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Autorità di Informazione Finanziaria, piena fiducia al direttore Di Ruzza

Il Consiglio di presidenza dell’autorità di intelligence finanziaria della Santa Sede dirama un comunicato a seguito delle recenti vicende

Basilica di San Pietro | Una veduta della Basilica di San Pietro | Bohumil Petrik / CNA Basilica di San Pietro | Una veduta della Basilica di San Pietro | Bohumil Petrik / CNA

Piena fiducia al direttore Tommaso Di Ruzza, totale cooperazione con le autorità competenti e auspicio che le potenziali incomprensioni saranno presto chiarite, anche alla luce del fatto che una indagine interna ha definito che le attività dell’Autorità sono state di tipo prettamente istituzionale e conformi allo statuto: il Consiglio Direttivo dell’Autorità di Informazione Finanziaria prende posizione in un comunicato a seguito delle perquisizioni nei suoi uffici e in quelli della Segreteria di Stato che hanno portato alla sospensione di cinque officiali vaticani, tra i quali appunto il direttore Tommaso Di Ruzza.

Una situazione che la stessa autorità ha voluto chiarire, tanto che il presidente René Bruelhart ha avviato una indagine interna per – si legge nel comunicato – “comprendere a fondo l'attività operativa dell’AIF interessata”.

Indagine che ha portato a due importanti conclusioni. La prima: che “l’attività svolta dall’AIF e dal suo direttore era di natura strettamente istituzionale e condotta in conformità con lo Statuto dell’AIF”. Quindi, che “nell’esercizio della sua funzione istituzionale, né il direttore, né alcun altro dipendente dell’AIF hanno svolto in maniera inadeguata la propria funzione o tenuto qualsiasi condotta impropria”.

Motivo delle perquisizioni e della sospensione, l’indagine sull’investimento dell’amministrazione della Segreteria di Stato in un immobile di lusso a Londra. L’AIF avrebbe svolto “un ruolo poco chiaro”.

L’AIF, prima di valutare ogni tipo di risposta, ha dunque svolto una indagine interna, per chiarire prima di tutto i fatti. E i fatti sembrano piuttosto chiari. In questi giorni anche un noto settimanale italiano, di solito poco clemente con la Santa Sede, aveva segnalato che in realtà a seguito di una segnalazione di attività sospetta l'AIF ha agito come di norma è chiamata ad agire una Unità di Informazione Finanziaria (UIF), cioè aprendo canali di collaborazione internazionale con le UIF estere interessate e tracciando gli eventuali flussi finanziari prima di chiudere l'operazione di intelligence finanziaria con un rapporto all'autorità giudiziaria. 

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Nel comunicato del Consiglio Direttivo, si rende noto, tra l’altro, che la ricerca della Gendarmeria, che “ha portato al sequestro di determinati documenti e fascicoli", è connessa proprio ad attività operative in corso svolte dall’AIF dopo una segnalazione di attività sospetta "che coinvolge diverse giurisdizioni straniere" . Sulla base delle evidenze emerse dopo l’indagine interna, il Consiglio direttivo ha ribadito “la sua piena fiducia nella competenza professionale e onorabilità del suo Direttore e, inoltre, lo elogia per l’attività operativa svolta nella gestione del caso in questione”.

L’AIF ha anche sottolineato di essere “pienamente cooperativa con le autorità competenti”, mentre "continua a svolgere le sue attività operative “a livello nazionale e internazionale". I membri del Consiglio sono anche “fiduciosi che le potenziali incomprensioni saranno presto chiarite”. Anche questo un passaggio importantissimo e di alta levatura istituzionale: se si intende fare chiarezza ora è tempo di collaborare e la crisi istituzionale creata certo non giova alla Santa Sede. 

Il Consiglio Direttivo dell’AIF è composto da personalità di indiscussa fama internazionale. Tra questi, è annoverato Juan C. Zarate, statunitense, senior advisor presso il Centro per Studi strategici e internazionali (CSIS). Ha lavorato come vicesegretario al Tesoro per la lotta al finanziamento del terrorismo, è un esperto di sistemi antiriciclaggio e antiterrorismo ed ha guidato la caccia agli assets di Saddam Hussein, recuperando un valore pari a oltre 3 miliardi di dollari. Gli altri membri sono: Maria Bianca Farina, italiana, presidente di Poste Italiane, Marc Odendall, svizzero, e Joseph Yuvaraj Pillay, presidente del Consiglio dei Consultori del Presidente della Repubblica di Singapore.  

Dal 2013, anno in cui Papa Francesco ha approvato il nuovo Statuto dell'Autorità, l’AIF è membro del Gruppo Egmont, organismo tecnico che riunisce le UIF di tutto il mondo.

Da allora, con la presidenza Bruelhart e la direzione Di Ruzza, l’AIF ha emanato una serie di regolamenti e istruzioni applicabili all'Istituto per le Opere di Religione (IOR) che hanno consentito di aderire agli standard internazionali ed europei e firmato protocolli internazionali con circa 60 UIF e autorità di vigilanza estere tra le quali Stati Uniti d'America, Germania, Italia, Gran Bretagna e Federazione Russa tra le altre.

L’AIF ha anche avviato le procedure che hanno permesso l'adesione della Santa Sede/Stato della Città del Vaticano all’area geografica SEPA, l’area di pagamenti in euro legata all'IBAN, dal mese di novembre 2018. Tutti progressi attestati dai rapporti annuali dell’Autorità, nonché dai Rapporti sui progressi sulla Santa Sede / Stato di Città del Vaticano del Comitato del Consiglio d’Europa Moneyval.

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La crisi istituzionale che ha fatto seguito alle perquisizioni ha creato non poca preoccupazione nelle controparti estere.

Ci si augura che ora nell'interesse della Santa Sede sia giunto il momento di ristabilire un equilibrio istituzionale interno e rassicurare gli osservatori  internazionali che hanno molto apprezzato il percorso compiuto dalla Santa Sede fino ad ora.