Ultime Notizie: Il vangelo della domenica

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Chi crede fonda la vita in un Dio che vive per sempre. XX Domenica del Tempo Ordinario

Nel testo del Vangelo di questa domenica c’è un’espressione sulla quale vogliamo soffermarci: “Come mai - dice Gesù - questo tempo non sapete giudicarlo?”. E’ come se Gesù chiedesse:  che significato ha per te il tempo presente, il tempo della Chiesa? Si tratta di una domanda importante perchè stiamo vivendo uno dei tempi più difficili della storia moderna e della Chiesa nei quali non è facile mantenere viva la speranza. La risposta vera a questo interrogativo è una sola. Il tempo che viviamo è un tempo in cui Cristo è presente. Lui stesso ce lo ha promesso: “Io sono con voi tutti i giorni”. Possiamo, quindi, affermare che in qualche modo l’incarnazione del Figlio di Dio si prolunga nel nostro oggi. Ora se Cristo è presente con Lui sono pure presenti tutti i beni che Egli ha portato perchè l’uomo possa conseguire il fine ultimo della sua esistenza: la salvezza eterna.

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Il Vangelo è annuncio di speranza. XIX Domenica del Tempo Ordinario

Il brano di Vangelo di questa domenica ci presenta tre parabole di Gesù indirizzate a “un piccolo gregge”. Con questa espressione il Signore intende rivolgersi a quella minoranza di autentici discepoli che in mezzo ad una generale apostasia rimangono fedeli alla loro fede e mantengono vive nel tempo e nella storia le promesse del Signore Gesù. Questa loro fedeltà torna a vantaggio di molti perché desiderano il bene e hanno fame e sete di un mondo più giusto.

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Cristo Risorto non passa e vive per sempre. XVIII Domenica del Tempo Ordinario

Il Vangelo di questa domenica mette in guardia dal considerare l’accumulo della ricchezza come garanzia di sicurezza e di vita. Chi pensa in questo modo viene qualificato da Gesù con una sola parola “Stolto”. Costruire la propria esistenza su ciò che passa vuol dire cadere nell’inganno. La vita, dunque, non dipende dai beni accumulati, non dipende da ciò che si ha. Il Signore con la parabola di questa domenica ci invita a riempire la nostra vita terrena della vita celeste di Cristo. Egli, infatti, poiché è risorto non passa e vive per sempre, per questo egli solo è la consistenza di tutto e di tutti. La parabola evangelica, dunque, ci insegna a mettere in relazione la vita presente con quella futura. A vivere la nostra esistenza terrena come una tappa non come fosse il traguardo. A non confondere il viaggio come fosse la meta, ignorando o trascurando la vita eterna che è il fine, il traguardo dell’esistenza umana.

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Signore insegnaci a pregare. XVII Domenica del Tempo Ordinario

Il tema della liturgia della Parola di questa domenica  è la preghiera. Si tratta di un tema che appare per lo meno anacronistico perchè per pregare è necessario volgere il proprio cuore, la propria mente e la propria volontà a Dio. Ora, dobbiamo onestamente riconoscere che Dio non gode di particolari attenzioni da parte del mondo. E quando emerge un qualche interesse per Lui il più delle volte si risolve in una caricatura offensiva o in una strumentalizzazione. Si rifiuta Dio o si vive come se Dio non ci fosse perchè si ritiene che la vita senza di Lui sia più libera, che la scienza e la tecnica possano dare la risposta a tutti i bisogni dell’uomo. Ma, a ben guardare, la realtà ci racconta un’altra storia e ci dice che quando viene meno Dio la vita è priva di ancoraggio, manca di una meta a cui guardare, non ha più una motivazione alta per accendere su questa terra il fuoco della speranza, della bontà, della giustizia e dell’amore. Soprattutto aumentano la solitudine esistenziale e le nostre inquietudini, le quali possiamo anche leggerle come bisogno di Dio, secondo l’indicazione di sant’Agostino: Ci hai fatti per te, mio Dio, e il nostro cuore è inquieto fino a quando non potrà riposarsi in te.

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L'ascolto della Parola di Dio. XVI Domenica del Tempo Ordinario

Il Vangelo di questa domenica pone al centro della vita cristiana il tema dell’ascolto della Parola di Dio. L’occasione a Gesù per offrirci questo insegnamento è data dalla calorosa accoglienza che riceve a Betania nella casa di Lazzaro, Marta e Maria. Le due sorelle assumono nei confronti di Cristo un atteggiamento molto diverso. Marta è preoccupata “dai molti servizi” perchè desidera che  l’illustre ospite riceva tutti i riguardi e le attenzioni che merita, mentre Maria è attratta dalla Persona di Gesù e si pone seduta ai suoi piedi per ascoltare la sua Parola. Per lei l’ascolto è più importante di qualsiasi altra cosa.

