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Papa Francesco: "Anche oggi continua la persecuzione contro i cristiani"

Nell'Angelus di Santo Stefano Papa Francesco ricorda "quelli che soffrono e muoiono per testimoniare Gesù"

Papa Francesco - Daniel Ibanez CNA |  | Papa Francesco - Daniel Ibanez CNA Papa Francesco - Daniel Ibanez CNA | | Papa Francesco - Daniel Ibanez CNA

Santo Stefano testimonia “ciò che ha di più prezioso: la sua fede in Gesù, e questo scatena l’ira dei suoi avversari, che lo uccidono lapidandolo senza pietà”. Lo ha detto il Papa, stamane, aprendo l’Angelus in occasione della Festa di Santo Stefano protomartire.

Francesco ricorda che ad assistere al martirio di Stefano vi è il giovane Saulo. Ecco “il persecutore e il perseguitato. Tra loro sembra esserci un muro impenetrabile, eppure al di là delle apparenze c’è qualcosa di più forte che li unisce: attraverso la testimonianza di Stefano, infatti, già il Signore sta preparando nel cuore di Saulo, a sua insaputa, la conversione che lo porterà ad essere il grande Apostolo Paolo”.

Il sacrificio di Stefano – ha osservato il Papa -  e soprattutto il suo, coraggio perdono in punto di morte lanciano “un seme che, correndo in direzione opposta ai sassi, si pianta, in modo nascosto, nel petto del suo peggiore rivale”.

Anche oggi – ha aggiunto il Pontefice – “vediamo che la persecuzione continua, c’è persecuzione contro i cristiani: ancora ci sono – e sono tanti – quelli che soffrono e muoiono per testimoniare Gesù, come c’è chi è penalizzato a vari livelli per il fatto di comportarsi in modo coerente con il Vangelo, e chi fatica ogni giorno a rimanere fedele, senza clamore, ai propri buoni doveri, mentre il mondo se ne ride e predica altro. Anche questi fratelli e sorelle possono sembrare dei falliti, ma oggi vediamo che non è così. Adesso come allora il seme dei loro sacrifici, che sembra morire, germoglia a porta frutto, perché Dio attraverso di loro continua a operare prodigi, a cambiare i cuori e a salvare gli uomini”.

“Rinnovo a tutti voi – ha detto il Papa dopo la recita dell’Angelus - l'augurio di pace e di bene che scaturisce dal Natale del Signore e colgo questa occasione per ringraziare quanti mi hanno indirizzato messaggi augurali da Roma e da tante parti del mondo. Grazie soprattutto per le vostre preghiere e continuate a pregare per il Papa, c'è bisogno”.

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Sono vicino – ha aggiunto - alle comunità cristiane che soffrono di discriminazioni e le esorto a perseverare nella carità verso tutti lottando pacificamente per la giustizia e la libertà religiosa. All'intercessione del primo martire affido anche l'invocazione di pace dei popoli straziati della guerra. I media ci mostrano che cosa la guerra produce. Un deserto di morte, i popoli vogliono la pace, preghiamo per la pace, lottiamo per la pace”.

Infine dal Pontefice l’invito “a sostare davanti al grande presepe di piazza San Pietro ispirato a quello di San Francesco che fece a Greccio 800 anni fa. Osservando le statue vedrete sui volti e negli atteggiamenti un tratto comune: lo stupore, vedrete uno stupore che si fa adorazione. Lasciamoci colpire dallo stupore davanti alla nascita del Signore, vi auguro di custodire questo in voi: lo stupore che si fa adorazione”.