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Papa Francesco: "Il compito primario del Sinodo è ricentrare il nostro sguardo su Dio"

Con una Messa solenne in Piazza San Pietro Papa Francesco ha aperto la XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi dedicata alla sinodalità

La Messa di apertura del Sinodo - Vatican Media |  | La messa di apertura del Sinodo - Vatican Media
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Papa Francesco - Vatican Media |  | Papa Francesco - Vatican Media
Papa Francesco - Vatican Media | | Papa Francesco - Vatican Media

Con la solenne celebrazione eucaristica presieduta in Piazza San Pietro stamane il Papa ha dato inizio alla XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi dedicata alla sinodalità. In questa occasione hanno concelebrato anche i nuovi Cardinali creati nel concistoro di sabato 30 settembre.

“Nel momento della desolazione Gesù ha uno sguardo capace di vedere oltre: loda la sapienza del Padre e riesce a scorgere il bene nascosto che cresce, il seme della Parola accolto dai semplici, la luce del Regno di Dio che si fa strada anche nella notte”. Lo ha detto Francesco, nell’omelia pronunciata stamane. Così, in questo Sinodo – ha auspicato – “non ci serve uno sguardo immanente, fatto di strategie umane, calcoli politici o battaglie ideologiche. Non siamo qui per portare avanti una riunione parlamentare o un piano di riforme. Il Sinodo non è un Parlamento, il protagonista è lo Spirito Santo. Siamo qui per camminare insieme con lo sguardo di Gesù, che benedice il Padre e accoglie quanti sono affaticati e oppressi”.

Lo sguardo di Cristo – ha detto ancora il Papa - è “benedicente e accogliente. Cristo non si lascia imprigionare dalla delusione; il suo cuore, fondato nel primato del Padre, rimane sereno pure nella tempesta. Questo sguardo benedicente del Signore invita anche noi a essere una Chiesa che, con animo lieto, contempla l’azione di Dio e discerne il presente. E che, fra le onde talvolta agitate del nostro tempo, non si perde d’animo, non cerca scappatoie ideologiche, non si barrica dietro convinzioni acquisite, non cede a soluzioni di comodo, non si lascia dettare l’agenda dal mondo. Questa è la sapienza spirituale della Chiesa”.

“Lo sguardo benedicente di Gesù – ha aggiunto - ci invita a essere una Chiesa che non affronta le sfide e i problemi di oggi con uno spirito divisivo e conflittuale ma che, al contrario, volge gli occhi a Dio che è comunione e, con stupore e umiltà, lo benedice e lo adora, riconoscendolo suo unico Signore. Apparteniamo a Lui e esistiamo solo per portare Lui al mondo”.

Citando il suo predecessore Benedetto XVI, Papa Francesco pone la domanda che ritiene fondamentale: “il compito primario del Sinodo” è “ricentrare il nostro sguardo su Dio, per essere una Chiesa che guarda con misericordia l’umanità. Una Chiesa unita e fraterna, che ascolta e dialoga; una Chiesa che benedice e incoraggia, che aiuta chi cerca il Signore, che scuote beneficamente gli indifferenti, che avvia percorsi per iniziare le persone alla bellezza della fede. Una Chiesa che ha Dio al centro e che, perciò, non si divide all’interno e non è mai aspra all’esterno. Così Gesù vuole la Chiesa, la sua Sposa”.

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Lo sguardo accogliente di Cristo – ha auspicato il Papa – invita “anche noi ad essere una Chiesa ospitale. Nel dialogo sinodale, in questa bella marcia nello Spirito Santo che compiamo insieme come Popolo di Dio, possiamo crescere nell’unità e nell’amicizia con il Signore per guardare alle sfide di oggi con il suo sguardo”.

“Lo sguardo benedicente e accogliente di Gesù – ha ricordato ancora Francesco - ci impedisce di cadere in alcune tentazioni pericolose: di essere una Chiesa rigida, che si arma contro il mondo e guarda all’indietro; di essere una Chiesa tiepida, che si arrende alle mode del mondo; di essere una Chiesa stanca, ripiegata su sé stessa. Camminiamo insieme: umili, ardenti e gioiosi. Camminiamo sulle orme di San Francesco d’Assisi, il Santo della povertà e della pace. Il Sinodo serve a ricordarci questo: la nostra Madre Chiesa ha sempre bisogno di purificazione, di essere riparata, perché noi tutti siamo un Popolo di peccatori perdonati, sempre bisognosi di ritornare alla fonte che è Gesù e di rimetterci sulle strade dello Spirito per raggiungere tutti col suo Vangelo”.

San Francesco di Assisi – ha concluso il Pontefice – “non criticò e non si scagliò contro nessuno, imbracciando solo le armi del Vangelo: l’umiltà e l’unità, la preghiera e la carità. Facciamo anche noi così! E se il Popolo santo di Dio con i suoi pastori, da ogni parte del mondo, nutre attese, speranze e pure qualche paura sul Sinodo che iniziamo, ricordiamo ancora che esso non è un raduno politico, ma una convocazione nello Spirito; non un parlamento polarizzato, ma un luogo di grazia e di comunione. Lo Spirito Santo, poi, spesso frantuma le nostre aspettative per creare qualcosa di nuovo, che supera le nostre previsioni e le nostre negatività”.