Advertisement

La Chiesa risponde sì all'appello del Papa

Papa Francesco |  | Daniel Ibañez/CNA Papa Francesco | | Daniel Ibañez/CNA

Come sempre la Chiesa accoglie prontamente l’appello del Papa. Per prepararsi all’Anno Santo parrocchie, monasteri, conventi, accolgano una famiglia di profughi ha chiesto ieri il Pontefice durante l’Angelus. E la Chiesa ha risposto sì all’invito del Pastore universale.

Da anni, decenni, la Chiesa italiana è in prima linea e continuerà a fare la sua parte. Lo assicura il Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana e Arcivescovo di Genova.

“Ci siamo e siamo grati al Papa di questo appello: Francesco ci precede sempre sulle vie del Vangelo e ci indica le strade migliori per poterlo attuale con fedeltà.  La Chiesa Europea e Italiana è pronta a mobilitarsi per l’accoglienza, sicuramente ci sarà una pronta risposta”, afferma il numero uno dei Vescovi Italiani ai microfoni della Radio Vaticana.

Il tema – assicura il Cardinale Bagnasco – sarà affrontato anche dal Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee che si riunirà nei prossimi giorni in Terra Santa.

Dopo i sì convinti dei Cardinali Scola e Bassetti, Arcivescovi di Milano e di Perugia-Città della Pieve, è il Cardinale Angelo Comastri – Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano – ad assicurare massima celerità per l’accoglienza nelle due parrocchie di Oltretevere.

Advertisement

Anche le diocesi più piccole si stanno mobilitando.  “Non è  così semplice perché bisognerà coordinarsi con il Ministero dell’Interno. In Diocesi stiamo ospitando già una quarantina di migranti, altri arriveranno. Adesso faremo di più”, spiega il Vescovo di Ascoli Piceno, Monsignor Giovanni D’Ercole.

Fuori dal coro, ma non per propria volontà, la dichiarazione del Cardinale Peter Erdo, Arcivescovo di Budapest e Primate d’Ungheria. Purtroppo on potremo accogliere profughi e migranti, spiega il porporato, “perchè potrebbe essere qualificato come illegale, come traffico di esseri umani”. Il primo ministro ungherese, il nazionalista Orban, ha infatti imposto leggi restrittive in tema di immigrazione, arrivando perfino alla costruzione di un muro lungo il confine tra Ungheria e Serbia.