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Finanze Vaticane, René Bruelhart non confermato all’Autorità di Informazione Finanziaria

Il successore è già scelto, ma non comunicato. Verrà annunciato dopo il viaggio di Papa Francesco in Thailandia e Giappone

René Bruelhart | René Bruelhart, dal 2014 al 2019 presidente dell'Autorità di Informazione Finanziaria Vaticana | Daniel Ibanez / ACI Group René Bruelhart | René Bruelhart, dal 2014 al 2019 presidente dell'Autorità di Informazione Finanziaria Vaticana | Daniel Ibanez / ACI Group

La notizia della non conferma di René Bruelhart come presidente dell’Autorità di Informazione Vaticana è arrivata quasi come un fulmine a ciel sereno. Il mandato di René Bruelhart come presidente dell’Autorità andava a scadere il 19 novembre. Non gli è stato rinnovato, mentre lo stesso Bruelhart ha fatto sapere con una breve telefonata alla Reuters di essersi dimesso, ovvero di non aver dato la disponibilità a proseguire.

La Sala Stampa della Santa Sede ha dato la notizia della non conferma e della prossima nomina del successore in uno scarno comunicato in cui si segnala che “alla scadenza del mandato dell’attuale Presidente dell’AIF, il Dott. René Brüelhart, nel ringraziarlo per il servizio reso in questi anni, il Santo Padre ha provveduto a designare il successore, individuando una figura di alto profilo professionale ed accreditata competenza a livello internazionale”.

Si legge ancora nel comunicato che “la nomina verrà pubblicata ed avrà efficacia al rientro del Santo Padre dal Viaggio Apostolico in Tailandia e Giappone, il 26 novembre. In tal modo viene assicurata la continuità dell’azione istituzionale dell’AIF in questo momento di particolare impegni a livello interno ed internazionale”.

Una successiva dichiarazione del direttore Matteo Bruni sta a sottolineare che “in merito all’annunciata designazione del nuovo Presidente dell’AIF, posso precisare che il differimento della effettiva nomina si rende necessario per il rispetto dei precedenti impegni istituzionali dell’interessato e per la definizione di alcune procedure interne alla Santa Sede”.

L’uscita di scena di Bruelhart sembra chiudere una epoca, per l’Autorità di intelligence e vigilanza finanziaria della Santa Sede.

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Entrato nei ranghi dell’organismo vaticano nel 2012 come un consulente ‘ad hoc’ per l’antiriciclaggio e poi nominato direttore dell’Autorità, Bruelhart ha portato a termine in questi anni il processo di riforma.

Sotto la sua direzione, l’Autorità di Informazione Finanziaria è entrata tra i membri del Gruppo Egmont, che riunisce le unità di informazione finanziaria di tutto il mondo; ha stipulato diversi protocolli di intesa bilaterali con autorità analoghe di altri Paesi – i più importanti dei quali possono essere considerati quelli con Stati UnitiGermania e Italia – e ispirato la riforma dello Statuto, che ha segnato la vocazione internazionale dell’Autorità.

Una vocazione internazionale che era stata testimoniata  nel luglio del 2014 del nuovo Consiglio direttivo dell’AIF: Marc Odenall, Joseph Yuvaraj Pillay, Juan C. Zarate e Maria Bianca Farina, persone dall’indiscussa reputazione internazionale, avevano rimpiazzato il precedente Consiglio composto interamente da italiani.

Il Consiglio direttivo scadeva lo scorso giugno. Non è stata data notizia di una conferma dei membri, ma il recente comunicato del Consiglio dell’AIF che difendeva l’operato dell’autorità e del suo direttore Tommaso Di Ruzza, sospeso nell'ambito di una indagine vaticana sull’acquisto di un’immobile di pregio a Londra, lascia pensare che i membri fossero ancora in carica, e dunque confermati da Papa Francesco.

Si attende, ora, la nomina del nuovo presidente dell’Autorità, che sarà ufficializzata alla fine del mese. Questi, come prima prova, dovrà guidare la Santa Sede al prossimo round di valutazioni di Moneyval, il comitato del Consiglio d’Europa che valuta i sistemi antiriciclaggio degli Stati che vi aderiscono

Il comunicato finale del rapporto sui progressi 2017 ricordava che la Santa Sede era chiamata a presentare le azioni prese per attuare le raccomandazioni del comitato entro dicembre 2019, mentre la valutazione sarebbe stata fissata per il 2020 secondo le procedure ordinarie applicabili agli Stati che non sono sottoposti a monitoraggio rafforzato. Questo round di valutazioni si concentrerà sull’efficacia del sistema antiriciclaggio, che si valuta sulla base dei “risultati che sono raggiunti dalle azioni giudiziarie e dai tribunali, come spiegava il rapporto Moneyval del 2017.

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