Nella prima Udienza Generale dopo Pasqua, Papa Francesco ha concluso il ciclo di catechesi sulla misericordia nell’Antico Testamento commentando il Salmo 51, il salmo del Miserere.

“La richiesta di perdono” del Re Davide - ha spiegato il Papa - “è preceduta dalla confessione della colpa e in cui l’orante, lasciandosi purificare dall’amore del Signore, diventa una nuova creatura, capace di obbedienza, di fermezza di spirito, e di lode sincera. Davide, chiamato da Dio a pascere il popolo e a guidarlo sui cammini dell’obbedienza alla legge divina, tradisce la propria missione e, dopo aver commesso adulterio con Betsabea, ne fa uccidere il marito: un brutto peccato!”. Ma Davide si pente e chiede perdono a Dio: “e qui Davide è stato umile, è stato grande! Chi prega con questo Salmo è invitato ad avere gli stessi sentimenti di pentimento e di fiducia in Dio che ha avuto Davide quando si è ravveduto e, pur essendo re, si è umiliato senza avere timore di confessare la colpa e mostrare la propria miseria al Signore, convinto però della certezza della sua misericordia. E non era un peccato, una piccola bugia quello che aveva fatto, aveva fatto un adulterio e un assassinio”.

“Se qualcuno non si sente peccatore - ha aggiunto ancora il Pontefice - che alzi la mano, nessuno eh? Tutti lo siamo. Tutti noi peccatori diventiamo creature nuove, piene di gioia, una nuova realtà comincia per noi, un nuovo cuore, un nuovo spirito, una nuova vita. Noi che abbiamo accolto la grazia divina possiamo persino insegnare agli altri a non peccare più… Ma padre io sono debole e cado: ma se tu cadi alzati, alzati, quando un  bambino cade cosa fa? Alza la mano al papà o alla mamma perché lo alzi, facciamo lo stesso, il Signore prenderà la tua mano e  ti aiuterà ad alzarti, questa è la dignità del perdono di Dio, la dignità del perdono è quella di alzarci perché Lui ha creato l’uomo e la donna per essere in piedi. L’unica cosa di cui abbiamo bisogno nella nostra vita è di essere perdonati, liberati dal male e dalle sue conseguenze di morte. Purtroppo, la vita ci fa sperimentare tante volte queste situazioni; e anzitutto in esse dobbiamo confidare nella misericordia”.

“Il perdono di Dio - ha proseguito Papa Bergoglio - è efficace perché crea ciò che dice, non nasconde il peccato, lo distrugge, lo cancella, lo cancella dalla radice, non come fanno in tintoria quando portiamo un abito e levano la macchia, Dio cancella il nostro peccato, dalla radice”. Così ognuno di noi “diventa puro, ogni macchia è eliminata, egli è più bianco della neve. Perdonare per Dio significa darci la certezza che lui non ci abbandona mai, qualunque cosa possiamo rimproverarci lui è ancora e sempre più grande di tutto, perché Dio è più grande del nostro peccato e il suo amore è un oceano in cui possiamo immergerci senza paura di essere sopraffatti, in questo senso chi prega con questo Salmo ricerca il perdono, confessa la propria colpa, ma riconoscendola celebra la giustizia e la santità di Dio e poi ancora chiede grazia e misericordia”.