’Arco di Damasco. 25 euro al mese garantiranno aiuti alimentari ad una famiglia di Laodicea (Lataquia) e 125 euro finanzieranno un intervento chirurgico vitale ad un rifugiato della Valle dei cristiani.
È un lavoro pastorale, prima che umanitario, quello di Aiuto alla Chiesa che Soffre. E così, accanto agli aiuti concreti per i cristiani perseguitati, la prima priorità resta sempre quella di dare un supporto pastorale. E lo fa grazie alle generose donazioni di tanti benefattori, che nel 2017 hanno inviato alla Fondazione di Diritto Pontifico 124 milioni 57 mila e 414 euro.
"Un chilo di latte in polvere costa più del salario medio mensile. Come possono le mamme venezuelane dar da mangiare ai loro figli?". Il cardinale Jorge Urosa Savino, arcivescovo di Caracas ha denunciato la drammatica situazione del Venezuela questa mattina intervenendo ad una conferenza stampa organizzata da Aiuto alla Chiesa che Soffre in collaborazione con l’associazione Venezuela La Piccola Venezia.
Poveri, reietti, emarginati. Non è semplice la vita per la maggior parte dei cristiani indiani. Il 60% di questi è costituito infatti da 'dalit', i senza casta intoccabili, chiamati spregiativamente anche 'mangiatori di ratti'. Esclusi dal sistema sociale induista, grazie all’opera della Chiesa cattolica hanno scoperto la propria dignità di esseri umani. Ma proprio la fede cristiana, che ha portato tanta ricchezza nelle loro vite, è un nuovo motivo di emarginazione da parte della società e soprattutto dei fondamentalisti indù che non di rado li minacciano e mostrano ostilità nei loro confronti.
"Non vi era mai stato un simile attacco a Surabaya. I cristiani indonesiani sono disperati e terrorizzati, ma io ho detto ai miei fedeli di non avere paura. È proprio questo quello che vogliono i terroristi, spaventarci". Così dichiara ad Aiuto alla Chiesa che Soffre monsignor Robertus Rubiyatmoko, arcivescovo di Semarang, la cui provincia ecclesiastica comprende la diocesi di Surabaya.
Nei giorni scorsi dodici seminaristi che studiano a Roma nel Pontificio Collegio Nordamericano hanno lanciato un’iniziativa a sostegno dei cristiani di Iraq e Siria. Una staffetta che ha attraversato l’Italia – sono stati percorsi circa 250 chilometri – e ha raccolto fondi per i cristiani perseguitati in Medio Oriente. Sono giunte finora offerte per più di 11mila e 200 euro che saranno devoluti ad Aiuto alla Chiesa che Soffre, per finanziare interventi nei due Paesi.
Continua la ricostruzione nella Piana di Ninive e prosegue il Piano Marshall di Aiuto alla Chiesa che Soffre per sostenere i cristiani d’Iraq. A meno di un anno dall’apertura dei primi cantieri nei villaggi di Bartella, Karamless e Qaraqosh, l’8 maggio 2017, sono straordinari i risultati raggiunti.
"Quando incontreremo il Santo Padre lo inviteremo in Pakistan". Così dichiara ad Aiuto alla Chiesa che Soffre monsignor Joseph Coutts, arcivescovo di Karachi in questi giorni a Roma per la visita ad limina dei vescovi pachistani. I presuli domani celebreranno la messa a Santa Marta con il Papa e poi si incontreranno con lui per descrivere l’attuale situazione nel Paese.
Cinque progetti per cinque settimane di Quaresima. È dedicata interamente alla Piana di Ninive la campagna quaresimale di Aiuto alla Chiesa che Soffre del 2018. Un fronte quello della ricostruzione dei villaggi cristiani liberati dallo Stato Islamico, che vede la Fondazione pontificia come prima associazione nel mondo in termini di sostegno alle comunità cristiane.
“Si abbattono le mura della morte e della indifferenza, solo sapendo ricostruire! E si ricostruisce, solo tornando a rispondere alle domande fondamentali del nostro esistere, prima fra tutte: “per quale fine?”;
Il Papa ha ricevuto stamane nel Palazzo Apostolico in forma privata i familiari di Asia Bibi, la donna pakistana cattolica, condannata a morte nel 2010 da un tribunale del Pakistan per blasfemia. Insieme a loro Francesco ha incontrato anche Rebecca, una ragazza nigeriana vittima di Boko Haram.
Papa Francesco in Iraq, il progetto già c’è. Lo rivela il Patriarca caldeo Louis Rafhael Sako, a Roma per la visita ad limina dei vescovi caldei, presentando con Aiuto alla Chiesa che Soffre l’ennesima iniziativa per i cristiani perseguitati della fondazione di diritto pontificio: il Colosseo, Aleppo e Mosul colorati di rosso, contemporaneamente, il prossimo 24 febbraio, per ricordare i cristiani perseguitati nel mondo.
Un’identica esperienza di fede accomuna paesi pur diversi come Siria e Nigeria. Qui i cristiani soffrono guerra e persecuzione fino al rischio dell’estinzione. Eppure la loro fede si rafforza e germoglia ancor più viva, inestinguibile.
Tre progetti per far rinascere la città di Aleppo. Tre doni che i benefattori italiani potranno lasciare “sotto l’albero” dei cristiani aleppini. Quest’anno la campagna di Natale di Aiuto alla Chiesa che Soffre è infatti interamente dedicata alla comunità cristiana di Aleppo.
"Donando per la celebrazione di Sante Messe, i cattolici italiani offriranno sollievo non solo ai cari defunti, ma anche ai tanti sacerdoti nel mondo che, afflitti da persecuzioni o povertà, celebrano per loro e si sostengono con le loro offerte". Così scrive monsignor Antoine Audo in una lettera indirizzata alle migliaia di benefattori di Aiuto alla Chiesa che Soffre, nella quale il vescovo caldeo di Aleppo invita, in occasione della commemorazione dei defunti del 2 novembre, a far celebrare Sante Messe per i loro cari da sacerdoti della Chiesa sofferente in tante regioni del pianeta, innanzitutto in Siria.
Da un regime totalitario ad uno islamista. È questa la tragica sorte di migliaia di cristiani eritrei che in fuga dal loro Paese, sono costretti a fermarsi per diversi anni in Sudan.
"I bambini cristiani nei campi profughi sudanesi sono costretti a recitare le preghiere islamiche per ricevere il cibo". È quanto denuncia ad Aiuto alla Chiesa che Soffre una fonte in loco che per motivi di sicurezza preferisce rimanere anonima.