É stato San Giovanni Paolo II nel 1982 a decidere che Piazza San Pietro dovesse avere un presepe e anche un albero di Natale.
L’ultimo appuntamento giubilare è stato quello dedicato ai detenuti, con la celebrazione della messa presieduta da Leone XIV nella basilica di san Pietro nella giornata conclusiva.
Oggi, la sua memoria liturgica. Ripercorriamo "a volo d'angelo" le tappe più importanti della sua biografia
La terza domenica di Avvento, la Domenica Gaudete, ci conduce al cuore stesso dell’esperienza cristiana: la gioia. Non una gioia superficiale o dettata dalle circostanze, ma la gioia che nasce dall’annuncio che il Signore è vicino. Il profeta Isaia, nella prima lettura della santa Messa, ci aiuta ad entrare in questa realtà.
La figura della santa arriva, grazie ad antiche tradizioni popolari, fino alla Scandinava
Oggi pomeriggio sarà eseguita dall'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, diretta da Muti, alla presenza di papa Leone XIV
Le immagini del viaggio in Turchia di Papa Leone XIV
Domani, la sua memoria liturgica
L'intervista a a padre Fabio Nardelli, docente di Ecclesiologia alla Pontificia Università Lateranense, alla Pontificia Università Antonianum di Roma ed all’Istituto Teologico di Assisi
“Mi unisco poi alla Chiesa in Italia che oggi ripropone la Giornata di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi, perché cresca la cultura del rispetto come garanzia di tutela della dignità di ogni persona, specialmente dei minori e dei più vulnerabili”: al termine della recita dell’Angelus domenicale papa Leone XIV ha pregato per le vittime degli abusi nella Chiesa, che si celebra martedì 18 novembre con il titolo ‘Rispetto. Generare relazioni autentiche’.
Con la solennità dell’Immacolata Concezione, la Chiesa celebra la grandezza della Vergine Maria e il suo ruolo unico nell’opera della redenzione del mondo. Una parola del vangelo ci aiuta a cogliere il senso di questa festa. L’arcangelo Gabriele saluta la giovane donna di Nazareth, chiamata a divenire Madre di Dio, con parole inusuali: “piena di grazia”. Questa espressione nel linguaggio biblico ha il significato di perdonata, riscattata, graziata dalla misericordia divina. Maria, dunque, è “piena di grazia” perchè Dio l’ha preservata dalla colpa originale, rendendola un Tempio, un Tabernacolo incontaminato che accoglie il Verbo incarnato. Dio, in altre parole, si è riservato, nella palude in cui vive l’umanità a causa del peccato, “un giardino fiorito” su cui posarsi e giungere a noi.
Oggi, la sua memoria liturgica. Ripercorriamo "a volo d'angelo" le tappe più importanti della sua biografia
Il Vangelo di questa seconda domenica di Avvento ci presenta una figura che domina questo tempo santo: Giovanni Battista, che si presenta come una voce che risuona nel deserto (Mt 3,1-12): una voce, però, particolare: non attira l’attenzione su di sé, ma la orienta su di un Altro; non intrattiene, ma scuote; non seduce, ma invita alla conversione.
Durante il processo di gestione dei fondi della Segreteria di Stato, si era detto che l’Istituto per le Opere di Religione, la cosiddetta “banca vaticana”, non poteva erogare credito. Perché, in effetti, lo IOR non è una banca, e dunque non fa prestiti, a meno che non siano dei prestiti personali ai dipendenti. Il primo rapporto di sostenibilità dello IOR parla di un’“erogazione di prestiti personali a sostegno di famiglie e dipendenti dalla Santa Sede”, che è ammontata lo scorso anno ad 859 mila euro e che riguarda “esclusivamente” abitazione, spese sanitarie, necessità familiari e domestiche ordinarie e non ricorrenti, e istruzione. In generale, si parla di 53,9 milioni di euro di “importo complessivo dei finanziamenti di ogni tipologia erogati a dicembre 2024”, cui si aggiungono iniziative sociali attraverso la società immobiliare SGIR, che mettono anche a disposizione degli immobili per alcune attività caritatevoli e di sostegno alle famiglie.
L'intervista al direttore della Caritas diocesana di Fabriano-Matelica, Gian Luigi Farneti
L’immagine di Leone XIV con i patriarchi ortodossi sull’antico sito dove avvenne il Concilio di Nicea ha mostrato come il dialogo ecumenico sia continuo e vivo, nonostante le difficoltà. Nell’ultimo mese, tuttavia, non c’è stato solo il dialogo, costante, con le Chiese dell’oriente cristiano. C’è un dialogo con la Comunione Anglicana che è in corso, e un lavoro anche con le altre confessioni cristiane da considerare.
Erano rimasti in “silenzio”, nascosti al mondo, continuando a coltivare la fede cattolica senza sacerdoti, e a rischio di persecuzione. Sono stati celebrati da film e libri. Si chiamavano Kakure Kirishitan, Oggi, i cristiani del silenzio del Giappone potrebbero avere anche un percorso di pellegrinaggio dedicato, progettato dai vescovi del Paese.
Il volume “La città giusta – Scritti su esclusione e comunità”, che raccoglie gli scritti di don Luigi Di Liegro a cura di Pierciro Galeone e Alessandro Romelli e con una prefazione del cardinale Baldo Reina, è stato pubblicato qualche giorno fa, edito da Edizioni Lavoro. Promosso dalla Fondazione internazionale don Luigi Di Liegro ETS, il libro racconta la visione di una “città giusta” per Don Liegro, Fondatore della Caritas di Roma che conosceva benissimo i disagi dei senza fissa dimora della Capitale. Abbiamo chiesto a Pierciro Galeone, Vice Presidente della Fondazione Internazionale Don Luigi di Liegro e Direttore dell’IFEL ( Istituto per la finanza e l’economia locale), di raccontarci nel dettaglio questo nuovo libro e di aiutarci a comprendere meglio questa visione di Don Luigi:
‘La chiesa sul fiume – Memorie perdute di un imperatore’ dà il titolo alla raccolta, scritta da Sergio Calistri, di tre testi narrativi ambientati in epoche distinte e ricostruisce in forma letteraria una spedizione immaginaria dell’imperatore Carlo Magno nella Val di Chienti, finalizzata al recupero di una reliquia attribuita all’apostolo Pietro; mentre il racconto ‘La croce e la coccarda – Storia di un amore difficile’, è ambientato nel contesto del sacco di Macerata del 1799, concentrandosi su due figure contrapposte per ideologia ma unite da un legame affettivo: Lucia, insorgente fedele alla tradizione religiosa, e Andrea, giacobino repubblicano. Infine il racconto ‘Non vuole che se ne parli’ intreccia memoria storica e resistenza civile, seguendo le vicende della famiglia ebraica Levi-Benvenisti durante le persecuzioni nazifasciste in Italia. Attraverso la rete clandestina costruita da Tullio Colsalvatico e dal parroco di Fiastra, il racconto narra fughe, nascondigli, documenti falsi, gesti di coraggio e scelte dolorose.