“Se i cristiani fossero uniti, non ci potrebbero essere proclami della guerra giusta, ma solo di giustizia della pace”. L’arcivescovo di Vilnius Gintaras Grušas, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali di Europa, lo rimarca in un incontro con il Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli nella capitale lituana. Un dibattito organizzato dal gruppo per il Dialogo Interreligioso e Interculturale del Partito Popolare Europeo, che si è tenuto in concomitanza con la visita dal Patriarca di Costantinopoli a Vilnius.
Dopo l’appello del Papa per il vescovo di Matagalpa Rolando Álvarez, condannato a 26 anni di carcere dal regime del Nicaragua, anche il Vescovi europei prendono posizione con una nota firmata dal Presidente del CCEE, l’Arcivescovo Gintaras Grušas.
Per la prima volta il CCEE è guidato da un arcivescovo europeo che non è nato sul suolo europeo. Per la successione del Cardinale Angelo Bagnasco alla guida del Consiglio delle Conferenze Episcopali di Europa i vescovi hanno scelto l’arcivescovo Gintaras Grušas di Vilnius, nato a Washington nel 1961 nella diaspora lituana. Ad affiancarlo come vicepresidenti il Cardinale Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo, ma anche presidente della COMECE e relatore generale del prossimo sinodo dei vescovi; e il vescovo László Német, presidente della Conferenza Episcopale dei Santi Cirillo e Metodio, che raggruppa i vescovi di Serbia, Montenegro, Kosovo e Macedonia del Nord.
Si prega con in mano un normale rosario, ma invece di Pater, Ave e Gloria, ai grani del rosario, ci si appella alla Misericordia di Dio: la coroncina della Divina Misericordia fu rivelata a Suor Faustina Kowalska a Vilnius, nella notte tra il 13 e il 14 settembre di 85 anni fa. E questa ricorrenza è stata festeggiata nella capitale lituana con una veglia, cui ha partecipato anche l’arcivescovo della città Gintaras Grusas, e con la preghiera della coroncina in lituano, polacco, inglese dalla casa di Santa Faustina a Vilnius.
Atkurti Viską Kristuje “Rinnovare tutto in Cristo”: è questo il motto di Ateitis, nata come organizzazione segreta di studenti in Lituania 110 anni fa. Una organizzazione che ha avuto un peso nella storia della Lituania, di cui è stato parte anche il Cardinale Sigitas Tamkevicius, imprigionato in periodo sovietico dal KGB proprio per la sua attività di controinformazione di cui il Papa ha conosciuto e apprezzato la storia durante il viaggio del Baltico. Una organizzazione i cui “ideali e principi possono essere la strada verso la vera libertà”, ha detto l’arcivescovo Gintaras Grusas di Vilinius, celebrando in un incontro con Ateitis lo scorso sabato la restaurazione della Lituania, che si festeggia il 16 febbraio.
Venticinque anni dopo il viaggio di San Giovanni Paolo II, la Lituania è profondamente cambiata. In tutto: dall’economia alla fede, dalla società alla vita quotidiana. Ma solo una cosa non è cambiata: il bisogno di speranza, la necessità che questa speranza venga da Dio. Lo racconta ad ACI Stampa l’arcivescovo Gintaras Grusas, di Vilnius. Americano della diaspora, fu tra gli organizzatori del primo viaggio di un Papa nel Baltico. Oggi, si trova ad affrontare la stessa sfida da arcivescovo, in un mondo completamente diverso.