Ultime Notizie: Il vangelo della domenica

pd

La pace ha una culla e questa è l’amore. Maria Santissima Madre di Dio

Tutte le feste della Madonna sono grandi, ma tutte trovano la loro origine da quella che celebriamo oggi: la divina maternità della Vergine Maria. Nella prima lettura abbiamo ascoltato le parole: Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge. Il Figlio di Dio, dunque, non è piovuto dal cielo sulla terra all’improvviso, ma si è reso presente all’umanità ricevendo, come ognuno di noi, una carne umana nel grembo di una madre. Cristo, dunque, in quanto Dio, esiste da sempre, in quanto uomo esiste perchè nato da una Donna.

pd

Riportiamo Dio nella nostra vita. Solennità del Natale del Signore

Nella novena del Natale la Chiesa ci ha fatto ripetere per ben nove giorni: “Rorate Cœli desúper, et nubes plúant justum (Stillate rugiada, o cieli, dall'alto, e le nubi piovano il Giusto). Con queste parole abbiamo rivolto la nostra supplica a Dio affinché mandi dal cielo il Salvatore. La nostra invocazione  è stata, finalmente, esaudita. I cieli si sono aperti e noi in questa santa notte siamo qui riuniti per celebrare il Dio-con-noi. A fronte di questo annuncio emerge un interrogativo. Ma siamo noi certi che i cieli si sono aperti e Dio nella Sua infinità bontà ci è venuto incontro, abbandonando gli insondabili spazi del suo Regno?

pd

Nell’obbedienza a Dio troviamo la pace. IV Domenica di Avvento

La liturgia di questa quarta domenica di Avvento si apre con la profezia di Isaia al re Achaz: “Ecco la Vergine concepirà e partorirà un Figlio, che chiamerà Emanuele”, ossia Dio con noi. Il brano di Vangelo ci porta, invece, al tempo del compimento delle parole del profeta. In esso ci viene presentata la figura di san Giuseppe, colui che il Signore chiama a divenire lo sposo della Vergine Maria e il padre putativo del Figlio di Dio. Egli, poiché non sa come comportarsi di fronte alla ‘mirabile’ maternità di Maria, vuole sottrarsi al progetto che Dio ha su di lui. Tuttavia, le sue resistenze vengono vinte dalle parole dell’Angelo che gli apparve in sogno: “Non temere”. Questo invito ci porta a riconoscere la natura della fede.

pd

La notte oscura dello spirito. III Domenica di Avvento

Il Messia, il Salvatore che Giovanni aveva annunciato e indicato presente alle folle, agisce e parla in maniera diversa da quanto lui si attendeva e credeva. Egli si era costruita l’idea che l’inviato da Dio dovesse presentarsi con le caratteristiche del vincitore e del trionfatore. Invece, Gesù smentisce le sue aspettative e si presenta come il Messia dei poveri, dei malati, dei peccatori e degli esclusi. Giovanni entra in crisi. Entra in quella situazione che i maestri di vita spirituale chiamano “la notte oscura dello spirito”. Possiamo chiamare “notte oscura” le sofferenze  fisiche, morali o spirituali, la solitudine, la mancanza del senso della vita, la dolorosa esperienza del peccato, l’apparente assenza di Dio, la lacerante percezione che la scelta di seguire Cristo sia stata la scelta sbagliata della vita … E’ consolante sapere che il Precursore è uno di noi, che ha conosciuto nel suo cammino le stesse fatiche e gli stessi dubbi che abbiamo anche noi a credere.

Pd

Voce di uno che grida nel deserto. II Domenica di Avvento

La Chiesa in questa seconda domenica di Avvento ci fa ascoltare la voce del profeta Isaia e di Giovanni il Battista, i due più grandi predicatori dell’Avvento. Isaia annunciò la venuta del Signore da lontano e Il suo messaggio - “In quel giorno la radice di Iesse si leverà a vessillo di tutti i popoli” - ha nutrito e mantenuto viva l’attesa di generazioni di ebrei. Giovanni Battista, invece, è stato colui che annunciò la venuta imminente e in atto del Signore: “Colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali”.

pd

Il Signore viene, andiamogli incontro! Prima domenica di Avvento

 Il Signore viene, andiamogli incontro! E’ questo il tema che unisce e sviluppano le quattro domeniche dell’Avvento, che oggi iniziamo.

pubblico dominio

Non è possibile la neutralità davanti al Signore. Solennità di Cristo Re

Oggi è l’ultima domenica dell’anno liturgico e la Chiesa celebra la solennità di Cristo re dell’universo.

