Papa Francesco, riprendendo il ciclo di catechesi sulla Lettera ai Galati dell’Apostolo Paolo, incentra la sua meditazione sul tema: “La vita nella fede”. Nell'Udienza Generale, in Aula Paolo V,I il Papa commenta: "Nel nostro percorso per comprendere meglio l’insegnamento di San Paolo, ci incontriamo oggi con un tema difficile ma importante, quello della giustificazione. Noi da peccatori siamo diventati giusti, chi ci ha fatto giusti? Si è tanto discusso su questo argomento, per trovare l’interpretazione più coerente con il pensiero dell’Apostolo e, come spesso accade, si è giunti anche a contrapporre le posizioni. Nella Lettera ai Galati, come pure in quella ai Romani, Paolo insiste sul fatto che la giustificazione viene dalla fede in Cristo".
Nella prefazione del libro “Fraternità Segno dei Tempi. Il magistero sociale di Papa Francesco” del Cardinale Michael Czerny e don Christian Barone, il Papa si sofferma sulla costruzione del Regno di Dio, nota che la dimensione sociale va di pari passo con l’annuncio del Vangelo, invita a non neutralizzare la dimensione sociale della fede cristiana.
Lo scorso 16 settembre il Papa ha recapitato un messaggio di felicitazioni a Monsignor Rogelio Cabrera López, Presidente della Conferenza Episcopale Messicana per il bicentenario della indipendenza del Messico.
Come San Paolo è diventato da persecutore a testimone dei cristiani, così i giovani sono chiamati a testimoniare Gesù sull’esempio dell’Apostolo delle genti. Chiamati ad una conversione che deve essere oggetto di discernimento e centrata su Cristo, perché resta sempre il rischio “ di lottare per cause che all’origine difendono valori giusti, ma che, portate all’esasperazione, diventano ideologie distruttive”. Lo spiega Papa Francesco nel messaggio della XXXVI Giornata Mondiale della Gioventù, che si tiene a livello locale quest’anno nella Solennità di Cristo Re, e che avrà come tema il versetto degli Atti degli Apostoli “Alzati! Ti costituisco testimone di quel che hai visto”.
Tre nuovi Vescovi ausiliari per l’Arcidiocesi di Napoli. Lo ha deciso stamane Papa Francesco che ha accettato le rinunce per raggiunti limiti di età dei Vescovi ausiliari Lucio Lemmo e Gennaro Acampa.
“La crisi pandemica ha fatto risuonare ancora più fortemente tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri. Non possiamo essere sordi a questo duplice grido, dobbiamo ascoltarlo bene! L’esame delle numerose e gravi questioni emerse in questi ultimi due anni non è un compito facile”. Lo ha detto il Papa stamane ricevendo in udienza la plenaria della Pontificia Accademia per la Vita.
Entro la fine dell’anno i Cardinali con meno di 80 anni, e quindi elettori in un futuro conclave, saranno 120, il numero massimo stabilito da Paolo VI e confermato da Giovanni Paolo II. Il prossimo 7 novembre il Cardinale Angelo Scola, Arcivescovo emerito di Milano, compirà 80 anni diventando non elettore.
Commentando il Vangelo di oggi, in cui Gesù rimprovera i discepoli che hanno impedito ad uomo di scacciare i demoni in nome suo, Papa Francesco mete in guardia dalla “tentazione della chiusura”, perché “ogni chiusura fa tenere a distanza chi non la pensa come lui”.
Incontrando il gruppo dei vescovi amici dei focolari, guidati dal Cardinale Francis Xavier Kovithavanij, che però non è presente perché malato, Papa Francesco sottolinea che Papa e vescovi sono al servizio “non di una unità esteriore di una uniformità, ma del mistero di comunione che è la Chiesa in Cristo e nello Spirito Santo”.
Arriva puntuale il telegramma di cordoglio del Papa per il cardinale venezualano Urosa Savino, scomparso ieri a causa del virus Covid19. Aveva 79 anni. Il Papa lo ricorda nel telegramma "un devoto pastore che, per anni e con fedeltà, ha dato la sua vita al servizio di Dio e della Chiesa”.
Il Cardinale Rainer Maria Woelki rimane Arcivescovo di Colonia. Lo ha deciso il Papa, concedendo al porporato alcuni mesi di pausa e riflessione, che durerà fino al prossimo 1° marzo. L’Arcidiocesi tedesca sarà temporaneamente guidata dal Vescovo ausiliare Rolf Steinhäuser. La notizia è stata diffusa dalla Nunziatura Apostolica a Berlino.
