"A nome di Papa Francesco, sono lieto di rivolgere a tutti voi un cordiale saluto e desidero assicurarvi la sua vicinanza, il suo sostegno e il suo incoraggiamento in questi giorni di intenso impegno per il vertice sul cambiamento del clima". Così inizia in un videomessaggio il Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin in occasione del “Climate Adaptation Summit”, che si svolge online, ospitato dall'Olanda, dal 25 al 26 gennaio.
“Triste nell'apprendere della tragica perdita di vite umane e della distruzione di proprietà causate dal violento terremoto in Indonesia, Sua Santità Papa Francesco esprime la sua sincera solidarietà a tutte le persone colpite da questo disastro naturale”.
Benedire, nascere e trovare. Sono le tre parole sulla quali si base la riflessione che Papa Francesco ha preparato per oggi, Solennità della Madre del Signore. Ma una sciatalgia lo ha bloccato e la prima messa dell’ anno l’ha celebrata il Segretario di Stato il cardinale Pietro Parolin che pure recentemente ha subito un intervento alla prostata.
Un devoto servitore della Sede Apostolica che ha prolungato l’opera della sua famiglia che per quattro generazioni ha avuto modo di vivere collaborare in maniera diversa ma quasi in versione vocazionale.
Artaban è un nome dalle assonanze esotiche, misteriose. Potrebbe far pensare al protagonista di qualche fiaba da Mille e una notte. In effetti questo nome appartiene ad un personaggio altrettanto affascinante e misterioso
La prima grazia da chiedere durante il Giubileo è “il dono di uno sguardo che non si fermi all’apparenza ma vada al cuore di ogni situazione, per poter riconoscere il Signore che ci passa accanto spesso attraverso l’esistenza umbratile di coloro a cui nessuno bada”.
Due discorsi, quattro incontri bilaterali: anche se non è stato fisicamente a Strasburgo, a causa delle restrizioni per il coronavirus, il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, ha comunque potuto prendere parte agli eventi programmati per i cinquanta anni di relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Consiglio d’Europa online. La modalità è stata quella che è già avvenuta per il suo viaggio a Bruxelles.
La seconda ondata di COVID 19 sta colpendo l’Europa, e le nuove restrizioni in alcuni Paesi mettono di nuovo in luce il rischio per la libertà religiosa, come era già successo durante la prima ondata. Ad oggi, sono già intervenuti i vescovi francesi e i giuristi cattolici portoghesi.
Il Cardinale Parolin non è potuto andare a Bruxelles come previsto, né a marzo, né in questa settimana, per celebrare i quaranta anni della COMECE e i cinquanta anni di relazioni UE – Santa Sede. Ha però tenuto vari incontri online, definendo le sue priorità per l’Europa. Vale la pena ricordare che l’arcivescovo Alain Lebeaupin, nunzio in Europa che sta per lasciare per raggiunti limiti di età, aveva avviato una serie di contatti con i commissari europei a luglio, per una risposta coordinata della Chiesa al dopo pandemia.
Non ci sarà una conferenza internazionale in presenza come sempre (le restrizioni per il COVID 19 non lo permetterebbero), ma due appuntamenti online, a distanza di una settimana l’uno dall’altro, per parlare delle “Pietre miliari dell’ecologia integrale per una economia umana”. La Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice non rinuncia alla sua conferenza internazionale annuale, anzi raddoppia, sostituendo gli incontri personali con gli incontri virtuali, e impreziosendo il tutto con un videomessaggio del Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano.
Ha colpito che il Cardinal Pietro Parolin abbia, lo scorso 30 settembre, tenuto un discorso di fronte ai valutatori di MONEYVAL, il comitato del Consiglio d’Europa che valuta l’adesione degli Stati membri agli standard internazionali di lotta al riciclaggio e finanziamento al terrorismo. E tuttavia, il suo discorso ha testimoniato, una volta di più, che il percorso della Santa Sede verso la trasparenza finanziaria è una questione istituzionale, e che dunque non si può semplicemente considerare dal punto di vista finanziario. La Santa Sede non è una azienda, e come tale non si può comportare.
Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, lo spiega con parole precise: “l’accordo Cina – Santa Sede sulla nomina dei vescovi è un accordo “pastorale”, che non ha né risvolti politici né diplomatici, ed è stato siglato nella consapevolezza che ci sono “molti altri problemi riguardanti la Chiesa Cattolica in Cina”, ma non è stato possibile affrontarli tutti insieme.
Un evento traumatico e provvidenziale, così il cardinale Pietro Parolin Segretario di Stato Vaticano ha definito la presa di Porta Pia di cui in questo 2020 si ricordano i 150 anni.
Il dialogo tra la Santa Sede e il governo di Pechino sulla nomina dei vescovi sta facendo discutere l’opinione pubblica internazionale in questa stagione che vede la Cina per tante ragioni sotto i riflettori del mondo. Perché Papa Francesco insiste su questa strada? E come coniugare questa mano tesa con la dura repressione in atto a Hong Kong?
Il Cardinale Parolin ne è certo: le Nazioni Unite sono necessarie “oggi più che mai”, anche se non sono perfette, hanno avuto i loro alti e bassi. Ma rappresentano comunque un punto di riferimento per tutti i popoli, che da sempre hanno guardato all’organizzazione come una risorsa di speranza per la pace nel mondo e l’armonia tra gli Stati.
Il mandato dell’Università Cattolica è chiaro. Ma il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, ritiene che è un mandato oggi più importante che mai, perché in questi tempi servono “ancora più personalità che con cuore sapiente, mente illuminata, mani operose e solida fede siano capaci di accompagnare l’umanità verso un futuro sostenibile migliore”.
Il segretario di Stato vaticano, il Cardinale Pietro Parolin, è stato in Croazia, dove a Spalato ha ordinato vescovo Ante Jozic, nominato il 21 giugno scorso come “ambasciatore del Papa” presso la Bielorussia. Jozic partirà presto per Minsk, dove troverà una situazione molto complessa, con la Chiesa che si sente sotto persecuzione e l’arcivescovo di Minsk impossibilitato a rientrare.
Ad Helsinki, 45 anni fa, si firmò l’Atto finale di una conferenza che avrebbe poi dato vita all’OSCE. Ed è da quell’atto finale, con il VII principio centrato sulla libertà religiosa e sottoscritto anche dai Paesi del blocco sovietico che questa libertà religiosa non la applicavano in patria, che cominciò il lento dissolvimento della Cortina di Ferro, fino alla caduta del Muro di Berlino del 1989.
L’invito a non “lasciare il Libano da solo”, perché il mondo ha bisogno di quello che fu definito “un Paese messaggio”. Ma anche l’invito a lavorare per sconfiggere ogni forma di autoritarismo”, con la consapevolezza che ci sarà una ricostruzione. Un mese dopo la tremenda esplosione del porto di Beirut che ha causato 220 morti, 6 mila feriti e 300 mila sfollati e distrutto larghe parti della città, il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, va in Libano inviato da Papa Francesco.
Un comitato scientifico di sei persone, che include archivisti locali ma anche studiosi di fama nazionale, per portare avanti i lavori della Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I: nel giorno del 42esimo anniversario dell’elezione al soglio di Pietro di Albino Luciani, vengono rese note le nomine del Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, che della fondazione è presidente. Coordinatore del comitato è stata nominata Stefania Falasca, Vicepresidente della Fondazione.