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Papa Francesco e il segretario generale ONU: "Non possiamo girarci dall'altra parte"

L’udienza si inquadra nella preparazione delle celebrazioni del 75esimo delle Nazioni Unite. Guterres era già stato in Vaticano da Alto Commissario ONU per i Rifugiati

Papa Francesco e Antonio Guterres | Papa Francesco e il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, Palazzo Apostolico Vaticano, 20 dicembre 2019  | © EWTN-CNA Photo/Evandro Inetti/Vatican Pool Papa Francesco e Antonio Guterres | Papa Francesco e il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, Palazzo Apostolico Vaticano, 20 dicembre 2019 | © EWTN-CNA Photo/Evandro Inetti/Vatican Pool

Il Natale, nella sua genuina semplicità, ci ricorda che ciò che veramente conta nella vita è l’amore”. Si conclude così il videomessaggio che Papa Francesco ha filmato insieme al Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, che da parte sua ha ringraziato Papa Francesco per il suo essere un “messaggero di speranza”.

Il messaggio è stato registrato dai due al termine di 40 minuti di colloquio a tu per tu, in italiano e spagnolo, senza l’ausilio di un traduttore, a testimoniare il forte impegno comune, ed è una sorta di prima volta nella storia degli incontri tra i Papi e i segretari generali delle Nazioni Unite.

Papa Francesco rende grazie “per tutto il bene che c’è nel mondo, per i tanti che si impegnano gratuitamente, per chi spende la propria vita nel servire, per chi non si arrende e costruisce una società più umana e più giusta”, e allo stesso ammonisce: “Non possiamo, non dobbiamo girarci dall’altra parte di fronte alle ingiustizie, alle

disuguaglianze, allo scandalo della fame nel mondo, della povertà, dei bambini che muoiono perché non hanno acqua, cibo, le cure necessarie”.

Non solo: “Non possiamo girarci dall’altra parte di fronte a qualsiasi tipo di abuso nei confronti dei più piccoli. Dobbiamo tutti insieme combattere questa piaga”.

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E ancora: “Non possiamo chiudere gli occhi di fronte ai tanti nostri fratelli che, a motivo di conflitti e violenze, della miseria o dei cambiamenti climatici, lasciano i loro Paesi e vanno incontro spesso a un triste destino”.

Papa Francesco sottolinea che non si deve rimanere indifferenti “davanti alla dignità umana calpestata e sfruttata, agli attacchi contro la vita umana, sia quella non ancora nata sia quella di ogni persona bisognosa di cure”, afferma che non ci si deve girare “dall’altra parte quando i credenti di varie fedi sono perseguitati, in diverse parti del mondo”.

Con parole forti, Papa Francesco afferma che “grida vendetta al cospetto di Dio l’uso della religione per incitare all’odio, alla violenza, all’oppressione, all’estremismo e al fanatismo cieco, così come per costringere all’esilio e all’emarginazione”, così come “la corsa agli armamenti e al riarmo nucleare”, e ribadisce che “è immorale non soltanto l’uso ma anche il possesso di armi nucleari, le quali hanno una portata distruttiva tale, che anche il solo pericolo di un incidente rappresenta una cupa minaccia sull’umanità”.

Papa Francesco invita infine a “non rimanere indifferenti di fronte alle numerose guerre che si continuano a combattere e che vedono soccombere tanti innocenti”, chiede fiducia “nel dialogo fra le persone e fra le nazioni, nel multilateralismo, nel ruolo delle organizzazioni internazionali, nella diplomazia come strumento per la comprensione e l’intesa”, requisito “indispensabile per costruire un mondo pacifico”.

Il Papa chiede di prendersi cura della casa comune, definisce “urgente e necessario” l’impegno per “ridurre le emissioni inquinanti e per una ecologia integrale”, invita ad ascoltare “la voce di tanti giovani che ci aiutano a prendere coscienza di quanto sta accadendo oggi nel mondo e ci chiedono di essere seminatori di pace e costruttori, insieme e non da soli, di una civiltà più umana e più giusta”.

Da parte sua, il segretario generale Guterres loda Papa Francesco perché “la sua chiara voce morale risplende, sia che lei parli della difficile situazione dei più vulnerabili, inclusi rifugiati e migranti, sia che affronti povertà o ineguaglianze, si appelli per il disarmo, crei ponti tra comunità o metta in luce l’emergenza climatica”.

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Sono tutti messaggi che “coincidono con i valori della Carta delle Nazioni Unite, e cioè di riaffermare la dignità della persona umana, promuovere amore delle persone e cura del pianeta, sostenere la nostra comune umanità e proteggere la nostra casa comune”.

Il messaggio di Guterres tocca così il tema ecologico: dopo il COP25 di Madrid, ci si deve impegnare per avere un mondo limite di carbone entro il 2050.

Guterres ribadisce che l’incontro con il Papa è “particolarmente significativo durante la stagione di Natale”, sottolinea che è triste che alcune comunità cristiane tra le più antiche del mondo “non abbiano possibilità di celebrare il Natale in sicurezza”, nota che “ebrei sono uccisi in sinagoghe, musulmani sono oggetto di sparatorie in moschea, i cristiani uccisi durante le preghiere”, e c’è bisogno di fare di più per “promuovere la comprensione comune”.

