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Papa Francesco, no al progresso tecnologico nemico del bene comune

Incontro con i partecipanti al seminario “Il bene comune nell’era digitale”, che punta a dare linee guida etiche per le nuove tecnologie

Papa Francesco, Sala Clementina | Papa Francesco incontra i partecipanti all'incontro Papa Francesco, Sala Clementina | Papa Francesco incontra i partecipanti all'incontro "Il bene comune nell'era digitale", Sala Clementina, 27 settembre 2019 | Vatican News

Papa Francesco tratteggia una “umanità che affronta sfide senza precedenti”, con “problemi nuovi che vogliono soluzioni nuove”, in uno sviluppo tecnologico che deve andare di pari passo con “un adeguato sviluppo della responsabilità dei valori”. E lo fa di fronte ai partecipanti al seminario “Il bene comune nell’era digitale”, che ha l'obiettivo di farsi carico di queste sfide.

Il seminario è stato promosso dal Pontificio Consiglio per la Cultura e dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Si tratta del primo di una serie di appuntamenti del “Center for Digital Culture” che sta per nascere su iniziativa del Pontificio Consiglio della Cultura, con il coinvolgimento di altre realtà come OPTIC (Ordine dei predicatori per la tecnologia, l’informazione e la comunicazione), un network internazionale e interdisciplinare stabilito dai domenicani nel 2015 e dedicato allo studio della cultura digitale e dei media, con particolare attenzione all’impatto esercitato sulla società e sullo stile di vita. 

Obiettivo del centro è quello di essere un punto di riferimento sui temi etici nell’uso della tecnologia che si interfaccia con grandi compagnia tecnologiche, governi e università. Un dettaglio, questo, non di poco conto: si prevede che il Pontificio Consiglio della Cultura sia assorbito, dopo la riforma della Curia, dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica, ma il progetto continuerà, ed è parte di un percorso cominciato già nel 2017, quando il Pontificio Consiglio della Cultura dedicò la plenaria all’intelligenza artificiale.

Sono dunque imprenditori, esperti di intelligenza artificiale e di robotica, esperti di grandi compagnie internazionali ad essere in udienza con Papa Francesco questa mattina. Il quale sottolinea la necessità proprio di uno “sviluppo etico” che vada di pari passo con lo sviluppo tecnologico, perché in caso contrario si imporrà il “paradigma tecnocratico”, che è già dominante e che “promette un progresso incontrollato e illimitato”.

Papa Francesco si dice consapevole che tutti hanno una competenza diversa (dalla cybersicurezza alla filosofia, dalla tecnologia all’economia) e ringrazia per non “essersi persi d’animo” nel cercare di fornire “orientamenti sulle risposte ai problemi etici sollevati dall’uso pervasivo delle tecnologie”, nonostante ci si trovi di fronte alla sfida di combinare “globalizzazione e specializzazione del sapere” in linguaggio “accettabile e condivisibile da tutti”, e inquadrando questo linguaggio “nel contesto dei principi stabiliti dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile definiti dalle Nazioni Unite”.

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Papa Francesco afferma che le problematiche analizzate” riguardano l’umanità e richiedono soluzioni estendibili a tutta l’umanità”. Un esempio è quello della “robotica nel mondo del lavoro”, che può sia mettere fine a “lavori usuranti, pericolosi e ripetitivi” che “diventare uno strumento meramente efficientistico”, utilizzato per aumentare “profitti e rendimenti” e allo stesso tempo “privare migliaia di persone del loro lavoro, mettendo a rischio la loro dignità”.

Altro tema è quello dei vantaggi e i rischi associati all’uso delle intelligenze artificiali, che permette da una parte di “favorire un più grande accesso alle informazioni attendibili”, ma allo stesso tempo permette di “fare circolare opinioni tendenziose e dati falsi, avvelenare i dibattiti pubblici e, persino, manipolare le opinioni di milioni di persone, al punto di mettere in pericolo le stesse istituzioni che garantiscono la pacifica esistenza civile”.

Papa Francesco sottolinea che “se i progressi tecnologici fossero causa di disuguaglianze sempre più marcate, non possiamo considerarli progressi veri e propri”. Di più, se il progresso “diventasse nemico del bene comune, condurrebbe a una infelice regressione a una forma di barbarie dettata dalla legge del più forte”.

Conclude Papa Francesco: “Fino a quando una sola persona rimarrà vittima di un sistema, per quanto evoluto ed efficiente possa essere, che non riesce a valorizzare la dignità intrinseca e il contributo di ogni persona, il vostro lavoro non sarà terminato”.

 

 

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