Tra i grandi mistici del Cinquecento spagnolo, merita un posto di tutto riguardo San Giovanni della Croce. Riformatore del Carmelo, uomo di profonda preghiera, contemplativo di eccezione, la sua esistenza si snodò fra molte prove e grandi doti che vennero usate per i fratelli.
Celestino V, al secolo Pietro di Morrone, fu il Papa che fece il “gran rifiuto”, tra i pochissimi a rinunciare al Pontificato. In visita sulla sua tomba, il 28 aprile 2009, Benedetto XVI vi lasciò il suo pallio, quasi a lasciar comprendere che anche lui avrebbe rinunciato al pontificato. Nel breve periodo in cui fu pontefice (dal 29 agosto al 13 dicembre 1294), Celestino V ha lasciato un segno indelebile alla sua città dell’Aquila e alla Basilica di Collemaggio dove fu incoronato Papa: la “festa del perdono” o perdonanza, che dall’altro ieri è stata proclamata patrimonio immateriale dell’umanità dell’UNESCO.
Ricorre oggi il 40/mo anniversario della morte del Cardinale tedesco Alfred Bengsch , Vescovo di Berlino dal 1961 fino alla sua morte.
Non ha portato a conclusioni, la commissione mista cattolica-ortodossa voluta da Papa Francesco per meglio delineare la figura del Cardinale Aloizije Stepinac, arcivescovo di Zagabria, processato e incarcerato dai comunisti. Un martire, beatificato da San Giovanni Paolo II, ma ancora non canonizzato per l’opposizione dei serbi, che lo hanno accusato di collaborazionismo con il regime nazista degli ustascia. Eppure, più i documenti storici vengono fuori, più questi sono inoppugnabili. Una recente ricerca ha messo ancora una volta in luce come il Cardinale Stepinac abbia salvato almeno 6 mila ebrei durante la guerra. Un dato che dovrebbe far riflettere tutti quelli che lo accusano di collaborazionismo con i nazisti.
I trenta anni dalla caduta del muro di Berlino coincidono anche con i trenta anni della Rivoluzione di Velluto in quella che allora era la Cecoslovacchia. Rivoluzione di velluto perché fu un moto di protesta non cruento, guidato soprattutto da studenti, che andò ad erodere il sistema comunista fino alle elezioni libere che portarono Vaclav Havel alla presidenza della Repubblica. Un movimento che portò alla separazione, anche questa incruenta, tra Repubblica Ceca e Slovacca.
Era il cappellano di Solidarnosc, le sue “Messe per la patria e per chi le causa sofferenza” colpivano al cuore, non si è mai nascosto, ma ha sempre proclamato il Vangelo, anche quando farlo significava andare incontro al martirio. E da martire è morto padre Jerzy Popieluszko, il 19 ottobre 1984, all’età di 37 anni, rapito, torturato, ucciso e gettato nella Vistola da tre funzionari del Partito Comunista Polacco.
Per gli armeni, la musica è memoria. E così, dopo il genocidio del 1915 che ha ucciso circa 1,5 milioni di armeni, era necessario ricostruire un archivio musicale che era andato perduto. Ci pensò Komitas Vardapet, che pure di quel genocidio fu vittima e che a causa di quel genocidio impazzì. Il 150esimo della sua nascita viene ricordato a Roma con un concerto in Santa Maria in Trastevere il prossimo 12 dicembre. Un concerto particolare: per la prima volta, infatti, si esibisce a Roma il coro dei diaconi di Etchmidzin, il “vaticano” della Chiesa apostolica armena.
Con un fortissimo “Credo”, denso di riferimenti teologici e teso a rinnovare le verità di fede, Pio IX aprì l’8 dicembre 1869 il Concilio Vaticano I. La data dell’8 dicembre non era scelta a caso. Era parte di una precisa strategia di Pio IX per rinsaldare la fede della popolazione, mentre le idee liberali cominciavano a prendere piede, Roma era praticamente sotto assedio, e si cominciava a leggere la fede non con le lenti della verità, ma attraverso quelle dell’evoluzione.
Oggi la Chiesa celebra la solennità dell’Immacolata Concezione. Una festa particolarmente cara al cuore del popolo cristiano.
È stata sospesa la beatificazione di Fulton Sheen, il popolare telepredicatore statunitense degli anni del Concilio ammirato anche da Ratzinger. La beatificazione era prevista a Peoria, in Illinois (USA) il prossimo 21 dicembre, ed è stata rinviata a data da destinarsi. L’annuncio due giorni fa dalla Conferenza Episcopale degli Stati Uniti, che, pur non mettendo in discussione le virtù eroiche di Sheen, ha chiesto di sospendere la canonizzazione in attesa dei risultati di un processo per abusi nella diocesi di Rochester ai tempi in cui il vescovo fu il venerabile Sheen.
