"Non ci sono priorità da anteporre all’annuncio della risurrezione, al kerigma della speranza". Lo ha detto Papa Francesco la scorsa settimana ai partecipanti all'incontro internazionale "La Chiesa in uscita". Chi ha partecipato al Convegno, organizzato dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, è Carlos Macias De Lara, Presidente e Fondatore del Centro Kerigma. ACI Stampa lo ha intervistato:
La creazione a cardinale dell’arcivescovo di Bangkok François Xavier Kriengsak Kovithavanij nel 2014 poteva rappresentare una sorpresa. Ma non lo era davvero. L’arcivescovo si era fatto apprezzare al Sinodo per la Parola di Dio del 2012, in cui aveva parlato dell’evangelizzazione attraverso le piccole comunità. Era una persona conosciuta e rispettata tra la sua gente. E guidava un gregge cattolico piccolissimo, di meno dell’1 per cento della popolazione.
Carlo Acutis era un ragazzo normalissimo che viveva le passioni e i sogni di qualsiasi adolescente. Quale era la sua forza? Gesù. Carlo Acutis viveva semplicemente amando il Signore. Il giovane ragazzo, morto a soli 15 anni a causa di una leucemia fulminante, è stato dichiarato venerabile da Papa Francesco lo scorso luglio 2018. Ora si stanno studiando le carte per la sua causa di beatificazione. ACI Stampa ha raccolto la testimonianza del postulatore della causa, Nicola Gori, intervenuto presso la Chiesa di San Luca Evangelista a Roma, per una testimonianza dal tema "Originali, non fotocopie".
Si porta dentro l’Europa, con la sua esperienza e la sua storia, anche al Sinodo Speciale sulla Regione Panamazzonica. Il Cardinale Bagnasco, arcivescovo di Genova, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, è stato nominato membro del Sinodo direttamente da Papa Francesco. Vi arriva dopo la plenaria annuale dei vescovi europei, che si è tenuta a Santiago di Compostela, con il tema “Europa, tempo di risveglio? I segni della speranza”. E sì, c’è speranza, ed è una speranza che si centra su Cristo, afferma il Cardinale. Che poi, guardando al Sinodo, sottolinea: “Sono qui, con la mia esperienza europea, perché la Chiesa non è una federazione di qualcosa, è una somma di addendi, ma è una armonia”.
Parlando con i membri del Dicastero per la Comunicazione, Papa Francesco ha fatto riferimento a lui, come esempio di testimonianza. Ma Sigitas Tamkevicius, gesuita di 80 anni, arcivescovo emerito di Kaunas, tutto si aspettava tranne di essere creato cardinale. La sua era stata una presenza silenziosa alle spalle di Papa Francesco, mentre il Papa, a Vilnius, visitava quella che era stata la prigione del KGB. E in quella prigione c’era stato anche lui, giovane sacerdote, per il suo lavoro di denuncia del sistema sovietico. Così, c’era anche Tamkevicius nel piccolo seguito che accompagnava Papa Francesco. E Papa Francesco se ne è ricordato nel momento di scegliere i nuovi cardinali.
Lontani da Costantinopoli, vicini a Roma, ma solo per le sfide comuni, con una Chiesa viva e una giovent che cresce nella fede. Il metropolita Hilarion, capo delle Dipartimento per le Relazioni Estere del Patriarcato di Mosca, parla da Budapest, dove ha partecipato lo scorso 6 settembre all’incontro “Christianity connects”, organizzato dal ministero degli Esteri ungherese.
Ci tiene a specificare che il viaggio di Papa Francesco in Iraq nel 2020 non è ancora ufficiale. E sottolinea che l’organizzazione del viaggio sarà una grande sfida. Ma padre Rifat Bader, direttore del Catholic Center for Studies and Media in Giordania, si mostra anche fiducioso. “Se Papa Francesco verrà – dice - sarà un segno di incoraggiamento per tutti”.
Budapest ha ospitato il Congresso Eucaristico Internazionale nel 1938. L’anno dopo scoppiò la Seconda Guerra Mondiale, poi ci fu l’invasione sovietica, e tutto quello che ne conseguì. Logico che, adesso che ci si appresta ad ospitare un nuovo Congresso Eucaristico nel 2020, a Budapest si pensi ai “corsi e ricorsi” storici. Ma la verità è che c’è grande entusiasmo per questo appuntamento, di cui oggi iniziano le registrazioni. Ma già oggi è difficile trovare posti per dormire dal 13 al 20 settembre 2020. Perché tutti si stanno prenotando, preparandosi a partecipare a un evento che metterà in risalto le Chiese orientali e il tema dei cristiani perseguitati. Ma che, soprattuto, si centrerà sull’Eucarestia. Perché no, l’Eucarestia non è dimenticata in Europa, dice ad ACI Stampa il Cardinale Petr Erdo, arcivescovo di Budapest – Esztergom.
