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Papa Francesco: "La vita appartiene a Dio, ci ama e si preoccupa tanto di noi"

Nell'Angelus odierno Papa Francesco ricorda lo stupendo insegnamento di Gesù sulla resurrezione dei morti. Il Papa annuncia anche una visita in Sud Sudan

Papa Francesco, Angelus  |  | Vatican Media / ACI Group Papa Francesco, Angelus | | Vatican Media / ACI Group
Nell'Angelus odierno, in Piazza San Pietro, Papa Francesco riprende la parabola di oggi della pagina evangelica, "uno stupendo insegnamento di Gesù sulla risurrezione dei morti". E subito dopo la preghiera mariana, lancia un accorato appello per la pace in Sud Sudan, il Papa afferma "io dovrò  visitare il Sud Sudan". 
 Il Papa cita la parabola del Vangelo di oggi: di chi sarà moglie, nella risurrezione, una donna che ha avuto sette mariti successivi, tutti fratelli tra loro, i quali uno dopo l’altro sono morti? Chiedono i sadducei a Gesù.
"Gesù non cade nel tranello e replica che i risorti nell’al di là non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio - commenta il Pontefice - Con questa risposta, Gesù anzitutto invita i suoi interlocutori e anche noi a pensare che questa dimensione terrena in cui viviamo adesso non è l’unica, ma ce n’è un’altra, non più soggetta alla morte, in cui si manifesterà pienamente che siamo figli di Dio".
"Questa limpida certezza di Gesù sulla risurrezione si basa interamente sulla fedeltà di Dio, che è il Dio della vita", afferma Papa Francesco. Il Papa ricorda la domanda che assale spesso tutti gli uomini: "Dopo questo pellegrinaggio terreno, che ne sarà della nostra vita? Apparterrà al nulla, alla morte?".
"Gesù risponde che la vita appartiene a Dio - rassicura Francesco -  il quale ci ama e si preoccupa tanto di noi, al punto di legare il suo nome al nostro. La vita sussiste dove c’è legame, comunione, fratellanza; ed è una vita più forte della morte quando è costruita su relazioni vere e legami di fedeltà".

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Subito dopo la preghiera dell'Angelus il Papa lancia un lungo appello per il Sud Sudan: "Rivolgo un pensiero speciale al caro popolo del Sud Sudan che io dovrò  visitare questo anno . Con il ricordo ancora vivo del ritiro spirituale per le Autorità del Paese, svoltosi in Vaticano nell’aprile scorso, desidero rinnovare il mio invito a tutti gli attori del processo politico nazionale a cercare ciò che unisce e a superare ciò che divide, in spirito di vera fratellanza. Il popolo sud-sudanese ha sofferto troppo negli ultimi anni e attende con grande speranza un futuro migliore, soprattutto la fine definitiva dei conflitti e una pace duratura. Esorto pertanto i responsabili a proseguire, senza stancarsi, l’impegno in favore di un dialogo inclusivo nella ricerca del consenso per il bene della Nazione. Esprimo inoltre l’auspicio che la comunità internazionale non trascuri di accompagnare il Sud Sudan nel cammino di riconciliazione nazionale. Vi invito tutti a pregare insieme per questo Paese, per il quale nutro un affetto particolare".
Poi il pensiero del Pontefice va ai boliviani: "Desidero affidare alle vostre preghiere anche la situazione dell’amata Bolivia. Invito tutti i boliviani, in particolare gli attori politici e sociali, ad attendere con spirito costruttivo, in un clima di pace e serenità, i risultati del processo di revisione delle elezioni, che è attualmente in corso".
Il Papa conclude: "Oggi in Italia si celebra la Giornata Nazionale del Ringraziamento per i frutti della terra e del lavoro. Mi associo ai Vescovi nel richiamare il forte legame tra il pane e il lavoro, auspicando coraggiose politiche occupazionali che tengano conto della dignità e della solidarietà e prevenendo i rischi di corruzione".
 
 
 

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