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Papa Francesco, la suora anti-tratta per le meditazioni della via Crucis al Colosseo

Suor Eugenia Bonetti | Suor Eugenia Bonetti, che scriverà le meditazioni della Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo | Wikimedia Commons Suor Eugenia Bonetti | Suor Eugenia Bonetti, che scriverà le meditazioni della Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo | Wikimedia Commons

Sarà la sofferenza provocata della tratta di esseri umani il tema centrale delle meditazioni della Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo. E per questo, Papa Francesco ha chiesto a suor Eugenia Bonetti, missionaria della Consolata che ha speso una vita a combattere il fenomeno, di scrivere le meditazioni della via Crucis.

Classe 1939, originaria di Bubbiano, suor Eugenia Bonetti ha dedicato tutta la sua vita missionaria alle donne vittime di violenza e alla loro rinascita spirituale, mettendo in piedi una rete di aiuti, collaborazioni e progetti mirati a combattere il fenomeno della tratta e a far uscire le donne dal tunnel della prostituzione.

Suor Bonetti entra nella Congregazione della Consolata a venti anni, nel 1959. Nel 1967 viene inviata in Kenya, e vi resta fino al 1991, quando rientra in Italia e comincia a lavorare in un centro di auto e accoglienza della Caritas a Torino con donne immigrate. Molte di loro sono vittime della tratta.

A loro dedica una ricerca sulle donne vittima di tratta in Europa che è la sua tesi finale al corso di specializzazione post-laurea su “Missione, Giustizia e Pace” del Missionary Institute of London. Da questa ricerca scaturirà il suo primo libro sul tema.

Dal 2000 al 2015 lavora nel settore “Tratta, donne e minori” negli uffici centrali dell’Unione Superiore Maggiori d’ Italia, mediando con le ambasciate perché le vittime riottengano dai trafficanti i documenti loro sottratti. Sviluppa in quegli anni una rete con varie organizzazioni non governative, e dal 2004 al 2007, in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale dell’Immigrazione e l’Unione Superiori Generali, con l’aiuto economico del Dipartimento di Stato USA, organizza e coordina corsi di formazione per religiose in vari Paesi maggiormente colpiti dal fenomeno della tratta.

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Dal dicembre 2012 è fondatrice dell’associazione “Slaves No More Onlus”, di cui è tuttora presidente, con lo scopo di formare, informare e prevenire la tratta, e liberare e promuovere la donna emarginata e vittima di tratta.

Tutto questo background sarà parte delle meditazioni della Via Crucis al Colosseo. Una tradizione, quella della via Crucis, che risale al XVIII secolo. La prima fu celebrata nel 1750, voluta da Benedetto XIV per quell’anno giubilare. Fino all’unità d’Italia del 1861, il Colosseo era la meta della via Crucis che percorreva la Via Sacra.

Poi, con l’esilio del Papa in Vaticano, la tradizione si perse, fino al 1926, quando tornò la croce al Colosseo. Giovanni XXIII ripristinò la Via Crucis al Colosseo per il solo 1959, mentre Paolo VI fece ripartire la tradizione nel 1965. Giovanni Paolo II diede un altro elemento di novità, affidando le meditazioni non solo a religiosi, ma anche a personalità della cultura e laici, e – nel 1994 – al patriarca ecumenico Bartolomeo I.

Papa Francesco ha affidato le meditazioni della Via Crucis 2013 al Cardinale Bechara Boutros Rai; del 2014 all’arcivescovo Giancarlo Maria Bregantini di Campobasso; del 2015 al vescovo Renato Corti, emerito di Novara; del 2016 al Cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia; del 2017 alla teologa Anne Marie Pellettier, vincitrice del Premio Ratzinger 2014; e del 2018 a un gruppo di studenti coordinati da Andrea Monda, allora professore di liceo e ora direttore dell’Osservatore Romano.