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Abusi: la risposta della Santa Sede e dei Pontefici

Basilica di San Pietro, Vaticano | Basilica di San Pietro, Vaticano | Daniel Ibánez/ ACI Stampa Basilica di San Pietro, Vaticano | Basilica di San Pietro, Vaticano | Daniel Ibánez/ ACI Stampa

30 aprile 2001. E’ questa la data in cui la Santa Sede prende coscienza della mutata situazione riguardo al dramma degli abusi di chierici su minori.

La questione è sempre stata nel cuore dei pastori attenti, fin dai tempi di San Pier Damiani che in un suo scritto del 1051 il Liber Gomorrhianus dove si faceva esplicito riferimento ai sacerdoti che avevano abusato di fanciulli, e alle gravissime conseguenze per la vita di quei fanciulli.

Nei secoli la società come la Chiesa affrontarono la questione in modi diversi, pur nella certezza della condanna. In tempi moderni però anche la società ha visto questo peccato orribile come un reato.

Nel 1962 venne ripubblicato il documento Crimen sollicitationis. Il documento era redatto dal cardinal Alfredo Ottaviani e approvato da papa Giovanni XXIII, sulla base di quello omonimo del 1922 del Sant' Uffizio, stabiliva la procedura da seguire secondo il diritto canonico nelle cause di sollicitatio ad turpia, cioè quando un chierico (presbitero o vescovo) veniva accusato di usare il sacramento della confessione per fare avances sessuali ai/alle penitenti.

Dopo il 1983 con la revisione del Codice di Diritto Canonico e una maggiore sensibilità sociale verso questo tipo di abusi, e dopo che, soprattutto negli Stati Uniti si iniziò una vera guerra agli abusi, si arrivò al testo che ancora oggi è il fondamento per la Chiesa Cattolica: Sacramentorum Sanctitatis tutela.

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Giovanni Paolo II nel Motu proprio scrisse che era “necessario definire più dettagliatamente sia "i delitti più gravi commessi contro la morale e nella celebrazione dei sacramenti", per i quali la competenza rimane esclusiva della Congregazione per la dottrina della fede, sia anche le norme processuali speciali "per dichiarare o infliggere le sanzioni canoniche".”

Vennero cosi promulgate le “Norme circa i delitti più gravi riservati alla Congregazione per la dottrina della fede, distinte in due parti: la prima contiene le Norme sostanziali, e la seconda le Norme processuali”. 

Le Norme in sostanza dichiaravano “delicta graviora” non solo quelli contro la Santa Eucarestia, e contro il Sacramento della Confessione, e dell’ ordinazione sacerdotale di donne, ma anche; 1° il delitto contro il sesto comandamento del Decalogo commesso da un chierico con un minore di diciotto anni; in questo numero, viene equiparata al minore la persona che abitualmente ha un uso imperfetto della ragione;

2° l’acquisizione o la detenzione o la divulgazione, a fine di libidine, di immagini pornografiche di minori sotto i quattordici anni da parte di un chierico, in qualunque modo e con qualunque strumento.Affidando alla Congregazione per la Dottrina della Fede il processo e i giudizio canonico.

Le norme vennero riviste e aggiornate nel 2010 per volontà di Papa Benedetto XVI e sono attualmente in vigore e sono ampliate.

Il 3 maggio del 2011 il Papa tramite il Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede inviò una circolare a tutte le Conferenze Episcopali del mondo per indicare delle linee guida per i casi di abusi sui minori.

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Nel frattempo la Chiesa in Irlanda aveva vissuto il suo dramma con la pubblicazione di diversi rapporti sulla questione degli abusi. Papa Benedetto aveva inviato una visita apostolica e subito dopo scritto una lettera forte e chiara ai cattolici d’ Irlanda.

In molte altre comunità la questione emergeva con violenza. In alcuni casi si trattava delle responsabilità dei vescovi di aver “coperto” notizie di abusi. Ma era anche vero che negli anni molte denunce si rivelarono infondate.

Papa Francesco ha deciso nel 2016 di indicare nuove norme per la responsabilità dei vescovi nella difesa dei minori per evitare insabbiamenti.  Come una madre amorevole è il Motu proprio che indica come un vescovo possa “essere legittimamente rimosso dal suo incarico, se abbia, per negligenza, posto od omesso atti che abbiano provocato un danno grave ad altri, sia che si tratti di persone fisiche, sia che si tratti di una comunità nel suo insieme”.

L’idea di una Commissione di esperti che agiscano come organo consultivo per il Santo Padre per la protezione dei minori e degli adulti vulnerabili è stata proposta la prima volta nel Consiglio dei Cardinali del dicembre 2013.

Papa Francesco ha formalmente incaricato i primi otto Membri della “Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori” il 22 marzo 2014. Il 21 aprile 2015, Papa Francesco ha formalmente approvato lo Statuto della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori (PCTM) e confermato il Cardinale O’Malley come Presidente e Mons. Oliver come Segretario.

Da diversi anni il sito ufficiale della Santa Sede www.vatican.va ha un pagina riservata alla questione degli abusi dove si raccolgono testi e documenti dei Pontefici, e il sito della Commissione offre diverso materiale.