“Per la prima volta, un Dicastero coinvolge un gruppo di donne rendendole protagoniste dei progetti e delle linee culturali che va sviluppando, e non solo per occuparsi di questioni femminili. La vostra Consulta è composta da donne impegnate in diversi settori della vita sociale e portatrici di visioni culturali e religiose del mondo che, seppur diverse, convergono verso l’obiettivo di lavorare insieme con reciproco rispetto”. E’ quanto scrive il Papa nel messaggio inviato alle partecipanti al seminario promosso dalla Consulta Femminile del Pontificio Consiglio della Cultura, che si è svolto ieri sul tema “Le donne leggono Francesco: lettura, riflessione e musica”.

Francesco ricorda come il convegno sia dedicato a Santa Ildegarda di Bingen, proclamata dottore della Chiesa da Benedetto XVI nel 2012. La santa “unifica la conoscenza scientifica e la spiritualità; e da mille anni – da vera maestra – legge, commenta, crea e insegna alle donne e agli uomini. Ella ha rotto gli schemi del suo tempo, che impedivano alle donne di studiare e di entrare in biblioteca e, come badessa, lo chiede anche per le sue consorelle. Impara il canto e compone musica, che per lei era un’onda capace di condurla in alto fino a Dio. La musica per lei non era solo arte o scienza, era anche liturgia”.

Obiettivo del convegno – sottolinea il Pontefice – è quello di “creare dialogo tra intelletto e spiritualità, tra unità e diversità, tra musica e liturgia, con una mèta fondamentale, cioè l’amicizia e la fiducia universali. E lo fate con voce femminile che vuole aiutare a risanare, in un mondo malato. Il vostro percorso di lettura potrà offrire una visione peculiare sul tema del confronto sociale e culturale come contributo alla pace, perché le donne hanno il dono di apportare una sapienza che sa ricucire le ferite, perdonare, reinventare e rinnovare”.

E Francesco non può non esaltare il ruolo di Maria. “La realizzazione gioiosa e profonda della donna – conclude - si incentra in questi due atti: accoglienza e annuncio. Le donne sono protagoniste di una Chiesa in uscita, attraverso l’ascolto e la premura che manifestano verso i bisogni degli altri, e con la spiccata capacità di sostenere dinamiche di giustizia in un clima di calore domestico, nei diversi ambienti sociali in cui esse si trovano ad operare. Ascolto, meditazione, azione amorevole: sono questi gli elementi costitutivi di una gioia che si rinnova e si comunica agli altri, attraverso lo sguardo femminile, nella cura del creato, nella gestazione di un mondo più giusto, nella creazione di un dialogo che rispetti e valorizzi le differenze”.