Papa Francesco ha concesso stamane la Comunione Ecclesiastica al neo eletto Patriarca di Cilicia degli Armeni, Raphaël Bedros XXI Minassian.
È una Europa “malata di stanchezza”, dove in tanti pensano che la fede sia una cosa del passato semplicemente perché “non hanno visto Gesù all’opera”, quella delineata da Papa Francesco nella messa di inaugurazione della plenaria del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europe, che cade nelle celebrazioni per i cinquanta anni dell’organismo.
Non era la prima volta che alcune dichiarazioni di Papa Francesco avessero causato delle reazioni nel mondo ebraico. Il tema è sempre quello: la presentazione dell’Ebraismo come una religione solo della legge, nemmeno misericordiosa, cui si contrappone il cristianesimo, che si risalterebbe da alcune parole di Papa Francesco. Il caso si è ripetuto a seguito dell’Angelus dell’11 agosto, e ha creato un botta e risposta tra due rabbini e il Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, dicastero che include in sé anche la Commissione per le Relazioni Religiose con gli Ebrei.
Papa Francesco ha presieduto in modalità on line il Consiglio dei Cardinali per la riforma della Curia Romana. La riunione si è svolta ieri pomeriggio.
Come da tradizione, il Papa incentra la meditazione dell'Udienza Generale odierna sul suo recente Viaggio Apostolico a Budapest e in Slovacchia. In Aula Paolo VI il Pontefice racconta ai fedeli tappa per tappa le emozioni del suo viaggio. "Lo riassumerei così: è stato un pellegrinaggio di preghiera, un pellegrinaggio alle radici, un pellegrinaggio di speranza", dice il Papa.
L’ironia sul conclave che si stava già preparando dopo l’operazione per la stenosi diverticolare. La mancanza di pazienza, a volte, per quelli che fanno “commenti cattivi” sul suo conto. La ratio dietro la decisione di abolire le deroghe volute dal Summorum Pontificum per celebrare il rito con l’uso antiquior. E il problema delle ideologie, a partire da quella del gender, che “è pericolosa”. Con i gesuiti di Slovacchia, Papa Francesco non si è tirato indietro, ha risposto a tutte le domande, non ha lesinato anche riferimenti quasi diretti. E ha sottolineato che nella Chiesa c’è “la tentazione di andare indietro”.
"L’Apostolo Paolo parla di ampiezza, lunghezza, altezza e profondità dell’amore di Cristo. Contemplando il Crocifisso, vediamo ogni dimensione umana abbracciata dalla misericordia di Dio. Il suo amore kenotico e compassionevole tocca, attraverso la Croce, i quattro punti cardinali e raggiunge le estremità della nostra condizione, congiungendo in modo inscindibile il rapporto verticale con Dio e quello orizzontale con gli uomini, in una fraternità che la morte di Gesù ha definitivamente reso universale". Lo ha scritto il Papa nel messaggio inviato al Congresso Teologico Internazionale nell’ambito delle iniziative in occasione del terzo centenario della Fondazione della Congregazione Passionista.
"Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti". Nell'Angelus di oggi il Papa riflette su questa frase di Gesù. In Piazza San Pietro, il Pontefice commenta: "Mediante questa frase lapidaria, il Signore inaugura un capovolgimento: rovescia i criteri che segnano che cosa conta davvero. Il valore di una persona non dipende più dal ruolo che ricopre, dal successo che ha, dal lavoro che svolge, dai soldi in banca; no, la grandezza e la riuscita, agli occhi di Dio, hanno un metro diverso: si misurano sul servizio. Non su quello che si ha, ma su quello che si dà".
Nel rispondere agli abusi, la Chiesa deve affrontare “la verità di questi comportamenti crudeli” e cercare “il perdono delle vittime e dei sopravvissuti”, in modo da poter essere di nuovo considerata “con fiducia un luogo di accoglienza e sicurezza per coloro che sono bisognosi”. In un videomessaggio, Papa Francesco si rivolge ai partecipanti all’incontro La nostra comune missione di proteggere i bambini di Dio, promosso dalla Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori e dalle Conferenze dei Vescovi dell’Europa Centrale e Orientale.