Una volta, sulla tomba del Cardinale Pio Laghi nella cattedrale di Faenza, è stato trovato un biglietto di ringraziamento firmato “Algunas madres de Plaza de Mayo”. Le mamme di Plaza de Mayo sono le madri dei desparecidos argentini, di coloro che la dittatura militare di Buenos Aires aveva fatto scomparire e che si sono radunate in un movimento di protesta. E il Cardinale Pio Laghi era stato nunzio in Argentina proprio nei durissimi anni della dittatura, dal 1974 al 1980.
E' il piccolo seme di senape che fa spiccare alta la pianta. Questa citazione, ripresa dalle pagine del vangelo, sta ad indicare come è, nella semplicità e nell'ordinarietà, che cresce l'albero della santità. E di questa, sono stati i frutti di un redentorista belga, morto il 6 marzo 1955, nel collegio di Scifelli di Veroli (FR):padre Vittore Waroux.
Moriva dieci anni fa, all'età di 84 anni, il cardinale malgascio Armand Gaétan Razafindratandra - Arcivescovo emerito di Antananarivo - terzo porporato nella storia del Madagascar dopo i cardinali Jérôme Louis Rakotomalala e Victor Razafimahatratra.
È la antica Cartagine, la terra di Cipriano, Tertulliano ed Agostino, ma anche la terra di tre Papi. E la Tunisia, Paese oggi al 95 per cento musulmano, se ne è ricordata nel giorno di Natale, quando ha emesso una serie di tre francobolli raffiguranti i tre Papi di origine africana proveniente da Cartagine: Vittore I (189 – 199), Milziade (311 – 314) e Gelasio I (492 – 496).
La conversione dei peccatori, certo. Ma anche la necessità di un cambio culturale, nonché di una giustizia bene esercitata. Sono questi gli ingredienti per combattere la corruzione, secondo l’arcivescovo Michele Pennisi di Monreale e il prefetto Claudio Sammartino. Ingredienti sviluppati in un libro, “Dialogo sulla corruzione” (edizione Scientifica) che si conclude con una conversazione tra i due, moderata dal giornalista Giuseppe Di Fazio.
Il 20 gennaio 1982 si spegnava padre Davide Oldani, definito da chi ha avuto il dono di conoscerlo il parroco santo di Scifelli.
Entrando nella parrocchia romana di San Francesco a Ripa, a Trastevere, sulla navata di sinistra si vede la tomba di un piccolo fraticello, che dorme con in mano la Regola francescana ed un crocifisso. Dal suo volto traspare serenità e cosa sorprendente un allegro sorriso. Il suo nome è frate Carlo da Sezze.
La Chiesa, perché non perdiamo di vista che il mistero dell’Incarnazione è il centro della storia, propone nuovamente alla nostra riflessione, in questa seconda domenica dopo Natale, il Prologo del Vangelo di san Giovanni dove la nascita di Cristo viene considerata nella prospettiva dell’eternità.
Un grande crocifisso tra pareti bianche e le volte profonde del soffitto, i veli neri delle suore che tremano leggermente, ai suoi piedi, mentre una luce tenute colpisce i muri e i capi chini in preghiera. E' una foto, in bianco e nero, di rara intensità e poesia, che documenta, una volta ancora, la vita in un monastero, nella scelta "estrema"; della clausura, ma soprattutto ritraggono la pace e l'intensità di questa vita che sfugge a qualsiasi definizoone. Una foto che, insieme ad altre undici, a sua volta è destinata a scandire la vita di molti altri, perché fa parte di un calendario.
Papa Francesco, nel Suo Magistero, ha più volte invitato i fedeli a guardare alle reali esigenze dell'altro per porvi rimedio. Non solo solidarietà, seppur la più alta, ma autentica Carità perché ispirata, direttamente, ai valori del Vangelo.
Il Santo Padre Francesco, nel corso del 2018, si è recato in visita a San Giovanni Rotondo per pregare sulla tomba di San Pio da Pietrelcina.
Il Figlio di Dio ha voluto iniziare la sua missione di Salvatore all’interno di una famiglia, la quale non solo è la prima realtà che Gesù ha santificato con la sua presenza, ma anche luogo dove il Bambino Gesù, fragile, senza potere e minacciato ha trovato aiuto, cure e protezione. Erode cerca di ucciderlo, ma Dio lo protegge e si serve, come suo strumento, di san Giuseppe il quale obbedisce con prontezza e disponibilità a quanto gli viene chiesto per proteggere e custodire Maria e il bambino. L’obbedienza di Giuseppe non è inquinata da interessi personali perché egli ha fatto della volontà di Dio la legge suprema della sua vita.
Dal 28 dicembre la città polacca di Breslavia ospita i giovani europei di Taizè, che in questo anno hanno camminato, approfondendo la dimensione dell’ospitalità attraverso proposte concrete, che “invitano i cristiani a scoprire in Dio la fonte dell’ospitalità.
“Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: «Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo».
Considerato il canto più famoso e più bello del mondo, cantato in ogni angolo del nostro globo in oltre 300 lingue e dialetti, inscindibilmente legato al Natale, risuonò per la prima volta il 24 dicembre 1818 nel villaggio di Oberndorf sul Salzach vicino a Salisburgo.
Nella prima lettura di questa santa Messa abbiamo ascoltato la promessa che Dio fa al popolo ebraico: Ecco la vergine concepirà e partorirà un Figlio che sarà chiamato Emmanuele. Il brano di Vangelo racconta il compimento della profezia di Isaia. E così veniamo introdotti a riflettere sull’evento storico della Incarnazione nel quale Dio, in Gesù Cristo, è entrato di persona nella storia e si è fatto “Emmanuele”, Dio con noi e per noi parlarci personalmente, per farsi nostro amico e salvarci.
Il 17 dicembre 1999, esattamente 20 anni fa, moriva a Roma il Cardinale gesuita Paolo Dezza, il cui nome è legato in modo inscindibile alla storia della Compagnia di Gesù. Fu infatti lui a guidare i gesuiti nel passaggio dal generalato di Padre Arrupe a quello di Padre Kolvenbach.
Uno degli alunni dell'Almo Collegio Capranica è particolarmente bravo e diligente. Ma la cosa che più sorprende, disse il seminarista Camillo Laurenti suo compagno, è che è la persona più santa da lui incontrata nel corso della sua giovane vita. Siamo nel 1871 ma ancora oggi quell'esempio viene ricordato con tanta premura. Di chi parliamo? Di Nazareno Santolini, passionista e per ben 29 anni maestro dei novizi di questa Congregazione religiosa.
È una tradizione che si rinnova dal XIII secolo, quella dei Presepi in Polonia, e che a Cracovia ha raggiunto un livello tale da diventare parte della storia e della cultura della popolazione. Per questo motivo, lo scorso anno, i presepi di Cracovia sono stati inclusi tra i patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.
Giovanni il Battista si trova in prigione a causa della sua coerenza di vita. Egli appare come l’emblema della giustizia, della rettitudine. Non è una “canna” al vento, ma una “quercia, una persona, cioè, rigorosa, limpida e coerente, che non cerca di compiacere il potente di turno. Egli è un maestro di vita che trae la forza ed il coraggio della testimonianza dalla Parola di Dio.