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Papa Francesco unisce Grosseto e Pitigliano-Sovana-Orbetello in persona episcopi

Dopo la rinuncia del vescovo Rodolfo Cetoloni, che ha compiuto 75 anni nel 1946, Papa Francesco prosegue nell’accorpamento delle diocesi italiana.

Vescovo Giovanni Roncari | il vescovo Giovanni Roncari al suo arrivo a Orbetello nel 2015 | youtube Vescovo Giovanni Roncari | il vescovo Giovanni Roncari al suo arrivo a Orbetello nel 2015 | youtube

Il nuovo vescovo di Grosseto è il vescovo Gianni Roncari, che già guida la diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello. Le due diocesi vengono così unite in persona episcopi, secondo un piano di accorpamento delle diocesi italiane che Papa Francesco sta portando avanti dal 2019.

Il vescovo Rodolfo Cetoloni guidava la diocesi di Grosseto dal 2013, e ha compiuto 75 anni lo scorso 3 gennaio. Il nuovo vescovo, Gianni Roncari, Frate Cappuccino, proviene dalla diocesi di Verona.

Nato nel 1949, ha cominciato il noviziato cappuccino nel 1966, ed è sacerdote dal 1975. Ha studiato storia della Chiesa alla Gregoriana di Roma. Molti i suoi incarichi:

Cappellano all’Ospedale fiorentino di Careggi dal 1975 al 1976; Assistente dei giovani universitari ospiti nel Convento di Pisa dal 1979 al 1980; ViceDirettore dei teologi, Assistente dell’Ordine Francescano Secolare e della Gioventù Francescana di Montughi (Firenze); Vicario Parrocchiale dal 1984 al 1988 e dal 1992 Parroco di S. Francesco e S. Chiara a Montughi; dal 1998 al 2005 Delegato dell’Arcidiocesi Metropolitana di Firenze per l’Apostolato dei Laici ed Assistente ecclesiastico della Consulta Diocesana per le aggregazioni laicali; dal 2002 Membro del Collegio dei Consultori e dal 2012 Vicario Episcopale per il Clero.

È stato inoltre Docente di Storia della Chiesa presso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale dal 1988 fino alla sua elezione episcopale.

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Roncari è vescovo di Pitigliano-Sovana-Orbetello dall’1 ottobre 2015. È delegato per la Vita Consacrata della Conferenza Episcopale Toscana.

Con la nomina di Roncari, Papa Francesco porta così avanti il progetto di riduzione delle 226 diocesi italiane (225 più l’ordinariato militare), che sta avvenendo perlopiù unendo le diocesi in persona episcopi. L’ipotesi è di accorpare tutte le diocesi sotto i 100 mila fedeli. Prima di Alife-Caiazzo e Teano - Calvi, unite in persona episcopi lo scorso 26 febbraio e di Ischia –Pozzuoli lo scorso 22 maggio, c’era stato il caso della diocesi di Carpi unita all’arcidiocesi di Modena – Nonantola sotto la gestione dell’arcivescovo Erio Castellucci. Prima ancora, la diocesi di Fabriano – Matelica e l’arcidiocesi di Camerino erano unite sotto la gestione dell’arcivescovo Francesco Massara. Nel 2019, anche Palestrina è stata unita a Tivoli in persona episcopi (come avviene da anni con Cuneo e Fossano).

Sempre nel 2019, il vescovo di Ales-Terralba, Roberto Carboni, è stato promosso nella sua sede metropolitana di Oristano, dove l’arcivescovo Ignazio Sanna aveva lasciato per ingravescentem Aetate, mantenendo l’amministrazione apostolica della sua vecchia diocesi, mentre l’arcivescovo Cesare Nosiglia di Torino era stato nominato anche amministratore apostolico della diocesi di Susa in vista di un prossimo accorpamento.