Due relatori, e un testimone, per un incontro dal forte aspetto “ecumenico” alla luce di una “teologia che unisce”: quella di Benedetto XVI. Racconta così il prossimo Schuelerkreis padre Stephan Horn, salvatoriano, che fu assistente di Benedetto XVI all’università e che coordina il circolo di ex studenti del Papa emerito.
“Conservo vivi nella memoria i nostri recenti incontri a Torino e a Roma, così come quelli in Argentina. Sono grato per le belle testimonianze che ho ricevuto e per i tanti volti che non posso dimenticare”.
Tre gesti simbolici di grande valenza, e probabilmente poco sottolineati. Papa Benedetto XVI all’inizio del suo pontificato decide di rinnovare lo stemma papale: è il primo Papa a non avere inserito la tiara, in disuso dai tempi di Paolo VI. Al suo posto ecco la mitra episcopale, il classico copricapo che ogni vescovo indossa durante alcuni momenti della celebrazione della Messa. Inoltre il Papa decide di inserire per la prima volta il pallio, quell’ornamento liturgico che gli Arcivescovi metropoliti indossano e che richiama ò'incarico di essere il pastore del gregge affidatogli da Cristo.
Un viaggio breve, di soli quattro giorni, per rafforzare i legami con il Patriarcato ortodosso di Mosca e incontrare il presidente russo Vladimir Putin: il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, sarà in Russia dal 20 al 24 agosto prossimi.
È tornata a Bari, atterrando alle 19 in punto presso l’Aeroporto Karol Wojtyla, la reliquia di San Nicola inviata in Russia per un mese. Ad accompagnarla, una delegazione guidata dal Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, e da Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari. Ad accogliere la reliquia, una folla festante.
Non ci si può “dare vera religione fuori di quella che si fonda sulla parola rivelata da Dio, la quale rivelazione, cominciata da principio e continuata nell’Antico Testamento, fu compiuta poi nel Nuovo dallo stesso Gesù Cristo. Se Dio ha parlato, e che abbia veramente parlato è storicamente certo, tutti comprendono che è dovere dell’uomo credere assolutamente alla rivelazione di Dio e ubbidire in tutto ai suoi comandi: e appunto perché rettamente l’una cosa e l’altra noi adempissimo, per la gloria divina e la salvezza nostra, l’Unigenito Figlio di Dio fondò sulla terra la sua Chiesa. Quanti perciò si professano cristiani non possono non credere alla istituzione di una Chiesa, e di una Chiesa sola, per opera di Cristo”. Sono parole di Pio XI - scritte il 6 gennaio 1928 - nella Enciclica Mortalium Animos, dedicata alla difesa della Verità rivelata da Cristo.
Tra i suoi scritti c’è una biografia di Edith Stein e per 27 anni la sua vita è stata quella meditativa tipica del carmelitano. Anders Arborelius, vescovo di Stoccolma, unica diocesi cattolica della Svezia, domani riceverà la berretta cardinalizia. “ Chiesa di periferia” quella cattolica svedese. Arborelius ha saputo convincere il Papa lo scorso primo novembre a celebrare la messa a Malmö, il giorno dopo l’incontro ecumenico a Lund, inizialmente unica tappa del viaggio di Francesco.
L’arcivescovo David Moxon è stato oggi in visita di congedo da Papa Francesco. Neozelandese, per quattro anni è stato il rappresentante della Comunione Anglicana presso la Santa Sede. Ora lascia il testimone, in un clima di rinnovato impegno ecumenico.
La notizia è di pochi giorni fa, ancora uomini armati che attaccano vicino alle chiese. Stavolta il sedicente stato islamico ha attaccato un checkpoint vicino al Monastero di Santa Caterina nel Sinai.
Un impegno solenne, contenuto una dichiarazione di poco meno di una pagina, che in fondo può essere riassunto con uno slogan: “Pensare ecumenicamente”. E così ha fatto Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, che ha firmato insieme al copresidente Jesùs Moran la “dichiarazione di Ottmaring”, dal nome del Centro Ecumenico dove il Consiglio generale del Movimento si è riunito.
“Nutro la speranza che la vostra opera possa indicare vie preziose al nostro percorso, facilitando il cammino verso quel giorno tanto atteso in cui avremo la grazia di celebrare il Sacrificio del Signore allo stesso altare, come segno della comunione ecclesiale pienamente ristabilita”.
Riconciliazione. É questa la parola chiave delle riflessione di questa settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2017, la parola chiave che il Papa usa nella omelia del vespro della festa delal conversione di San Paolo.
“Preparando la commemorazione comune della Riforma, cattolici e luterani hanno preso maggiormente coscienza anche del fatto che il dialogo teologico rimane essenziale per la riconciliazione e va portato avanti con impegno costante”. E’ l’invito di Francesco alla Delegazione Ecumenica Chiesa Luterana di Finlandia in occasione dell’annuale Pellegrinaggio ecumenico a Roma per la festa di Sant’Enrico.
