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Papa Francesco agli ebrei di Israele, insieme troviamo la pace contro l'antisemitismo

Una lettera con una condanna inequivocabile all'antisemitismo

Papa Francesco e l'ambasciatore di Israele Raphael Schutz |  | FB/ Vatican Media Papa Francesco e l'ambasciatore di Israele Raphael Schutz | | FB/ Vatican Media

"Questa guerra ha prodotto nelle opinioni pubbliche mondiali anche atteggiamenti di divisione, che a volte sfociano in forme di antisemitismo e antigiudaismo. Non posso che ribadire quanto anche i miei Predecessori hanno affermato chiaramente più volte: il rapporto che ci lega a voi è particolare e singolare, senza mai oscurare, naturalmente, il rapporto che la Chiesa ha con gli altri e l'impegno anche nei loro confronti". Sono parole accorate quelle di Papa Francesco nella lettera ai "fratelli e alle sorelle ebrei in Israele" che porta la data di ieri. Proprio ieri il Papa aveva ricevuto l'ambasciatore di Israele che aveva donato al Papa una cartolina disegnata dal fumettista israeliano Zeev Engelmayer per  esprimere il dolore e l'angoscia che prova il popolo di Israele dopo il massacro del #7ottobre. E oggi la pubblicazione della lettera.

La Terra Santa "dal 7 ottobre è precipitata in una spirale di violenza senza precedenti. Il mio cuore è lacerato alla vista di quanto accade in Terra Santa, dalla potenza di tante divisioni e di tanto odio". Una guerra che "ha prodotto nelle opinioni pubbliche mondiali anche atteggiamenti di divisione, che a volte sfociano in forme di antisemitismo e antigiudaismo". E per questo il Papa sente la necessità di ribadire che "il percorso che la Chiesa ha avviato con voi, l’antico popolo dell’alleanza, rifiuta ogni forma di antigiudaismo e antisemitismo, condannando inequivocabilmente le manifestazioni di odio verso gli ebrei e l’ebraismo, come un peccato contro Dio. Insieme a voi, noi cattolici siamo molto preoccupati per il terribile aumento degli attacchi contro gli ebrei in tutto il mondo".

E il Papa chiede una collaborazione ancora più stretta perchè “mai più” diventi una espressione davvero ascoltata. "Il mio cuore è vicino a voi, alla Terra Santa, a tutti i popoli che la abitano, israeliani e palestinesi, e prego perché prevalga su tutti il desiderio della pace. Voglio che sappiate che siete vicini al mio cuore e al cuore della Chiesa".

Francesco risponde con "affetto e vicinanza" alle "numerose comunicazioni che mi sono state recapitate da vari amici e organizzazioni ebraiche di tutto il mondo e della vostra lettera". Il riferimento è alla lettera di 400 rabbini inviata a Francesco a novembre 2023. Ma non solo.

"Abbraccio ciascuno di voi,- scrive Papa Francesco- e in particolare coloro che sono consumati dall'angoscia, dal dolore, dalla paura e anche dalla rabbia" e supplica "Dio Padre di intervenire e porre fine alla guerra e all'odio, questi cicli incessanti che mettono in pericolo tutto il mondo". Il Papa prega per "il ritorno degli ostaggi, rallegrandoci per quelli che sono già tornati a casa, e pregando affinché tutti gli altri si uniscano presto a loro". E aggiunge: "non bisogna mai perdere la speranza per una pace possibile e che dobbiamo fare di tutto per promuoverla, rifiutando ogni forma di disfattismo e di sfiducia. Dobbiamo guardare a Dio, la sola fonte di una speranza certa". Serve l' aiuto di Dio "non rinunciamo alle nostre responsabilità, ma invochiamo Dio in un atto di suprema responsabilità davanti alle nostre coscienze e davanti ai nostri popoli. Abbiamo ascoltato una convocazione e dobbiamo rispondere. È l’invito a spezzare la spirale dell’odio e della violenza, e a spezzarla con una sola parola: la parola “fratello”".

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Nel testo c'è il ricordo dell' 8 giugno del 2014 quando nei Giardini Vaticani in una cerimonia struggente ebrei e palestinesi piantarono un albero. "In tempi di desolazione, - scrive Francesco- abbiamo grande difficoltà a vedere un orizzonte futuro in cui la luce sostituisca l’oscurità, in cui l’amicizia sostituisca l’odio, in cui la cooperazione sostituisca la guerra".

Si deve iniziare dalla Terra Sante scrive il Papa "dove insieme vogliamo lavorare per la pace e per la giustizia, facendo il possibile per creare relazioni capaci di aprire nuovi orizzonti di luce per tutti, israeliani e palestinesi. Entrambi, ebrei e cattolici, dobbiamo impegnarci in questo percorso di amicizia, solidarietà e cooperazione nella ricerca di modi per riparare un mondo distrutto, lavorando insieme in ogni parte del mondo, e soprattutto in Terra Santa, per recuperare la capacità di vedere nel volto di ogni persona l’immagine di Dio, nella quale siamo stati creati. Abbiamo ancora molto da fare insieme per garantire che il mondo che lasceremo a chi verrà dopo di noi sia migliore, ma sono certo che potremo continuare a collaborare insieme per questo scopo". E la lettera si conclude: " Vi abbraccio fraternamente. Francesco".