pubblico dominio

Avere mente e cuore che guardano in alto. XXXIII Domenica del Tempo Ordinario

Siamo ormai giunti alla fine dell’anno liturgico ed è per questa ragione che la Chiesa ci invita a volgere il nostro sguardo alla fine del tempo e della storia. Per aiutarci nella nostra riflessione la liturgia ci propone un brano del “discorso escatologico”, ossia delle “cose ultime”, fatto da Gesù. Si tratta di parole che a prima vista possono anche impaurirci perchè annunciano sia la fine della città di Gerusalemme che la fine del mondo.

pubblico dominio

La morte non è la logica conclusione dell’esistenza. XXXII Domenica del Tempo Ordinario

Nel brano del Vangelo di questa domenica facciamo la conoscenza con i Sadducei. Costoro costituivano l’aristocrazia del popolo ebraico e sostenevano che non c’è resurrezione. I sadducei potrebbero essere equiparati ai materialisti di oggi, a coloro cioè che ritengono credibile solo quello di cui si ha esperienza sensibile. Per loro tutta la vita si gioca qui e ora.

pubblico dominio

Il Signore vuole il bene dell'uomo. XXXI Domenica del Tempo Ordinario

Il Figlio di Dio si è fatto carne per trasformare il mondo o, più esattamente il cuore dell’uomo. Possiamo dire che questo è l’insegnamento più vero che ci trasmette l’episodio dell’incontro di Gesù con Zaccheo, un peccatore che sente il bisogno del perdono. Solo Dio può perdonare. Gesù, vero Uomo e vero Dio  venuto per salvare l’uomo dal peccato, sta passando per Gerico e Zaccheo coglie l’occasione. Sale su di un albero per vedere il Figlio di Dio e da questi è veduto e gli chiede di essere accolto nella sua casa. L’incontro tra Zaccheo e il Signore ci dice che la salvezza è iniziativa gratuita del Signore che, tuttavia, si inserisce all’interno di una ricerca, di una disponibilità, di una domanda dell’uomo. Essa, quindi, è sempre al tempo stesso  dono e compimento di un desiderio. Ecco perchè il Signore trova tanta accoglienza da parte di Zaccheo.

pubblico dominio

Riconoscersi peccatori. XXX Domenica del Tempo Ordinario

Per cogliere il tema centrale della parabola del fariseo e del pubblicano è necessario tenere presente l’ introduzione nella quale Gesù spiega il motivo per cui la racconta: “Disse questa parabola contro alcuni che presumevano di essere giusti…”. Il cuore del problema si trova nel termine “giusti”. Infatti, in questa  piccola parola è racchiuso il destino ultimo della nostra vita, la salvezza eterna.

pubblico dominio

La necessità di pregare. XXIX Domenica del Tempo Ordinario

Nella vita spirituale ci sono azioni divine che accadono una volta solo: così è, ad esempio, per i  sacramenti del Battesimo, della Cresima e dell’Ordine sacro. Altre, invece, è necessario compierle molto spesso, come ad esempio perdonare, comprendere, accogliere; altre ancora, poiché appartengono alla quotidianità, possono venire sopraffatte dalla stanchezza, dall’abitudine e  dallo scoraggiamento: tra queste si colloca la preghiera. Per questa ragione, la Chiesa, nella liturgia della Parola di questa domenica, vuole aiutarci a comprendere l’importanza e la necessità della preghiera.

pubblico dominio

Che cosa è un miracolo? XXVIII Domenica del Tempo Ordinario

La liturgia della parola di questa domenica ci presenta il racconto di due miracoli. Il primo ha come protagonista il profeta Eliseo che guarisce dalla lebbra Nàaman il siro (I Lettura). Il secondo invece è opera di Gesù, che risana dieci lebbrosi. Dai vangeli noi sappiamo che la predicazione di Cristo è stata accompagnata da segni prodigiosi. Cristo, infatti, ha donato la vista ai ciechi, ha risanato paralitici, ha risuscitato dei morti, ha liberato dal demonio, ha sfamato migliaia di persone con pochi pani e pesci, è intervenuto sulle forze devastanti della natura. Ma soprattutto Egli stesso una volta morto con la sua resurrezione ha sconfitto definitivamente la morte, il grande nemico dell’uomo.

pubblico dominio

“Signore aumenta la nostra fede”, XXVII Domenica del Tempo Ordinario

La richiesta dei discepoli: “Signore aumenta la nostra fede” è la nostra  stessa richiesta. Ad essa Gesù risponde in maniera stupefacente: “Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: ‘Sradicati e vai a piantarti nel mare’, ed esso vi obbedirebbe”. Con queste parole il Signore ci dice che con la fede è possibile fare l’esperienza dell’impossibile. La vita di Abramo, di Mosè, della vergine Maria, degli apostoli, della schiera di martiri, santi e sante che hanno abbellito la Chiesa nel corso della sua storia ci testimoniano la verità dell’affermazione di Cristo. La fede rende possibile l’impossibile. Mi sembra importante sottolineare che la fede di tutte queste persone non è la conseguenza di un sentimento, di un ragionamento astratto, di un’intuizione, ma di un incontro. Nella loro vita si è fatto presente il Signore, loro lo hanno accolto e così sono divenute “torce viventi” d’amore per Lui.

