Il giorno di Pasqua il cammino delle stazioni arriva a Santa Maria Maggiore.
Nel brano di Vangelo abbiamo sentito raccontare che le donne, testimoni della morte e della sepoltura di Cristo, si recano al sepolcro e a loro si presentano due uomini in abito sfolgorante che si rivolgono ad esse con queste parole: “… Voi cercate Gesù Nazareno, il crocefisso. È risorto, non è qui". La constatazione del sepolcro vuoto, e le parole esplicative dell’angelo, suscitano grande stupore nelle donne. E’ lo stupore dell’uomo di fronte alla risurrezione del Crocefisso. La narrazione che fa Pietro di questo avvenimento è semplice: "Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che apparisse a noi … che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti". Qui è narrata l’unica novità vera accaduta in questo mondo.
Il Sabato Santo il pellegrinaggio delle stazioni torna a San Giovanni in Laterano.
Il Venerdì Santo il pellegrinaggio delle stazioni torna di nuovo a Santa Croce in Gerusalemme.
Il Giovedì Santo la Diocesi di Roma si riunisce nella sua Cattedrale, San Giovanni in Laterano per celebrare la Messa in Coena Domini.
Per la domenica della Palme, a Bucarest, c’è una processione di fiori che comincia alle porte della città, dalla chiesa francese vicino il monumento dell’aviatore, e arriva fino alla cattedrale dedicata a San Giuseppe. È così che si apre la settimana santa nella capitale della Romania che Papa Francesco visiterà il prossimo 31 maggio.
Mercoledì santo si arriva di nuovo a Santa Maria Maggiore.
La croce e l’altare sono rimasti al loro posto, e sono stati la prima cosa che hanno visto i pompieri finalmente entrati nella Cattedrale di Notre Dame dopo aver domato le fiamme. E anche il bellissimo rosone del XIII secolo che dava luce alla cattedrale è rimasto lì. Ma la guglia è andata, e con lei si pensa siano andate perdute anche le tre sacre reliquie contenute nella scultura di un gallo su di essa: un pezzettino della corona di spine, una reliquia di San Denis, e un’altra d Santa Genoveffa, patrona della città di Parigi.
Santa Prisca all’ Aventino è la parrocchia dove oggi arriva il cammino stazionale ed davvero speciale.
L’Europa vista da San Giovanni Paolo II è una Europa dai due polmoni, con un forte radicamento ad Est, dove il cristianesimo ha fatto da baluardo, bloccando di fatto l’avanzata dell’ondata islamica prima, di quella sovietica poi. E lo si può dedurre da un libro, “San Giovanni Paolo II e la sua Europa”, realizzato in occasione del centesimo anniversario della riconquista dell’indipendenza da parte della Polonia e del quarantesimo anniversario di pontificato di Karol Wojtyla.
Padre Luigi Maria Pazzaglia raggiunse la casa del Padre, il 28 luglio 1972, a Genova. Questo nome oggi dice poco, in quanto la sua vita si è snodata, con rapida agilità, nell'Italia settentrionale dove ha svolto il suo apostolato mariano. In più il tempo, alle volte, sbiadisce i ricordi anche quelli più luminosi che però la storia, maestra della vita, non cancella.
La Domenica delle Palme il cammino delle stazioni a Roma arriva di nuovo a San Giovanni in Laterano.
Con questa domenica entriamo nell’unica settimana che è qualificata “santa” dalla Chiesa. La processione con le palme ci ricorda che la Pasqua è ormai vicina. Noi riviviamo, in maniera simbolica e sacra, la scena evangelica dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme, gremita di popolo. Gesù viene pubblicamente riconosciuto e accolto come il Messia, il Salvatore atteso da secoli inviato da Dio per la redenzione del mondo.
Molti romani sono stati invitati a un matrimonio nella piccola chiesa medievale di San Giovanni a Porta Latina, che è stazione quaresimale il sabato prima della Domenica delle Palme.
L’ultimo venerdì prima della Settimana Santa il commino delle stazioni arriva alla chiesa di Santo Stefano Rotondo al Celio. Un esempio mirabile di architettura paleocristiana.
Il 12 aprile di 60 anni fa moriva a Bozzolo, nel mantovano, Don Primo Mazzolari, la tromba dello Spirito Santo nella Bassa Padana, come ebbe a dire Papa Giovanni XXIII nell'udienza privata concessagli nel febbraio 1959.
Filippo Benizi, santo, medico e superiore generale dei Servi di Maria è stata una figura eccezionale nella storia religiosa del milleduecento. Ciò in quanto il suo carisma e la sua forte aderenza al vangelo, hanno arricchito la comunità ecclesiale di una nuova spiritualità. Sempre ricca e profonda in quanto affonda le proprie radici nell'amore alla Vergine. Vivente ancora qualcuno dei Sette santi fondatori, a quest'uomo, tra umiltà e decisione, toccò il compito di dare stabilità ai propri confratelli nel momento più delicato della loro percorso evolutivo, cioè nella fase dell'approvazione della Regola, che si avrà tempo dopo la fondazione.
Si resta sempre a via del Corso per la tappa del cammino stazionale e oggi si arriva a San Marcello al Corso.
I martiri di Algeria sono stati beatificati ad Orano lo scorso 8 dicembre. E l’unico sopravvissuto dei monaci trappisti, che erano sette del gruppo di 19 martiri, è padre Jean Pierre, che Papa Francesco ha salutato durante l’incontro con i sacerdoti. All’incontro, partecipava anche il vescovo Jean Paul Vesco, di Orano. Che vede un filo rosso che collega la storia dei martiri di Tibhirine alla presenza di Papa Francesco in Marocco, ma anche al recente viaggio di Papa Francesco negli Emirati Arabi Uniti.
Nel coro della chiesa della Santissima Annunziata, a Firenze, si contempla la statua di un uomo, di imponente corporatura, in atteggiamento estatico. Il suo nome è Ubaldo Adimari, meglio conosciuto come fra Ubaldo da Borgo San Sepolcro, appartenente all'Ordine dei Servi di Maria.