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Santi agostiniani. Santa Rita da Cascia

AciStampa propone ai suoi lettori un piccolo viaggio tra i santi dell'ordine agostiniano. Non solo sant'Agostino e santa Monica, ma tante sono le figure di santità dell'ordine religioso agostiniano. Scopriamone alcune.

Santa Rita da Cascia | Santa Rita da Cascia | Credit Monastero Santa Rita da Cascia Santa Rita da Cascia | Santa Rita da Cascia | Credit Monastero Santa Rita da Cascia

Tutto inizia con sant’Agostino. Santo importante per l’ordine che proprio dal filosofo e teologo d’Ippona prende nome. Accanto a lui, poi, troviamo sempre la madre, santa Monica: sono queste le due figure più conosciute dell’ordine agostiniano. Ma vicino a loro, ci sono tante altre bellissime figure di santità. AciStampa propone ai suoi lettori, allora, un piccolo viaggio nelle biografie di queste aureole. Molto spesso, quasi sconosciute. Eppure le loro testimonianze ci fanno rriflettere sulla bellezza della santità in generale, e - nel particolare - di quella agostiniana: un filo rosso le lega, l’amore per la Verità, per Dio e l’umanità.

 

E dopo la prima puntata di questo percorso  di santità "agostiniana", arriviamo a un’altra figura affascinante dell’ordine di sant’Agostino. E’ fra le aureole più famose di quest'ordine: è santa Rita da Cascia, modello di sposa e madre, modello per le religiose. La sua memoria liturgica viene celebrata il 22 maggio. In lei, si concentrano questi due modelli: prima, sposa del marito Paolo di Ferdinando di Mancino; poi madre di due figli; successivamente - dopo la morte dei tre - religiosa agostiniana.

Quando pensiamo alla santa di Cascia, subito nell’immaginario collettivo nasce l’asociazione con due simboli che ormai sono diventati "iconici": la rosa e la spina. Ma dietro a questi simboli, vi è una biografia ricca e preziosa per tutta la Chiesa.

Per iniziare la sua storia, dobbiamo andare in Umbria, nella piccola borgata di Roccaporena, località dove nasce molto probabilmente nel 1371. Aveva nome Margherita Lotti, chiamata col diminutivo “Rita”. Cascia, però, sarà determinante per la sua vita: perché proprio in questa città troverà un convento di frati agostiniani. Ed è proprio grazie ai padri dell’ordine di sant’Agostino che Rita avrà la prima istruzione. Ed è sempre grazie a questa esperienza che cura la devozione a sant’Agostino, san Giovanni Battista e a Nicola da Tolentino, che Rita sceglierà come suoi santi protettori.

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Nel 1385, il matrimonio con Paolo di Ferdinando di Mancino. Dalla loro unione nascono due figli maschi: Giangiacomo e Paolo Maria. Ma Paolo di Fernando di Mancino muore assassinato. Rita, allora, per evitare di indurre i figli alla vendetta, nasconde loro la camicia insanguinata del padre: l’assassino è già perdonato da Rita. La preghiera diviene consolazione per lei. E lo diventerà ancora di più dopo la morte dei due figli. Si intensifica, così, il suo dialogo interiore con Dio: all’età di 36 anni chiede di essere accolta tra le monache agostiniane del Monastero Santa Maria Maddalena di Cascia, ma la sua richiesta viene respinta. Solo in un secondo momento, Rita sarà accolta nel monastero. Sempre più immersa nella contemplazione della Passione di Cristo, Rita chiede di poter partecipare alla sua Passione e nel 1432, assorta in preghiera, si ritrova sulla fronte la ferita di una spina della corona del Crocifisso che persiste fino alla morte, per 15 anni. Altro simbolo, come dicevamo, è la rosa. 

Il 22 maggio 1447 (o 1457, come viene spesso ritenuto) Rita muore. Si narra che le campane cominciarono, senza aiuto di alcuno, a suonare a festa.

 

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