La Gioventù Francescana d'Italia cambia squadra! Dopo il Capitolo Spirituale Elettivo Nazionale riunito questa estate, ora la GiFra ha un nuovo Presidente e 9 consiglieri che accompagneranno tutti i giovani francescani per tre anni. ACI Stampa ha intervistato il nuovo Presidente, Giona Messina.
Catalizzatori di dialogo e di unità. Al termine di due giorni di incontro interdicasteriale presieduto da Papa Francesco, Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, stabilisce in questa formula la missione della più grande delle Chiese sui iuris.
"Il Sinodo dei giovani non è ancora finito. È nella sua fase attuativa” ed “è molto importante adesso aiutare gli stessi giovani a portare nelle Conferenze episcopali e nei movimenti a cui appartengono sia le conclusioni del Sinodo stesso sia le conclusioni che il Papa nella Christus vivit dona alla Chiesa come un frutto maturo del processo sinodale”. Padre Alexandre Awi Mello, segretario del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, ha descritto così il Forum Internazionale dei Giovani, che si svolge dal 18 al 22 giugno presso la casa “il Carmelo” a Sassone di Ciampino, vicino Roma. ACI stampa ha raggiunto una partecipante al Forum, Aresia Gargiulo, della Gioventù Francescana, per raccogliere emozioni e impressioni:
Papa Francesco ha parlato di tre tipi di ecumenismo: l’ecumenismo del sangue, l’ecumenismo dei poveri, l’ecumenismo della missione. Ma tra questi “il più importante è l’ecumenismo del sangue, perché oggi c’è una persecuzione dei cristiani come mai c’è stata, nemmeno nei primi secoli”.
È una Romania che vive ancora le ferite del passato, ma che è sicuramente più aperta d quella che visitò San Giovanni Paolo II. E Papa Francesco la visiterà in maniera estesa, sottolinea l’arcivescovo Miguel Maury Buendia, che è nunzio apostolico in Romania dal 2015.
I cristiani? Sono cercatori di verità, chiamati a sviluppare e praticare il tema dell’amore. Karekin II, catholicos della Chiesa Apostolica di Armenia, in una intervisa con ACI Stampa delinea le sfide del dialogo ecumenico di oggi.
Quando Papa Francesco è andato al Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Bulgara, c’era un diacono sempre vicino a lui. Era Ivan Ivanov, professore ordinario della Facoltà di Teologia all’Università di Sofia “San Clemente di Ohrida”. Il diacono Ivanov fungeva da traduttore, ha seguito tutto il processo di preparazione dell’incontro, ne sa comprendere i simboli.
È la città bulgara con il maggior numero di cattolici. Ma ce ne saranno molti di più dei suoi abitanti, almeno 50 mila, a Rakovsky, per la visita di Papa Francesco. Che il 6 maggio toccherà la città per una breve visita durante la quale darà la Prima Comunione a 242 bambini, ovviamente emozionatissimi.
Una Chiesa piccola, ma presente e viva, che attende il Papa con gioia ed è consapevole delle sfide che la attendono: così l’arcivescovo Christo Proykov, esarca apostolico di Sofia, tratteggia la Chiesa di Bulgaria che si appresta ad accogliere Papa Francesco.
È la “responsabilità di essere segno per i musulmani” quella che caratterizza i cattolici in Marocco. Lo racconta ad ACI Stampa l’arcivescovo Vincent Louis Landel, che ha guidato l’arcidiocesi di Rabat dal 2001 al 2018, iniziando il suo ministero dopo due anni passati come coadiutore della stessa diocesi.
Papa Francesco domenica prossima visiterà la parrocchia di San Giulio a Monteverde a Roma. La Chiesa riaprirà dopo che nel 2016 crollò il solaio della struttura. Sono stati tre anni intensi di lavori e attesa. Papa Francesco aprirà il portone della nuova Chiesa. ACI Stampa ha raccolto l’emozione del parroco, Padre Dario Frattini.
Il Museo del Silenzio di Fara Sabina a Rieti è un tesoro inestimabile per le Clarisse Eremite. Tutta la comunità ha avvertito l’importanza di conservare e far conoscere il patrimonio storico del monastero, a 40 chilometri da Roma. Il Museo racconta la memoria e il silenzio delle monache qui riunite nel 1673. L’ATI PromoTuscia/PromoCulture ha deciso di gestire il Museo Civico Archeologico di Fara in Sabina e così anche il Museo del Silenzio delle Suore. ACI stampa ha intervistato i responsabili dell’ATI, prossimi all’inaugurazione sabato 6 aprile, per capire quanto è importante gestire un museo, anche per la conservazione di patrimoni artistici e religiosi.