Il periodo dell’ottava di Natale, ovvero gli otto giorni di festa che fanno seguito al ricordo della nascita di Gesù, sono costellati da “alcune figure drammatiche di santi martiri”. E questo perché – dice Papa Francesco – “il Natale non è la fiaba della nascita di un re, ma la venuta del Salvatore, che ci libera dal male prendendo su di sé il nostro male: l’egoismo, il peccato e la morte”. Da qui, allora, la figura dei martiri, dal protomartire Santo Stefano, che si celebra oggi, ai Santi Innocenti, i bambini fatti uccidere da re Erode.
San Giuseppe vede i propri sogni infranti, eppure non esita ad aprirsi alle sorprese di Dio. Ed è, per noi, un esempio, perché invece di cedere “a rabbia e chiusure”, anche noi dobbiamo essere aperti alle sorprese di Dio. Prima della preghiera dell’Angelus, Papa Francesco commenta il Vangelo del giorno, che presenta un San Giuseppe dubbioso dopo aver saputo della gravidanza di Maria.
"Il Vangelo della Solennità odierna ci introduce nella casa di Maria per raccontarci l’Annunciazione. Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te. Notiamo una cosa: non la chiama con il suo nome, Maria, ma con un nome nuovo, che lei non conosceva: piena di grazia. Piena di grazia, e dunque vuota di peccato, è il nome che Dio le dà e che noi festeggiamo oggi". Con queste parole Papa Francesco introduce i fedeli alla festa dell'Immacolata Concezione.
Giovanni Battista “più che un uomo duro, è un uomo allergico alla doppiezza”. Il suo invito alla conversione “è un grido di amore, come quello di un padre che vede il figlio rovinarsi e gli dice: non buttare via la tua vita!”. Lo ha detto il Papa, stamane, introducendo l’Angelus in occasione della II Domenica di Avvento.
Al termine della celebrazione della Messa nella Cattedrale di Asti Papa Francesco guida la preghiera dell’Angelus. “Desidero esprimere la mia riconoscenza alla Diocesi, alla Provincia e alla Città di Asti: grazie per l’accoglienza calorosa che mi avete riservato! Sono tanto grato alle Autorità civili e religiose anche per i preparativi che hanno reso possibile questa desiderata visita. A tutti vorrei dire che a la fame propri piasi’ encuntreve! [mi ha fatto piacere incontrarvi]; e augurarvi: ch’a staga bin! [state bene!]”.
"Le Beatitudini di Gesù che sono la carta d’identità dei santi,(…) parlano di una vita controcorrente e rivoluzionaria!" Papa Francesco lo ribadisce prima della preghiera dell' Angelus in questa giornata di festa per la gloria di tutti santi.
Pur essendo un peccatore “Zaccheo vuole vedere Gesù. Nella sua bassezza, sente il bisogno di cercare un altro sguardo, quello di Cristo. Ancora non lo conosce, ma aspetta qualcuno che lo liberi della sua condizione, che lo faccia uscire dalla palude in cui si trova. Questo è fondamentale: Zaccheo ci insegna che, nella vita, non è mai tutto perduto. Sempre possiamo fare spazio al desiderio di ricominciare, di ripartire, di convertirci”. Così Papa Francesco questa mattina introducendo la preghiera dell’Angelus domenicale.
Papa Francesco si affaccia alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i moltissimi fedeli e i pellegrini riuniti in Piazza San Pietro e commenta il Vangelo odierno, "il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?".
Prima della preghiera dell' Angelus il Papa ricordando l'apertura del Concilio Vaticano II di cui si celebrano i 60 anni,
Domenica scorsa Papa Francesco ha dedicato l'intera riflessione che precede la preghiera mariana dell'Angelus al dramma che si sta verificando in Ucraina. E' rarissimo - sebbene non sia una novità assoluta - che il Papa decida di monopolizzare la riflessione che precede l'Angelus - solitamente dedicata al commento del Vangelo domenicale - con un tema internazionale.
“L’andamento della guerra in Ucraina è cosi grave e devastante da suscitare una preoccupazione grande. Questa terribile e inconcepibile ferita continua a sanguinare, rischiando di allargarsi. Mi affliggono le lacrime e il sangue versati, le vittime, specialmente i bambini, le distruzioni, il freddo e la fame. Certe azioni non possono essere mai giustificate”. Lo ha detto il Papa, stamane, dedicando l’intera riflessione di apertura in occasione dell’Angelus alla guerra in Ucraina.
"Si potrebbe anche essere scaltri secondo il Vangelo, essere svegli e attenti per discernere la realtà, essere creativi per cercare soluzioni buone, per noi e per gli altri".
Il Vangelo della Liturgia odierna ci presenta “le tre parabole della misericordia” e Papa Francesco le commenta durante l’Angelus in Piazza San Pietro. “Gesù, accogliendo i peccatori e mangiando con loro, ci rivela che Dio è proprio così: non esclude nessuno, tutti desidera al suo banchetto, perché tutti ama come figli. Le tre parabole, allora, riassumono il cuore del Vangelo: Dio è Padre e ci viene a cercare ogni volta che siamo perduti”, commenta il Pontefice.
Al termine della celebrazione eucaristica in cui ha proclamato Beato Giovanni Paolo I, Papa Francesco ha recitato l’Angelus sul sagrato della Basilica Vaticana.
Gesù chiede di passare dalla porta stretta non perché questa sia una porta per pochi, ma perché il suo metro di misura è il Vangelo, e seguire Gesù è impegnare la vita nell’amore, nel servizio e nel dono di sé, anche a costo di passare dalla porta stretta della croce. Nel commento al Vangelo domenicale, Papa Francesco ribadisce l’importanza di vivere una vita secondo l’impegno cristiano, al di là di ogni egoismo e fondata sull’amore.
“Gesù è venuto a portare nel mondo il Vangelo, la buona notizia dell’amore di Dio per ciascuno di noi. Perciò ci sta dicendo che il Vangelo è come un fuoco, perché si tratta di un messaggio che, quando irrompe nella storia, brucia i vecchi equilibri del vivere, sfida a uscire dall’individualismo, a vincere l’egoismo, a passare dalla schiavitù del peccato e della morte alla vita nuova del Risorto”. Lo ha detto Papa Francesco stamane, introducendo la preghiera mariana dell’Angelus.
Rientrato ieri dal Canada, stamane Papa Francesco - come ogni domenica - ha recitato l’Angelus dalla finestra del Palazzo Apostolico insieme ai fedeli radunati in Piazza San Pietro.
Alle ore 12 di oggi, come ogni Domenica, Francesco si affaccia alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i pellegrini e i fedeli convenuti in Piazza San Pietro. Il tema di oggi è la parabola del Buon Samaritano.
“Gesù sa che a Gerusalemme lo attendono il rifiuto e la morte; sa che dovrà soffrire molto; e ciò esige una ferma decisione. È la stessa che dobbiamo prendere anche noi, se vogliamo essere discepoli di Gesù, sul serio non cristiani all’acqua di rose”. Lo ha detto il Papa, stamane, introducendo l’Angelus domenicale.
"Festeggiare la Santissima Trinità non è tanto un esercizio teologico, ma una rivoluzione del nostro modo di vivere".