Il messaggio è arrivato al termine di un incontro lungo e cordiale “È un onore grande”, ha detto Guterres al Papa che gli dava il benvenuto arrivando quasi all’inizio della Sala del Tronetto, dove in genere si incontrano i capi di Stato.

Nessun dono da parte di Guterres, soliti doni da parte di Papa Francesco al termine dell’udienza: un medaglione per la pace “fatto in Vaticano”,  le esortazioni Evangelii Gaudium, Amoris Laetitia, Christus Vivit e Gaudete et exsultate e l’enciclica Laudato Si (“sono cinque volumi differenti?”, chiede Guterres), la dichiarazione per la Fratellanza Umana che Guterres mostra di conoscere, anche perché non è molto che ha incontrato il comitato di implementazione della dichiarazione.

Dopo l’incontro con Papa Francesco, concluso con l’augurio di “una Navidad santa”, Guterres ha incontrato il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, e l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i rapporti con gli Stati”.

Si legge nel comunicato ufficiale della Sala Stampa della Santa Sede che “l’incontro, nella tradizione delle udienze concesse dai Pontefici ai vari Segretari Generali delle Nazioni Unite succedutisi nel tempo, si colloca in prossimità del 75° anniversario dell’Organizzazione”, e che durante l’incontro “ è stata espressa la considerazione della Santa Sede per l’impegno delle Nazioni Unite in favore della pace nel mondo”.

Altri temi di discussione sono stati “il processo di attuazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e sulla crisi del multilateralismo, resa particolarmente evidente dalle difficoltà di gestire alcune problematiche attuali, quali le migrazioni e la tratta di persone, il cambiamento climatico e il disarmo”.

Infine, “sono state trattate anche alcune situazioni di conflitto, instabilità sociale e gravi emergenze umanitarie”.

Non è la prima volta che Papa Francesco e Guterres si incontrano. Guterres è stato da Papa Francesco il 6 dicembre 2013, quando era Alto Commissario ONU per i Rifugiati. Il suo impegno nel ruolo di Alto Commissario era stato grandemente apprezzato. Da subito, aveva tagliato le spese amministrative e investito più risorse sul campo. Cattolico praticante, è un “improbabile” Segretario generale delle Nazioni Unite, nel senso che non ha mai preso posizioni pro-LGBT e pro aborto.

 

Nel suo tempo a Ginevra, Guterres aveva stretto un forte rapporto con l’arcivescovo Silvano Maria Tomasi, che è stato per più di dieci anni Osservatore Permanente della Santa Sede presso le organizzazioni internazionali a Ginevra e che ha curato le procedure per far diventare la Santa Sede uno Stato membro dell’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni.

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Che il tema dei migranti sia di particolare interesse, per Guterres, è testimoniato anche del suo incontro con una delegazione di Sant’Egidio durante questa lunga campagna italiana. “Al centro del colloquio – si legge in un comunicato stampa di Sant’Egidio del 18 dicembre - temi di comune interesse, come le migrazioni, i corridoi umanitari, la campagna per l’abolizione della pena di morte e il processo di riconciliazione nazionale nella Repubblica Centrafricana; particolare attenzione è stata dedicata al Sud Sudan, proprio mentre è in corso una missione di Sant’Egidio a Juba per favorire l'inclusione nel processo di pace dei movimenti di opposizione che non hanno firmato l’accordo di Addis Abeba”.

Negli scorsi giorni, il segretario generale delle Nazioni Unite aveva pubblicamente lodato Papa Francesco per il suo appello sul cambio climatico, sottolineando che c’è bisogno di soluzioni politiche forti per affrontare il tema ambientale.

I temi in agenda definiti erano stati quelli del cambiamento climatico, la povertà e la diseguaglianza, il multilateralismo, la protezione di rifugiati e migranti e il disarmo.

In particolare, Papa Francesco durante l’anno ha lodato il multilateralismo nel discorso di inizio anno al Corpo diplomatico, fatto diversi gesti per la protezione dei rifugiati (come l’accoglienza ieri di alcuni rifugiati provenienti dall’isola di Lesbo attraverso corridoi umanitari o la decisione di creare Cardinale Michael Czerny, sottosegretario della sezione Migranti e rifugiati), e lanciato un forte appello per il disarmo durante la sua visita a Hiroshima e Nagasaki.

Lo scorso 4 dicembre, i membri del Comitato per l’implementazione del Documento della Fraternità Umana firmato ad Abu Dhabi da Papa Francesco e l’imam Ahmed al Tayyb di al Azhar è stato alle Nazioni Unite. Stabilito dagli Emirati Arabi lo scorso 20 agosto e presieduto dal Cardinal Miguel Angel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, il Comitato include membri cristiani, musulmani ed ebrei.

Durante la loro visita alle Nazioni Unite, i membri del Comitato hanno consegnato nelle mani del Segretario generale Antonio Guterres la richiesta di stabilire il 4 febbraio, giorno della firma del documento, come Giornata Mondiale della Fraternità. Alle Nazioni Unite è stato richiesto di partecipare all’organizzazione di un Summit Mondiale sulla Fraternità Umana insieme a Santa Sede ed al Azhar. Guterres ha subito nominato un rappresentante delle Nazioni Unite nel seguire le attività nella persona di Adama Dieng, consulente speciale del Segretario Generale sui temi del discorso di odio (hate speech) e prevenzione del genocidio.