Sarà lo splendore dell’arte del Duomo di Monreale, arte che racconta la cristianità ancora unita, ad accogliere il 21 e 22 gennaio, una commemorazione dei 500 anni della riforma luterana. Due giornate, inserite nella settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani, che si svolge tradizionalmente dal 18 al 25 Gennaio: “L’amore di Cristo ci spinge verso la riconciliazione”.
Lascia la Puglia ricordando l’arma comune di tutti i cristiani, il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo. “Un’arma forte, un’arma di pace, un’arma invincibile, che è la preghiera”. Un’arma con cui combattere le ingiustizie del mondo, dalla mercificazione degli esseri umani al depauperamento delle risorse naturali. Un’arma comune, per un grido comune: quello che ha lanciato con Papa Francesco all’Isola di Lesbo “verso tutti i potenti della terra, verso coloro che hanno in mano le sorti dell’umanità”.
“In questo momento storico l’unità del cammino ecumenico si fa su tre strade: camminare insieme con le opere di carità, pregare insieme, e riconoscere la confessione comune nel martirio per Cristo, nell’ecumenismo del sangue”. Così Papa Francesco nell’intervista ad Avvenire del 18 novembre scorso indicando le tre vie su cui muoversi oggi per incontrare i fratelli cristiani separati. E nell’ecumenismo del calendario e della preghiera comune sembra inserirsi anche una recente decisione della Conferenza Episcopale Italiana. Con una circolare indirizzata a tutti i vescovi il 9 novembre scorso in ricezione del competente Decreto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti del 4 precedente, il presidente della CEI, cardinale Angelo Bagnasco, ha stabilito che a partire dal 6 dicembre 2017 diventerà obbligatoria la memoria della ricorrenza di San Nicola vescovo, che è attualmente facoltativa. Una solennità a cui la città di Bari, che ne custodisce i resti, si prepara già a partire da quest’anno con la celebrazione della festa alla presenza del Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo, che prima di arrivare al capoluogo regionale compirà un pellegrinaggio in Puglia a partire dal 1° dicembre, visitando Lecce e l’abbazia di Cerrate, nei pressi di Squinzano, un tempo officiata dai monaci basiliani.
“Questo incontro e la preghiera che insieme eleveremo oggi al Signore invocano proprio il dono della pace. Siamo infatti costernati per quanto continua ad accadere in Medio Oriente, specialmente in Iraq e in Siria. Lì si riversa su centinaia di migliaia di bambini innocenti, di donne e di uomini la violenza terribile di sanguinosi conflitti, che nessuna motivazione può giustificare o permettere. Lì i nostri fratelli e sorelle cristiani, nonché diverse minoranze religiose ed etniche sono purtroppo abituati a soffrire quotidianamente grandi prove”. E’ il pensiero principale di Papa Francesco espresso nel suo incontro con Mar Gewargis III, Catholicos, Patriarca della Chiesa Assira dell’Oriente.
Unità dei cristiani: quale modello di piena comunione? E’ il tema e la ricerca dei partecipanti alla Sessione Plenaria del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani ricevuti nella Sala Clementina questa mattina da Papa Francesco. “Ho avuto l’opportunità di vivere tanti significativi incontri ecumenici – dice Francesco - sia qui a Roma sia durante i viaggi. Ognuno di questi incontri è stato per me fonte di consolazione, perché ho potuto constatare che il desiderio di comunione è vivo e intenso”.
"Come cattolici facciamo parte di una grande famiglia, sostenuta dalla medesima comunione. Vi incoraggio a vivere la vostra fede nella preghiera, nei Sacramenti e nel servizio generoso verso quanti sono bisognosi e sofferenti. Vi esorto ad essere sale e luce nelle circostanze in cui vi trovate a vivere, con il vostro modo di essere e di agire, secondo lo stile di Gesù, e con grande rispetto e solidarietà verso i fratelli e le sorelle delle altre chiese e comunità cristiane e verso tutte le persone di buona volontà". Lo ha detto il Papa prima di recitare l'Angelus, al termine della Messa con la comunità cattolica nello stadio di Malmoe, ultima tappa del Viaggio Apostolico in Svezia.
"L’evento di oggi è nato da 15 anni di impegno tra la Federazione Luterana Mondiale e la Chiesa Cattolica, e si basa sulla dichiarazione del 1999. Ed è la base anche per tutte le Chiesa riformate". Lo ha detto in conferenza stampa Martin Junge, Segretario Generale della Federazione Luterana Mondiale, commentando la commemorazione comune del 500/mo anniversario della Riforma di Lutero a cui ha partecipato Papa Francesco.