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L’evangelizzazione appartiene alla vocazione cristiana. XIV Domenica del Tempo Ordinario

Il brano di Vangelo di questa domenica ci presenta Gesù che invia in missione i settantadue discepoli. Non solo i dodici apostoli! Con questa decisione il Signore vuole aiutarci a comprendere che l’annuncio del Vangelo non è affidato solo ai vescovi, ai sacerdoti e ai diaconi ma a tutti i cristiani. L’evangelizzazione appartiene alla vocazione cristiana e trova la sua ragion d’essere nel sacramento del Battesimo e della Cresima. Nel Battesimo  siamo stati liberati dalla schiavitù del peccato e resi partecipi della vita stessa di Dio. Con il sacramento della Cresima noi siamo diventati “soldati” di C cioè capaci di testimoniare al mondo la nostra fede.

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Tenere fisso lo sguardo su Gesù. XIII Domenica del Tempo Ordinario

Le letture ci aiutano a considerare le esigenze della vocazione. San Luca in tre piccole scene espone le condizioni richieste a chi si mette alla sequela di Gesù. Chi accetta l’impegno a seguirlo deve ponderare con serietà l’impegno che si assume. Seguire Cristo deve  diventare coerenza di vita, testimonianza parlante del mistero di Cristo che ci avvolge e che in noi e con noi continua la sua corsa.

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La sublime realtà dell’Eucaristia. Solennità del Corpus Domini

I testi della Messa della solennità del Corpo e Sangue del Signore sono stati scritti da san Tommaso d’Aquino, uomo di grandissima cultura e di profonda fede. Lo spirito che lo ha guidato nella composizione delle preghiere e degli inni è stato quello di aiutare i fedeli, quindi anche noi, a non dubitare della presenza di Cristo nel sacramento dell’Eucarestia. Si tratta, infatti, di una presenza vera e reale, ma nascosta, velata, misteriosa. Infatti, confessare che Gesù è presente nell’Eucarestia significa riconoscere che nel segno del pane e del vino è presente lo stesso Figlio di Dio, nato da Maria vergine duemila anni fa a Betlemme. C’è dunque identità tra il corpo storico di Cristo ed il corpo eucaristico. 

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Il mistero centrale della fede. Santissima Trinità

La Chiesa dopo la celebrazione della Pentecoste, con la quale abbiamo concluso il tempo pasquale, ci conduce a contemplare la Santissima Trinità, la quale, come insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica, è il mistero centrale della fede e della vita cristiana. Soltanto Dio può darcene la conoscenza rivelandosi come Padre, Figlio e Spirito Santo”. La solennità della Santissima Trinità ci introduce, dunque, nella vita intima di Dio che né la forza della nostra intelligenza né la religione del popolo ebraico, con i suoi maestri e profeti, sono state in grado di potere conoscere. Essa ci è stata rivelata da Gesù Cristo. Nel testo evangelico proposto alla nostra riflessione, Gesù, infatti, oltre che parlare di se stesso, ci parla del Padre suo e dello Spirito Santo. Riguardo al Padre Egli dichiara: Tutto quello che il Padre, possiede è mio”. Tra Cristo e Dio-Padre esiste, da sempre, una intima relazione fondata sul dono e sull’amore, non sulla rivendicazione e sulla vanagloria.

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Lo Spirito Santo rimane sempre con noi. Solennità di Pentecoste

Con la Pentecoste la Chiesa celebra l'invio dello Spirito Santo, che rende presente in maniera permanente il Signore tra noi. Per fare spazio a Lui - che è la terza Persona della Santissima Trinità - Cristo deve “andarsene”. In effetti, nel testo del Vangelo di oggi, tratto dai cosiddetti discorsi di addio, Gesù annuncia ai suoi discepoli che di  lì a poco sarà arrestato, giudicato e condannato alla morte in croce. Dà loro una notizia terribile, ma nello stesso tempo li rassicura. Non li lascerà soli ad affrontare l’odio del mondo, la persecuzione, lo sconforto, la paura…Fa una promessa. Dice: “Io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Paraclito perchè rimanga sempre con voi”. La parola “Paraclito” significa difensore, avvocato, ma anche consolatore. Gesù dicendo “un altro” rivela che Lui è il primo Paraclito, e che l’azione dello Spirito Santo sarà simile a quella da lui compiuta, anzi ne sarà quasi il prolungamento. Lo Spirito Santo, dunque, è il continuatore della presenza del Padre e del Figlio tra gli uomini. Pertanto, la fonte dell’Amore che animava il Figlio, passa ora ad animare e a sostenere gli uomini che credono in Lui.

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Portate il Vangelo a tutti i popoli. Ascensione del Signore

Dopo la Resurrezione il posto di Cristo non è più presso gli apostoli sulla terra, ma nell’eternità di Dio. E’ per questa ragione che san Luca conclude il suo vangelo con l’episodio dell’Ascensione di Gesù. Il testo precisa che il Signore “si staccò da loro e veniva portato su, in cielo”. Utilizzando queste parole, l’evangelista vuole sottolineare che con la resurrezione Gesù non è ritornato alla vita di prima, ma è entrato in una condizione nuova, è entrato anche con il suo corpo nella gloria del Padre.

