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Dalla Cappella Paolina alla Stanza delle Lacrime, passando per la Sistina

I tre luoghi chiave del Conclave. La stanza delle lacrime è l’ultima tappa di un percorso lungo, che comincia in Cappella Paolina, dedicata al culto personale del Papa

Cappella Sistina | La Sistina pronta per il Conclave | Vatican Media / ACI Group
Cappella Sistina | La Sistina pronta per il Conclave | Vatican Media / ACI Group
Cappella Sistina | Preparazioni in Cappella Sistina | Vatican Media / ACI Group
Cappella Sistina | Preparazioni in Cappella Sistina | Vatican Media / ACI Group
La stanza delle lacrim | La stanza delle lacrime | Vatican Media / ACI Group
La stanza delle lacrim | La stanza delle lacrime | Vatican Media / ACI Group

È una cella spoglia, di tre metri per tre, con i soffitti bassi, una finestrina piccolissima, e pareti nude. La “stanza delle lacrime” è la sacrestia della Cappella Sistina. La chiamano così perché si dice che ogni nuovo Papa, una volta eletto, quando vi entra scoppia a piangere, consapevole del peso dell’incarico che vi ha accettato.

Questa è la storia nota. Ma c’è un’altra storia, più probabilmente una leggenda, che circola. Nella piccola cella c’è un telefono. Non si sa se durante il Conclave questo telefono viene tolto, se ne restano almeno gli attacchi. Ma alcuni raccontano – e sono queste leggende a rendere bello il Vaticano in fondo – che c’era, quel telefono, quando Benedetto XVI fu eletto. E che da lì provò a chiamare ripetutamente il fratello a Ratisbona. Ma Georg Ratzinger non rispondeva. Solo dopo varie telefonate, Frau Heindl, la governante risponde, e Benedetto XVI può comunicare al fratello la notizia della sua elezione.

In realtà, nessuno può chiamare nessuno dalla Cappella Sistina, schermata e bonificata per mantenere la segretezza dell’assise dei cardinali, chiamati a invocare lo Spirito Santo e ad eleggere il successoredi Pietro.

Quando un nuovo Papa viene eletto, dopo aver accettato l’incarico con la formula di rito e aver comunicato il nome che ha scelto come Papa, va – accompagnato solo dal cardinale Camerlengo e dal maestro di cerimonie - proprio nella Stanza delle Lacrime.

Normalmente, quando la Cappella Sistina è ancora aperta e visitabile dai turisti, si nota la piccola scrivania del custode, poggiata alla parete che è proprio dietro il Giudizio Universale. Sarà tolta anche quella. E al suo posto i sarti pontifici – sono i Gammarelli che da duecento anni vestono i Papi -sistemeranno tre manichini di taglia piccola media e grande, con la veste bianca che sarà poi adattata al profilo del nuovo Pontefice. E forse ci sarà anche un barbiere, che valuterà se è necessario o meno dare spuna puntatina ai capelli o alla (eventuale) barba del nuovo Pontefice (ma non c’è un Papa con la barba dai tempi di Innocenzo XII).

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Dalla stanza delle lacrime, vestito nuovamente da Papa, il neoeletto uscirà e attraverserà tutta la lunghezza della Sala, passando davanti ai 132 cardinali che lo hanno eletto, e poi andrà verso la Loggia delle Benedizioni della basilica di San Pietro. Da lì farà la sua comparsa da Papa.

Riattraverserà dunque la Cappella Sistina, che dal 1492 è stata prevalentemente usata per le elezioni dei Papi – con varie parentesi, tra cui quella che vede nel XIX secolo l’elezione dei Papi avvenire nel Palazzo del Quirinale.

Nella Cappella Sistina, il confine tra terra e cielo è dato dal Giudizio Universale, che è anche il confine tra la storia umana e tra il regno dei cieli. E chissà quante volte, i cardinali che si riuniscono in conclave, hanno guardato quel Cristo del Giudizio Universale di Michelangelo Buonarroti, magari appena prima di inserire la scheda con il loro voto.

E magari è proprio di fronte a quel Cristo, dopo l’extra omnes, che i giochi umani, le alleanze, i voti promessi, cambiano aspetto agli occhi del porporato. Chi può dirlo.

Il momento del conclave è il momento che fa della Sistina una sorta di terra di mezzo tra la terra e il cielo. Lì, isolati, senza contatti con l’esterno, stanno i cardinali elettori. E i loro sentimenti sono contrastanti come contrastanti sono state le interpretazioni che gli storici hanno dato a quel Cristo del Giudizio Universale, che spicca al centro della scena. C’è chi – come lo stesso  Vasari – parlava della terribilitas di quel Cristo, del fatto che fosse una figura che non lasciasse spazio alla misericordia. Altri invece sottolineano che quel Cristo è un’immagine d’altri tempi, addirittura di ispirazione paleocristiana, perché è un Cristo giovanile, sbarbato e atletico come l’Apollo Sole, e che mostra tutte le sue piaghe. E sono le piaghe che danno all’immagine una dimensione e una valenza universale che riscatta l’apparente imperscrutabilità del Giudizio Universale.

Non a caso, Giovanni Paolo II, nella Universi Dominici Gregis, la costituzione che regola il Conclave, dispone che “l'elezione continui a svolgersi nella Cappella Sistina, ove tutto concorre ad alimentare la consapevolezza della presenza di Dio, al cui cospetto ciascuno dovrà presentarsi un giorno per essere giudicato”.

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In Sistina si arriva in processione a partire dalla Cappella Paolina, in abito corale, cantando il Veni Creator. Un percorso breve, ma profondamente suggestivo. Su un lato, la Scala Regia, che scende direttamente verso la Basilica di San Pietro. Dall’altro, l’accesso all’Aula delle Benedizioni, la loggia dove c’è il balcone da cui il nuovo pontefice si affaccerà.

Fuori dal percorso dei Musei Vaticani, luogo di culto personale del Papa, la cappella Paolina è decorata da due affreschi di Michelangelo, i suoi ultimi lavori pittorici realizzati alla soglia dei settanta anni.

Mentre la Sistina è nota come cappella "magna", adibita alle grandi liturgie, la Paolina è invece quella "parva", ossia piccola e privata, il cui accesso è permesso solo al pontefice che vi si reca non appena eletto dai cardinali riuniti a conclave nella Sistina.

Il nuovo papa, dunque, prima di affacciarsi alla loggia della basilica di San Pietro, si raccoglie qui in preghiera rivolgendo al Signore tutte le sue più intime preoccupazioni ed accettando simbolicamente quella croce che Michelangelo raffigura in maniera monumentale nella Crocifissione di San Pietro.