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Papa Francesco: “Gesù ci dà la vita anche quando non sembra esserci più speranza”

Il brano della Resurrezione di Lazzaro è la linea guida della catechesi di Papa Francesco prima della preghiera dell’Angelus

Papa Francesco, Angelus | Papa Francesco durante l'Angelus | Vatican Media / ACI Group Papa Francesco, Angelus | Papa Francesco durante l'Angelus | Vatican Media / ACI Group

La resurrezione di Lazzaro ha in sé un messaggio chiaro: che “Gesù ci dà la vita anche quando sembra non esserci più speranza”. Lo sottolinea Papa Francesco, nella catechesi precede la preghiera dell’Angelus domenicale. E ricorda, dopo l’Angelus, che ieri, festa dell’annunciazione, si è rinnovato l’atto di consacrazione al Cuore di Maria che il Papa aveva fatto l’anno scorso per pregare per la pace, ricordando la martoriata ucraina, le vittime del terremoto in Turchia per i quali oggi c’è una colletta straordinaria lanciata dalla CEI, e chiede di pregare per il Perù

È la quinta domenica di Quaresima, la prossima settimana sarà Domenica delle Palme, e una volta, prima della riforma voluta da Papa Francesco, questa era il giorno dedicato alle Giornate Mondiali della Gioventù locali. La giornata è calda e primaverile, ed è la prima in cui si è passati all’ora legale. Sono in molti ad arrivare in piazza San Pietro per l’Angelus.

Il miracolo della resurrezione di Lazzaro, nota Papa Francesco, è “l’ultimo dei miracoli di Gesù narrati prima della Pasqua”. Gesù arriva da Lazzaro quando questi è già sepolto da quattro giorni, eppure le sorelle Marta e Maria riprendono speranza quando vedono Gesù, e Gesù invita loro ad avere fede, invita ad aprire il sepolcro e poi gli dice di venire fuori. E Lazzaro esce dal sepolcro.

Da lì il messaggio che, anche quando tutto è perduto, Gesù dà la vita. Papa Francesco sottolinea che “capita, a volte, di sentirsi senza speranza, oppure di incontrare persone che hanno smesso di sperare: per una perdita dolorosa, per una malattia, per una delusione cocente, per un torto o un tradimento subito, per un grave errore commesso”.

È qui che la vita “sembra un sepolcro chiuso”, ma è proprio in quei momenti che Gesù “si fa più che mai vicino per ridarci la vita” e “piange con noi come ha fatto per Lazzaro”, ma ci invita a non smettere di credere e sperare.

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Papa Francesco sottolinea che Gesù chiede anche noi, come chiese alle sorelle di Lazzaro, di “togliere la pietra”, che significa non nascondere “dolore, errori, anche fallimenti”, ma di tirare tutto fuori, gettandolo al Signore “con fiducia, senza timore”.

Come a Lazzaro, Gesù “ripete a ognuno di noi: Vieni fuori! Rialzati, riprendi il cammino, ritrova fiducia! Ti prendo io per mano, come quando da piccolo imparavi a fare i primi passi”.

Papa Francesco sottolinea che il Papa ci invita a togliere le bende, a “non cedere al pessimismo che deprime, al timore che isola, allo scoraggiamento per il ricordo di brutte esperienze, alla paura che paralizza”.

Dio invece ci dice che ci vuole “liberi e vivi” e che non ci abbandona. Questo del Vangelo è un brano, sottolinea il Papa che è “è un inno alla vita, e lo leggiamo quando la Pasqua è vicina”.

Nota Papa Francesco: “Forse anche noi in questo momento portiamo nel cuore qualche peso o qualche sofferenza, che sembrano schiacciarci. Allora è il momento di togliere la pietra e di uscire incontro a Gesù, che è vicino”.

Come sempre, il Papa offre domande per il discernimento personale, ci invita a chiederci non solo se siamo in grado di aprire il cuore al Signore, ma anche se siamo in grado di essere, come lui, a nostra volta luce.

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E ricorda ai confessori, come ha già fatto più volte in questi giorni, che loro “sono in confessionale non per torturare, ma per perdonare tutto, come il Signore perdona tutto”.