“A San Giovanni XXIII, che come Legato Papale incoronò il simulacro della Vergine Maria ad Harissa, eleviamo una preghiera speciale, perché se si spengono le luci umane sull’amato Libano, cresca la fiamma della fede e della speranza del popolo del Paese dei Cedri, e venti di pace e ricostruzione soffino anche sulla vicina Siria, che alla fine del mese avrò la gioia di visitare”.
"Ad un anno dalla terribile esplosione avvenuta nel porto di Beirut che ha provocato morte e distruzione, il mio pensiero va a quel caro paese, alle vittime, alle lore famiglie, e a quanti hanno perso la casa e il lavoro e tanti hanno perso l'illusone di vivere". Così Francesco pensa al Libano prima di congedare i fedeli dall'Udienza Generale di oggi.
Si conclude la Giornata di preghiera per il Libano voluta da Papa Francesco. Una giornata ricca di incontri, discussioni, momenti di riflessione in Vaticano. Tutto questo per concentrarsi, insieme agli altri leader religiosi, sul Libano, una terra attraversata da una grande crisi. Un popolo, quello libanese “deluso e spossato, bisognoso di certezze, di speranza, di pace”, come dice il Pontefice. Francesco chiude l'evento in Basilica con la preghiera ecumenica per la Pace e alcune sue parole di speranza e conforto.
E' stata presentata questa mattina presso la Sala Stampa della Santa Sede la Giornata di riflessione e di preghiera per il Libano, che si terrà in Vaticano il prossimo 1° luglio con la partecipazione dei principali responsabili delle comunità cristiane presenti nel Paese.
Lo aveva fatto nel 2013, nel 2015 e nel 2016. Ora, durante una crisi di governo durissima, in una situazione resa ancora più difficile dalla pandemia e con uno Stato allo sbando dopo l’esplosione al porto di Beirut nell’agosto scorso, il Cardinale Bechara Boutros Rai, patriarca di Antiochia dei Maroniti, ha rinnovato il 6 giugno l’atto di consacrazione del Libano e di tutto il Medio Oriente al Cuore Immacolato di Maria.
Sarà un incontro nello spirito dell’incontro di Bari del 2018 su “Mediterraneo Frontiera di Pace”, quello che Papa Francesco si appresta a fare con i leader religiosi del Libano il prossimo 1 luglio. Più vicino, in questo senso, al ritiro di preghiera che ha avuto con i leader del Sud Sudan (ma lì erano inclusi soprattutto politici) più che all’incontro interdicasteriale con il Sinodo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina del luglio 2019. È un incontro, piuttosto, che punta a creare un fronte comune, una comunione dei cristiani in una situazione difficile, come quella libanese. Per preparare – ed è quello che Papa Francesco vorrebbe – un viaggio del Papa a Beirut entro l’anno.
I Vescovi del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa si uniscono al Papa nella preghiera per il Libano “affinché possa proseguire nella sua vocazione ad essere una terra di incontro, convivenza e pluralismo”.
Papa Francesco ha incontrato questa mattina in udienza privata il Primo Ministro designato del Libano, Saad Hariri. La notizia è stata confermata da Matteo Bruni, Direttore della Sala Stampa della Santa Sede.
In questi giorni Papa Francesco si è rivolto due volte ai libanesi: in occasione del Natale il Pontefice ha scritto una Lettera al popolo libanese nella qualche si è appellato anche alla comunità internazionale per aiutare il Libano a “rimanere fuori dai conflitti e dalle tensioni regionali” ed “ad uscire dalla grave crisi e a riprendersi"; la seconda volta, nel suo messaggio “Urbi et Orbi” Francesco ha parlato anche del Libano, pregando affinché il Paese “possa percorrere un cammino di riforme e proseguire nella sua vocazione di libertà e convivenza pacifica”.
