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Papa Francesco spiega la differenza tra corruzione e peccato

La storia dei due figli del padrone della vigna è occasione per il Papa di ricordare la differenza tra corrotto e peccatore. Il primo non ha speranza, il secondo sì

Papa Francesco, Angelus | Papa Francesco durante un Angelus | archivio CNA Papa Francesco, Angelus | Papa Francesco durante un Angelus | archivio CNA

Un uomo ha una vigna e due figli e a entrambi chiede di andare a lavorare nel campo. Il primo dice no, ma poi ci ripensa, il secondo dice sì, ma non ci va. È il Vangelo di oggi, che è anche l’occasione, per Papa Francesco, di spiegare la differenza tra corrotto e peccatore, una differenza che il Papa si porta dietro dal fondatore dei gesuiti, Sant’Ignazio di Loyola. Il primo non ha speranza, mentre il secondo sì. Dopo l’Angelus, il Papa annuncia che il 6 novembre incontrerà bambini di tutto il mondo, che il 15 ottobre sarà pubblicata una esortazione su Santa Teresa di Lisieux e prega per il dramma umanitario in Nagorno Karabakh.

È una assolata prima domenica di ottobre, e mentre i padri sinodali sono in ritiro a Sacrofano, dopo il Concistoro e in attesa che i nuovi cardinali celebrino insieme al Papa all’inizio del Sinodo, il Papa continua regolarmente i suoi appuntamenti. Come sempre, prima della preghiera dell’Angelus, il Papa commenta il passo del Vangelo.

E, dopo averlo ripercorso, si chiede cosa dire del comportamento dei due figli. “Viene subito – dice Papa Francesco - da pensare che andare a lavorare nella vigna richiede sacrificio e che sacrificarsi costa, non viene spontaneo, pur nella bellezza di sapersi figli ed eredi”.

Il tema, però, è la “sincerità o meno di fronte al padre o di fronte a se stessi”, perché “se infatti nessuno dei due figli si comporta in modo impeccabile, il primo mente, mentre il secondo sbaglia, ma resta sincero”.

Il primo – nota Papa Francesco – dice sì, ma poi non va, e questo significa che “non vuole fare la volontà del padre, ma non vuole nemmeno mettersi a discuterne e parlarci” e così “si nasconde dietro a un ‘sì’, dietro a un finto assenso, che nasconde la sua pigrizia e per il momento gli salva la faccia. Se la cava senza conflitti, però raggira e delude suo padre, mancandogli di rispetto in un modo peggiore di quanto non avrebbe fatto con uno schietto ‘no’.”

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Chiosa Papa Francesco: “Un uomo che si comporta così è che non è solo un peccatore, ma un corrotto, perché mente senza problemi per coprire e camuffare la sua disubbidienza, senza accettare alcun dialogo o confronto onesto”.

Il secondo figlio, invece, non è perfetto, ma sincero, non dice subito sì, ma “manifesta in modo schietto e in un certo senso coraggioso la sua riluttanza. Si assume, cioè, la responsabilità del suo comportamento e agisce alla luce del sole”. Ed è questa onestà che lo porta a mettersi in discussione “arrivando a capire di avere sbagliato e tornando sui suoi passi”. Insomma, nota il Papa, è “un peccatore, ma non un corrotto. E per il peccatore c’è sempre speranza di redenzione; per il corrotto, invece, è molto più difficile”.

Il corrotto, infatti, si trova dietro il “muro di gomma” dei “suoi falsi sì, le sue parvenze eleganti ma ipocrite e le sue finzioni diventate abitudini”.

Papa Francesco invita allora ad interrogarsi sulla propria vita: siamo disposti a dire “sì” anche quando costa, sono sincero nel dire che non ce la faccio, sono disposto a pentirmi o faccio finta di niente. “In definitiva, sono un peccatore, come tutti, oppure c’è in me qualcosa di corrotto?”, conclude.

Dopo la preghiera dell’Angelus, Papa Francesco si fa raggiungere da alcuni bambini, che rappresentano cinque bambini dei cinque continenti, e annunciano che il 6 novembre incontrerà bambini di tutto il mondo, sul tema “Impariamo dai Bambini e dalle Bambine”, per esortare il sogno di tutti “ad avere sentimenti tutti come i bambini”, perché “i bambini ci insegnano la limpidezza della relazioni”.

Il Papa poi ricorda la beatificazione di don Giuseppe Beotti a Piacenza, “ucciso in odio alla fede nel 1944” per proteggere il suo gregge.

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Papa Francesco ha detto di seguire “con preoccupazione” la situazione degli sfollati in Nagorno Karabakh e ha rinnovato il “appello al dialogo tra Azerbaijan e Armenia, ospitando colloqui tra le parti con sostegno della comunità internazionale, favoriscano un accordo duratura che ponga fine all’emergenza umanitaria”.

Qunidi, Papa Francesco prega per le vittime dell’esplosione di carburante vicino alla città di Stepanakert, in Nagorno Karabakh, e ricorda poi l’inizio del Mese Missionario, esortando a pregare il Rosario per le necessità della Chiesa e del mondo, chiedendo di pregare in particolare per la “martoriata ucraina”, per “tutte le terre ferite dalla guerra”, e per il Sinodo dei vescovi che vivrà la prima assemblea per la Sinodalità della Chiesa.

Papa Francesco infine ricorda anche che oggi si celebra Santa Teresa di Lisieux, la “Santa della fiducia”, e annuncia che il 15 ottobre ci sarà una esortazione apostolica sul messaggio della patrona delle Missioni nel suo 150esimo.