La guerra in Ucraina non è iniziata ora. L'aggressione militare russa contro questo paese è in corso dal 2014, dall'occupazione della Crimea e dall'inizio dell'invasione del Donbass. Il conflitto colpisce non solo l'Europa orientale, ma riguarda anche praticamente tutti gli abitanti dell'Occidente ampiamente inteso. "Anche per noi la difesa della libertà avrà un costo", ha affermato direttamente il presidente degli Stati Uniti Joe Biden.
"Quanto sta accadendo al confine tra Ucraina e Russia preoccupa il mondo intero. Il rischio concreto di una guerra – o anche solo l’ipotesi che si possa scatenare un conflitto – turba gli animi, scuote le coscienze, aggiunge preoccupazioni alle tante che l’umanità sta già vivendo per la pandemia e per le altre “pandemie” che attraversano il pianeta: povertà, malattie, mancanza di istruzione, conflitti locali e regionali… È responsabilità di tutti, a cominciare dalle sedi politiche nazionali e internazionali, non solo scongiurare il ricorso alle armi, ma anche evitare ogni discorso di odio, ogni riferimento alla violenza, ogni forma di nazionalismo che porti al conflitto".
Durante i saluti in lingua italiana nell'udienza generale di oggi il Papa ricorda le vittime dell'Olocausto e prega per la pace in Ucraina. Tutto il mondo oggi pregherà per l'Ucraina, proprio come ha chiesto il Papa nello scorso Angelus e domani invece verranno ricordati gli ebrei sterminati nei campi di sterminio. Il Pontefice fa un accorato appello: "Per favore, mai più la guerra".
La diocesi di Roma risponde prontamente all appello di Papa Francesco di pregare per l’Ucraina: domani, infatti, nella data indicata dal Santo Padre, si terrà la preghiera dei Vespri nella chiesa di Santa Sofia (via Boccea, 478) alle ore 18.
Si chiama “Speranza dei senza speranza”, ed è una icona mariana ispirata alla Vergine di Czestochowa, a cui assomiglia. Ha circa 400 anni di vita, è stata restaurata una volta negli Anni Novanta ed è stata recentemente rimessa a nuovo. Il 30 maggio, l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa Greco Cattolico Ucraina, ha incoronato ufficialmente l’icona, con una corona già benedetta da Papa Francesco lo scorso 20 maggio.
Quello di Papa Francesco con il primo ministro ucraino è stato un incontro che può portare con sé un altro possibile viaggio papale. Perché, venti anni dopo il viaggio di San Giovanni Paolo II, l’Ucraina in guerra vorrebbe di nuovo poter accogliere un Papa nel Paese. Non c’è notizia ufficiale dell’invito. Ma si sa che questo viene reiterato sin dai tempi della presidenza Poroshenko.
Può sembrare strano ma nei tempi moderni in tutta l’Ucraina non c’erano i figli spirituali di san Benedetto. Esisteva una comunità delle benedettine nell'abbazia a Zhytomyr. Fino a poco tempo fa non c'erano indicazioni che i benedettini sarebbero tornati in questo Paese. Ma le cose sono cambiate quando le benedettine hanno deciso di preparare una nuova fondazione a Lviv.
Sarà un incontro virtuale, dovuto alla pandemia del COVID 19. Ad ogni modo, la tredicesima edizione della Settimana Sociale Ecumenica in Ucraina avrà il consueto parterre di Ong, rappresentanti del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e membri della Chiesa locale. Il forum comincia il 7 ottobre e va avanti fino al 10, e tema di quest’anno è “Ascoltare il grido della terra. Ecologia integrale in azione”, e pone la barra sulla necessità della cura della casa comune nel quinto anno della pubblicazione dell’enciclica Laudato Si.
L’Ucraina sta diventando il luogo dove sempre più coppie straniere si recano per una maternità surrogata. La gravidanza surrogata si ha quando una donna si presta a portare a termine una gravidanza su commissione di single o coppie incapaci di generare o concepire un bambino.
La fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre ha approvato tre progetti per sostenere la missione della Chiesa in Ucraina durante questa fase di pandemia da coronavirus.
Tutti gli anni, il quarto sabato del mese di Novembre, quest’anno sabato 23 novembre, in Ucraina e nel mondo si commemora l'Holodomor, il genocidio degli ucraini perpetrato a danno dell’intera popolazione negli anni 1932-1933.
Non si può comprendere l’Ucraina di oggi senza comprendere la lotta per l’indipendenza della nazione che si è tenuta dal 1917 al 1921. Si è trattato – ha detto Tetiana Izehvska, per più di dieci anni ambasciatore di Ucraina presso la Santa Sede – di “uno dei più complessi e drammatici periodi della moderna storia ucraina”, che ha “messo insieme diversi processi, incluso il consolidamento della nazione ucraina, del senso di uno Stato ucrain e della dichiarazione di indipendenza ucraina”.
Il tema generale era “La dimensione gerarchica e carismatica della Chiesa”. Ma l’incontro dei segretari generali delle Conferenze Episcopali di Europa si sviluppato in varie discussioni, tra le quali una su “Essere Chiesa in tempo di guerra” presentata da Bogdan Dzyurah, della Chiesa Greco Cattolica Ucraina.
Si è svolto come noto dal 5 al 6 luglio in Vaticano l’incontro di Papa Francesco con l’Arcivescovo Maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina, insieme con i Metropoliti e membri del Sinodo Permanente, e i Capi dei Dicasteri competenti della Curia Romana.
I cento anni dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, i frutti dell’appello di Papa Francesco nello Yemen, un incontro dell’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk con i diplomatici per definire la situazione in Ucraina: sono questi i tre maggiori temi della settimana diplomatica della Santa Sede.
Ritrovare le radici, per guardare al futuro con maggiore consapevolezza. E farlo ora, quando in Ucraina anche la Chiesa ortodossa locale punta ad avere una propria autocefalia, ed è necessario rendere più coesa la nazione. C’è tutto questo dietro la presentazione del facsimile della Bibbia di Halych da parte dell’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina.
È una delle pagine più crudeli e più dimenticate della storia del Novecento. l’Holodomor, il genocidio che ha mietuto, dieci milioni di vittime innocenti fra la popolazione ucraina negli anni 1932 e 1933. Uno sterminio per fame come dice la parola Holodomor significa per piegare i contadini al volere di Stalin.
La notizia che il Patriarcato di Mosca lasciava la commissione congiunta cattolico – ortodossa per via della presenza nel tavolo dei rappresentanti del Patriarcato di Costantinopoli non ha fermato il processo verso una Chiesa Ortodossa Ucraina. Lo scorso 3 novembre, infatti, il presidente ucraino Petro Poroshenko e il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I hanno firmato ad Istanbul un accordo sulla “cooperazione e l’interazione tra l’Ucraina e il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli”.
Rottura della comunione tra il Patriarcato di Mosca e il Patriarcato di Costantinopoli. In questa battaglia tutta ortodossa che si combatte in Ucraina, dove è stato richiesto di riconoscere l’autocefalia – l’indipendenza – di due Chiese ortodosse in Ucraina che non sono riconosciute nella successione delle Chiese ortodosse ufficialmente in comunione tra loro, e che andrebbero a costituire una unica Chiesa ortodossa di Ucraina.
C’era molta attesa per l’incontro tra il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo e il Patriarca di Mosca Kirill. Perché nell’incontro, che si è tenuto al Fanar di Istanbul il 31 agosto, si sarebbe anche discusso della possibile “autocefalia” concessa a due Chiese ortodosse in Ucraina che nono sotto il patriarcato di Mosca. Una questione tutta ortodossa, ma che poteva avere anche delle conseguenze nel dialogo ecumenico.