"Grande è il mio dolore nel vedere la sofferenza e l’angoscia che soffoca l’innata intraprendenza e vivacità del Paese dei Cedri. Ancor più, è doloroso il vedersi rapire tutte le più care speranze di vivere in pace e di continuare ad essere per la storia e per il mondo un messaggio di libertà ed una testimonianza di buon vivere insieme; ed io che di vero cuore prendo parte, come ad ogni vostra contentezza, così anche ad ogni vostro dispiacere, sento nel vivo dell’animo la gravità delle vostre perdite, soprattutto quando penso ai tanti giovani cui viene tolta oni speranza di un miglior avvenire". Sono le parole del Papa contenute nella lettera inviata al popolo libanese in occasione del Natale.
La fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) in vista della prossima Commemorazione dei defunti del 2 novembre 2020 si rivolge come ogni anno ai cattolici italiani con un’iniziativa finalizzata alla celebrazioni di Messe. Quest’anno tale iniziativa è presentata da Padre Raymond Abdo, Provinciale del Libano dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi.
“Vogliamo portare la consolazione, la vicinanza e soprattutto la speranza di Santa Rita nelle case di ogni devoto in Libano, raggiungendo anche chi non può muoversi e sta vivendo delle difficoltà”. Così P. Luciano De Michieli, neo rettore della Basilica di Santa Rita, descrive l’iniziativa "In preghiera con Santa Rita per il Libano", che lui stesso ha ideato.
L'Ottobre Missionario vede in prima linea i Frati Minori Cappuccini di Piazzale Cimitero Maggiore a Milano, sede del Segretariato Missioni Estere della Provincia di Lombardia dell'Ordine. "Vicini per chi è lontano", i Cappuccini missionari di Milano hanno all'attivo numerosi progetti di aiuto nel mondo e proprio in questi giorni si è realizzato il primo step di un nuovo proposito benefico, a favore del Libano.
Il segretario di Stato vaticano, il Cardinale Pietro Parolin, inviato da Papa Francesco nel Paese dei Cedri nella giornata di digiuno e preghiera per il Libano, legge al popolo libanese una preghiera di Papa Francesco. "Ti affidiamo il Libano", è la richiesta del Papa, perché "realizzi la sua vocazione di messaggio di pace e di fraternità".
L’invito a non “lasciare il Libano da solo”, perché il mondo ha bisogno di quello che fu definito “un Paese messaggio”. Ma anche l’invito a lavorare per sconfiggere ogni forma di autoritarismo”, con la consapevolezza che ci sarà una ricostruzione. Un mese dopo la tremenda esplosione del porto di Beirut che ha causato 220 morti, 6 mila feriti e 300 mila sfollati e distrutto larghe parti della città, il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, va in Libano inviato da Papa Francesco.
All’indomani del disastro che ha colpito Beirut due settimane fa, l’Associazione libanese dell’Ordine di Malta si è adoperata senza sosta per garantire assistenza medica gratuita nelle zone più colpite, a fronte di 12 centri di assistenza sanitaria di base, cinque grandi ospedali e il principale magazzino statale di medicinali gravemente danneggiati dall’esplosione.
"Le dimissioni di un deputato o di un ministro di lì non sono sufficienti. Piuttosto il governo dovrebbe dimettersi se non è in grado di governare e fare avanzare il Paese". Sono le durissime parole del Patriarca maronita, il Cardinale Bechara Boutros Rai, pronunciate domenica scorsa parlando dell'esplosione che ha devastato Beirut e della situazione generale in Libano.
La notizia e le immagini giunte in questi giorni dal Libano hanno suscitato, nell’intera opinione pubblica, sconcerto e preoccupazione anche in Italia.
La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha deciso oggi lo stanziamento di 1 milione di euro dai fondi otto per mille, che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, in soccorso delle popolazioni del Libano colpite dalla terribile esplosione del 4 agosto scorso.
Papa Francesco ha inviato, tramite il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, un primo aiuto di 250.000 € in sostegno alle necessità della Chiesa libanese in questi momenti di difficoltà e di sofferenza.