Dal 1993 al 2008 Christian Richard è stato nella Guardia Svizzera Pontificia in servizio attivo. Ma si sa, una guardia lo rimane per sempre, e ora dopo 15 anni finalmente esce in francese il libro che aveva segnato gli anni della sua vita romana dedicato proprio alla storia dell’ “esercito del Papa”.
"Non ci sono priorità da anteporre all’annuncio della risurrezione, al kerigma della speranza". Lo ha detto Papa Francesco la scorsa settimana ai partecipanti all'incontro internazionale "La Chiesa in uscita". Chi ha partecipato al Convegno, organizzato dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, è Carlos Macias De Lara, Presidente e Fondatore del Centro Kerigma. ACI Stampa lo ha intervistato:
Non c’è stato ancora un comunicato ufficiale sui temi dell’incontro tra la delegazione della Santa Sede con il Patriarcato di Costantinopoli al Fanar. Come di consueto ad Istanbul per la festa di Sant’Andrea, la delegazione guidata dal Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, ha portato un messaggio di Papa Francesco. La celebrazione solenne della festa del fondatore della Chiesa di Costantinopoli Andrea era però densa di segnali al mondo ortodosso. Come si svilupperanno le relazioni con Roma?
Con il tempo di Avvento inizia, per la Chiesa, anche il nuovo Anno liturgico, nel corso del quale torniamo a ri-vivere la vita, la morte e la resurrezione di Cristo. In tal modo celebrando le feste dell’anno liturgico, noi abbiamo la possibilità di entrare sempre di più nel mistero di Cristo e così assimilare la redenzione da Lui operata. In definitiva quello che oggi inizia è un cammino nel quale siamo chiamati a “rivestirci del Signore Gesù” perché è Lui la nostra vera identità, perché solo in Lui troviamo la Verità ed il senso della vita, il nostro vero destino.
Camminando per le via del centro storico di Roma si possono ammirare diversi palazzi e chiese che testimoniano la cultura e la fede del popolo romano. In questo luogo, famoso per i diversi artisti che nel corso del tempo vi hanno lavorato, è possibile scorgere, anche, tante belle occasioni per poter testimoniare la fede in modo concreto e convincente.
"Noi lo ricordiamo con affetto e con stima, e sentiamo anche il bisogno di ringraziarlo per quanto egli ha compiuto per la Santa Sede e per la Chiesa intera. Lunga e benemerita è stata infatti l’opera svolta dall’illustre defunto, specialmente nell’ambito della curia romana, in vari dicasteri e durante la celebrazione del Concilio Vaticano II. Con grande spirito apostolico compì sempre il suo dovere, mantenendo in tutte le mansioni occupate la sua mitezza d’animo, la sua gentilezza, la sua bontà. Fu uomo di Curia e amò intensamente la Chiesa applicandosi con ardore al suo servizio". Con queste parole Giovanni Paolo II ricordava nella omelia della messa esequiale il Cardinale Ernesto Civardi, di cui oggi ricorre il 30/mo anniverasio della morte.
Il mese di novembre è il mese quando in modo particolare ci ricordiamo dei nostri defunti. E in questo mese visitiamo i cimiteri per pregare sulle tombe dei nostri cari.
Si chiama “Primato e Sinodalità nel secondo millennio ed oggi” il documento allo studio della Commissione Mista Internazionale per il Dialogo Teologico tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa ortodossa. Il comitato di coordinamento della commissione si è riunito a Bose dall’11 al 15 novembre, co-presieduto dal Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, e dell’arcivescovo Job di Telmessos, che rappresenta il Patriarcato ecumenico presso il Consiglio ecumenico delle Chiese.
Camminando per Roma si possono ammirare numerosi palazzi che raccontano un tempo passato, ma ancora vicino, testimoniato dalle vestigia qui presenti. In questo giro, oltre a questi monumentali edifici, ci si imbatte spesso in molte immagini della Madonna.
L’ultimo martire beatificato fu un samurai che non morì ucciso, ma morì a causa della persecuzione nelle Filippine, dove era giunto in esilio con altri cristiana. Justus Takayama Ukon, il samurai di Cristo, si è aggiunto nel 2017 alla schiera di martiri giapponesi, a centinaia, tutti periti tra il XVI e il XVIII secolo. E la sua storia, come quella di tutti gli altri periti per non abiurare la loro fede, sta a raccontare come il Giappone sia davvero una storia di martiri.