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L'amore è il luogo dell’incontro con il Padre. VI Domenica di Pasqua

Nel brano di Vangelo di questa domenica, Gesù ci educa su due temi fondamentali della vita cristiana: l’amore per Lui e il dono dello Spirito Santo. Se vogliamo avere la prova che amiamo veramente il Signore dobbiamo innanzitutto chiederci se siamo obbedienti. Se uno mi ama  - dice Gesù - osserverà la mia parola, ossia i suoi Comandamenti. Con l’osservanza dei comandamenti noi rendiamo visibile la nostra appartenenza al Signore e l’amore e l’amicizia che proviamo nei suoi confronti. Ma c’è anche un’altra caratteristica dell’amore. Gesù ci dice che l’amore è il luogo dell’incontro con il Padre. Amando Gesù noi entriamo in comunione con il Padre suo. Questo ci porta a riconoscere che senza l’amore l’uomo resta incapace di vivere un’autentica esperienza di Dio.

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Vi do un comandamento nuovo. V Domenica di Pasqua

Ci troviamo nel Cenacolo. Siamo alla vigila della passione e morte e Cristo si rivolge ai discepoli chiamandoli “figlioli”, cioè “piccoli cari figli”, manifestando nei loro confronti una cura ed un amore quasi materni. Fino ad ora Egli è stato in mezzo a loro e li ha protetti, ma adesso sta per essere messo a morte e pertanto consegna ai discepoli il suo “testamento” che è sintetizzato nelle parole: come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri.

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Nessuna voce può sostituire quella di Cristo. IV Domenica di Pasqua

In questa quarta domenica di Pasqua, nella quale si legge un brano del capitolo 10 del Vangelo di san Giovanni, Gesù applica a sé un’immagine che è molto presente nei testi dell’Antico testamento, quella del buon Pastore. E’ il motivo per il quale la Chiesa celebra oggi la giornata mondiale di preghiera per le vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa.

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La salvezza abbraccia il mondo intero. III Domenica di Pasqua

Del bellissimo brano di Vangelo di questa III domenica di Pasqua, che ci presenta l’apparizione di Cristo risorto a Pietro e ai discepoli sul lago di Tiberiade, vorrei soffermarmi su due particolari apparentemente insignificanti. 

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Pace a voi. II Domenica di Pasqua

Il brano di vangelo di oggi ci racconta l’apparizione di Cristo risorto all’intero collegio apostolico. L’episodio inizia con le parole la sera di quello stesso giorno. L’espressione quel giorno intende porre in evidenza che si tratta dello stesso giorno in cui è stato scoperto il sepolcro vuoto ed è avvenuta l’apparizione del Signore risorto a Maria Maddalena. Le tenebre sono ormai definitivamente sconfitte, dal momento che il discepolo che Gesù amava e Maria Maddalena hanno testimoniato che il Signore è risorto. E’ questa la ragione per la quale i discepoli non mostrano alcun dubbio quando vedono Gesù apparire in mezzo a loro.

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Gesù risorge per noi. Domenica di Pasqua

Celebriamo oggi l’evento che ha cambiato le sorti dell’umanità: la resurrezione di Cristo. Se l’esito finale della vita di Gesù fosse stata la morte, la sua esistenza si sarebbe rivelata inutile ed insensata.

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L’amore di Gesù è credibile. Domenica delle Palme

La liturgia della domenica delle Palme, che apre i riti della Settimana Santa, si svolge in due momenti: la benedizione e la processione con i rami di ulivo, che commemora l’ingresso trionfale di Gesù in Gerusalemme, e il racconto della Passione tratta dal vangelo di san Luca.

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L'incontro con Cristo redime l'uomo. V Domenica di Quaresima

In questa V domenica di Quaresima la Chiesa ci presenta l’episodio dell’adultera, uno dei più commoventi e confortanti del Vangelo. Vorrei soffermarmi sulle parole che il Signore rivolge alla peccatrice perdonata: Va e d’ora in poi non peccare più. Nel comando di Cristo “va” noi possiamo riscontrare una missione affidata alla donna.

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Dal peccato alla grazia. IV Domenica di Quaresima

 Il Vangelo di oggi ci riporta una delle parabole più belle raccontate da Gesù che ha come protagonista la figura di un padre. Esso, infatti, è presente dall’inizio alla fine del racconto evangelico. Si tratta di un padre in cui vediamo ravvisato il volto ed il cuore di Dio, che non si rassegna a perdere il proprio figlio a causa delle scelte rovinose fatte. La causa della sua rovina non è da ricercarsi nella richiesta della parte dell’eredità che gli spettava per sperperarla, ma nel considerare la casa paterna come una prigione e la presenza del padre ingombrante e limitante la sua libertà. Il figlio ha creduto di potere trovare la sua libertà, la sua realizzazione, la pienezza della vita allontanandosi da casa e da suo Padre