pubblico dominio

La grande ricchezza della vita è la fede. XXVI Domenica del Tempo Ordinario

Gesù, in questa domenica, racconta una parabola che ha come protagonisti un uomo ricco - la cui unica occupazione sembra essere quella di festeggiare, divertirsi e godere - e un uomo povero, affamato e ammalato di nome Lazzaro. Lazzaro significa “Dio viene in aiuto”. Il povero, dunque, nonostante la sua povertà è ricco in quanto è consapevole di essere nelle mani di Dio, il Quale non permetterà che la sua esistenza si concluda per sempre nell’infelicità. La grande ricchezza della vita, dunque, è la fede che ci permette di riconoscere che la nostra esistenza, per quanto segnata dal dolore e dalla sofferenza, è plasmata da Dio e destinata all’incontro salvifico con Lui, che è il sommo Bene.

pubblico dominio

Cristo ci chiede un serio esame di coscienza. XXV Domenica del Tempo Ordinario

La parabola di questa domenica appare scandalosa perché sembra che ci venga presentato come modello di vita un amministratore corrotto. Ma a ben guardare Gesù non loda il fattore per la sua disonestà (tanto è vero che lo chiama disonesto) ma per il coraggio e la preveggenza, l’astuzia e la furbizia con cui si assicura un avvenire dignitoso.

pubblico dominio

La salvezza è in Gesù Cristo. XXIV Domenica del Tempo Ordinario

Nella vita cristiana è presente un equivoco che potremmo esprimere con queste parole: è l’uomo che si pone alla ricerca di Dio. La parabola del Padre che corre incontro al figlio che torna a casa imbruttito a causa del suo peccato ci dice invece che è Dio a ricercare l’uomo, perchè non si rassegna a vedere la rovina dei suoi figli che ama e vuole salvare. Nella parabola evangelica appare chiaramente  che il figlio non torna per amore, ma per bisogno, per interesse personale. Nonostante questo suo atteggiamento il Padre  lo accoglie con un grande abbraccio. Ciò che conta per Lui è che il figlio “perduto” è tornato a casa. Per questo motivo non solo non gli rivolge una parola di rimprovero, ma lo riveste della veste più bella, gli mette l’ anello al dito…lo reintegra nella sua dignità. Il Padre ama in modo così disinteressato perchè non guarda cosa c’è nel cuore dell’uomo, ma nel suo cuore il quale è ricco di misericordia. L’amore di Dio, dunque, non è un amore qualsiasi: è un amore misericordioso. Un amore che "sente" la nostra miseria come fosse la Sua propria miseria ed opera per toglierla.

pubblico dominio

Seguire Gesù è una scelta impegnativa. XXIII Domenica del Tempo Ordinario

Le parole che Gesù pronuncia oggi nel Vangelo appaiono molto dure. In realtà il Signore intende precisare alla folla che lo segue con entusiasmo le condizioni necessarie per seguirLo. Si rivolge alla folla e pertanto le indicazioni valgono per tutti. Il Signore chiede ai suoi discepoli un appassionato amore per Lui e una grande libertà interiore che possono comportare non solo la rottura dei legami familiari ma anche la rinuncia a se stessi. Una simile radicalità è possibile quando si vive la comunione con Gesù e lo si scopre come il “bene” unico e assoluto della vita. Solo questa esperienza incomparabile porta con sé il coraggio della rinuncia ai legami di parentela, e persino alla propria vita. Il Signore afferma, così, il primato della sua Persona su qualsiasi altro bene

pubblico dominio

L’umiltà ci colloca dalla parte della verità. XXII Domenica del Tempo Ordinario

In questa domenica troviamo Gesù invitato a pranzo a casa di un fariseo. Gesù, da acuto osservatore, si diverte ad osservare con quanta preoccupazione gli ospiti cercano di occupare i posti d’onore. Allora, racconta una parabola dove condanna questa spasmodica ricerca dei primi posti. E offre un consiglio: “Quando sei invitato a nozze, non metterti al primo posto”.

Gesù con i discepoli  / Diocesi di Palestrina

La porta stretta ci immette nel cuore di Dio XXI domenica del Tempo Ordinario.

Il brano di Vangelo si apre con una domanda posta a Gesù da “un tale”: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”. Una domanda dal valore puramente accademico che in tanti si pongono per pura curiosità, ma che rimane priva di qualsiasi coinvolgimento personale. Il Signore rifiuta di entrare nel merito della questione per focalizzare l’attenzione su ciò che è veramente importante. Il vero problema non è il numero di coloro che si salvano, ma dove sono io, dov’è il mio cuore, come io mi pongo nei confronti di Dio. In definitiva che uso faccio della mia libertà?