Come ai tempi del martirio di monsignor Melki, ai cristiani oggi “viene negata ogni libertà, costretti ad abbandonare la loro patria o a convertirsi forzatamente o a morire”. É un passo del messaggio che il cardinale Angelo Amato, prefetto delle Congregazione delle Cause dei santi, ha letto a nome del Papa durante la beatificazione celebrata sabato a Daroun-Harissa, in Libano, di Flavien Mikhaiel Melki, della congregazione di Sant’Efrem, vescovo di Djezireh dei Siri.
La guerra in Siria, in Iraq e Yemen e il dramma dei cristiani in tutto il Medio Oriente, lo stallo politico in Libano, diverse questioni interne alla Chiesa greco- ortodossa, sono stati i temi al centro del Santo Sinodo della Chiesa greco-ortodossa, riunita nei giorni scorsi a Balamand, in Libano. Secondo quanto riporta il quotidiano libanese l’Orient le Jour il Sinodo è stato una occasione per fare il punto sulla situazione pastorale, ma soprattutto il Santo Sinodo ha espresso “profondo dolore” per quanto sta accadendo in Siria, elogiando la determinazione dei fedeli greco-ortodossi siriani a restare in patria, nonostante i tentativi di impedire una convivenza pacifica nel Paese tra le diverse comunità.
La Chiesa in Occidente manifesta una “debolezza culturale” che “la rende spesso ininfluente rispetto alle decisioni politiche”. Soprattutto nel rapporto con i Paesi arabi ed in generale con l’Oriente, “esiste una reale difficoltà a comprendere quanto sta avvenendo in questa regione” e “si commettono errori grossolani di valutazione”. Il cardinale di Milano, Angelo Scola, parla del rapporto tra Oriente e Occidente in Libano, ospite del Patriarca maronita Bechara Rai. Nella sua prima tappa in Medio Oriente, l’Arcivescovo di Milano parla al Sinodo dei vescovi libanesi in corso a Beirut e parla di Aleppo, definendola la “Sarajevo del ventunesimo secolo”.