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Papa Francesco: "Al centro della comunicazione c'è la persona"

Papa Francesco: "La comunicazione e l’informazione hanno sempre le radici nell’umano"

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“L’innovazione tecnologica ha trasformato le modalità di produzione dei contenuti, così come la loro fruizioni; e ora l’intelligenza artificiale sta modificando in modo radicale anche l’informazione e la comunicazione e, attraverso di esse, alcune basi della convivenza civile”. Lo ha detto il Papa, stamane, incontrando dirigenti e dipendenti di TV2000 e del circuito inBlu2000.

“In questo vortice – ha sottolineato – ci sono tuttavia alcuni principi che restano fissi. E ciò riguarda in modo particolare voi che avete un’appartenenza ben precisa: la Conferenza Episcopale Italiana. Questo non è un limite, anzi è espressione di una grande libertà, perché ricorda che la comunicazione e l’informazione hanno sempre le radici nell’umano. E sottolinea l’importanza di incarnare la fede nella cultura, in particolare attraverso la testimonianza, narrando storie in cui il buio che è intorno a noi non spenga il lume della speranza. È fondamentale ricordare e vivere questa appartenenza”.

Anche in questa occasione il Papa indica tre parole chiave. Inizia dalla prossimità.E’ una delle qualità di Dio, che si è fatto prossimo a noi. Dio è prossimo, tenero, e ha compassione. Vi incoraggio a continuare a creare reti, a tessere legami, a raccontare il bello e il buono delle nostre comunità, a rendere protagonisti quanti solitamente finiscono a fare le comparse o non vengono nemmeno presi in considerazione. La comunicazione rischia di appiattirsi su alcune logiche dominanti, di piegarsi al potere o addirittura di costruire fake news. Non cadete nella tentazione di allinearvi, andate controcorrente, sempre consumando le suole delle scarpe e incontrando la gente. Solo così potete essere autentici per vocazione”.

La seconda parola che il Papa propone è cuore, nel “suo senso biblico e nella tradizione cristiana. Non si può osservare un fatto, non si può intervistare qualcuno, non si può raccontare qualcosa se non a partire dal cuore. Ciò permette di fare spazio all’altro di liberarci dalle catene dei pregiudizi, di dire la verità senza separarla dalla carità. Mai separare i fatti dal cuore! E poi, avere coraggio. Chi ha cuore ha anche il coraggio di essere alternativo, senza però diventare polemico o aggressivo; di essere credibile, senza avere la pretesa di imporre il proprio punto di vista; di essere costruttore di ponti”.

Infine la responsabilità. “Ognuno – è l’invito di Francesco - deve fare la propria parte per assicurare che ogni forma di comunicazione sia obiettiva, rispettosa della dignità umana e attenta al bene comune. In questo modo, potremo ricucire le fratture, trasformare l’indifferenza in accoglienza e relazione. Il vostro è uno di quei mestieri che hanno il carattere della vocazione: siete chiamati a essere messaggeri che informano con rispetto e competenza, contrastando divisioni e discordie. E sempre ricordando che al centro di ogni servizio, di ogni articolo, di ogni programma c’è la persona”.

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