Nel 1912 la già nota scrittrice Edith Wharton, americana, decide di fare un viaggio in Italia, insieme al marito. E una tappa a cui non vuole assolutamente rinunciare è quella dell’eremo francescano della Verna. Arrivano nel cuore della notte in macchina, risalendo faticosamente una strada tortuosa, in messo alla pioggia torrenziale.
Si è svolta stamane presso il Vicariato di Roma la sessione di chiusura dell’inchiesta diocesana sulla vita, le virtù eroiche, la fama di santità e di segni della Serva di Dio Maria Bernardetta dell’Immacolata, al secolo Adele Sesso, religiosa professa dell’Istituto delle Suore Povere Bonaerensi di San Giuseppe.
Per conoscere meglio questa storia missionaria abbiamo chiesto a mons. Giuseppe Pasotto, vescovo di Tblisi e amministratore apostolico per il Caucaso dei cattolici di rito latino, di spiegarci il motivo, per cui Demetre da Tiflis partecipò alla missione insieme Tommaso da Tolentino, Giacomo da Padova e Pietro da Siena
La pace in Ucraina è vitale per l’Ungheria, così come l’appello di Papa Francesco a perseverare nella ricerca di pace. Lo sottolinea monsignor Tamás Toth, segretario generale della Conferenza Episcopale Ungherese, in una intervista con il Gruppo ACI in cui racconta il senso del viaggio del Papa, ma anche il viaggio che sarebbe potuto essere, se non si fosse scelto che il Papa andasse solo a Budapest.
Sei furgoni della Società di San Vincenzo De Paoli, aggregati alla carovana ‘#STOPTHEWARNOW’,
Il Vangelo di questa domenica ci presenta l’apparizione di Gesù risorto ai due discepoli di Emmaus, che essi non riconoscono. Nel dialogo che Cristo incomincia con i due sconfortati discepoli emerge innanzitutto il rimprovero che Egli rivolge loro: “Stolti e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti” (v.25).
Lo si potrebbe chiamare "caso anglicano" se non fosse che la Santa Sede minimizza o ignora e si parla di "errore di comunicazione".
L’ultimo è stato Rod Dreher, il popolare autore dell’Opzione Benedetto. Ma sono tanti gli autori e intellettuali cristiani che si sono trasferiti a Budapest negli ultimi anni. Hanno preso l’opportunità fornita dai think tank di pensiero cosiddetto conservative nel Paese, hanno trovato un terreno fertile per poter portare avanti le loro idee. Il punto, però, è che l’Ungheria non è solo una meta di intellettuali. È un posto dove sta crescendo la richiesta di educazione cattolica, e di conseguenza l’impatto culturale del cattolicesimo. Lo dicono i numeri, in particolare quello dei bambini che frequentano le scuole ecclesiastiche.
Nel messaggio di Pasqua il segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Andrea Salvatore Baturi, arcivescovo di Cagliari, ha raccontato la visita compiuta nelle zone terremotate della Siria nello scorso marzo:
La morte di papa Benedetto XVI è stata accompagnata dalla pubblicazione di una serie di volumi nei quali, in modi diversi, si avverte l’eco delle tensioni presenti nella Chiesa in Germania.
Il Vangelo della seconda domenica di Pasqua ci racconta l’apparizione di Cristo risorto ai discepoli, chiusi nel cenacolo per paura dei capi del popolo ebraico. Il testo fa presente che: “Venne Gesù a porte chiuse”. Il Signore, dunque, si presenta nel Cenacolo nonostante le porte fossero chiuse. I discepoli non solo non attendono la sua manifestazione, ma neppure immaginano lontanamente che Egli possa rendersi presente. E’ Lui, dunque, a decidere quando e come manifestarsi. Il Signore, comportandosi in questo modo, educa il cuore dei discepoli, ma anche il nostro, a desiderare la sua manifestazione, a coltivare l’attesa per la sua presenza, a rimanere vigilanti perchè può manifestarsi in qualsiasi situazione: mentre si prega, quando si lavora, quando si è in viaggio, quando si vive nella paura e anche quando si dubita… Tuttavia queste manifestazioni di Cristo hanno un denominatore comune: avvengono come “incontro”, un incontro che è Lui a provocare, che, quindi, è puro dono da accogliere e riconoscere. E’ questa la modalità con cui anche oggi si rende presente nella vita degli uomini.
Il cammino stazionale di Roma si conclude la Domenica in Albis, ora Domenica della Divina Misericordia, nella basilica di San Pancrazio al Gianicolo oggi alle 17.00.
Siamo nel periodo della novena della Divina Misericordia che precede la prima domenica dopo Pasqua, cioè la Domenica della Divina Misericordia.
Il sabato prima della Domenica in Albis che conclude l'Ottava di Pasqua il cammino stazionale arriva di nuovo a San Giovanni in Laterano. Oltre la basilica l'altro luogo di culto che segna la storia di cristiana di Roma è il Battistero.
Sono stati esumati i resti della famiglia Ulma, i polacchi che furono giustiziati senza pietà dai nazisti nel 1944 per aver nascosto una famiglia ebrea, che saranno beatificati il prossimo 10 settembre. E si tratterà di una beatificazione a suo modo storica: per la prima volta, viene beatificata una intera famiglia (padre, madre, sei figli tra 1 e 8 anni) e per la prima volta viene beatificato anche un bambino non nato.
Alle 17. 00 di oggi il cammino stazionale della Ottava di Pasqua si ferma nella chiesa di Santa Maria ad Martyres, il Pantheon romano trasformato in chiesa.
Il cammino stazionale nella ottava di Pasqua arriva oggi alla Basilica dei Santi XII Apostoli alle ore 18.00.
13 aprile 1945, venerdì. Il volto di un giovanissimo seminarista cade sulla nuda terra. Nuda come la terra del Golgota di Gesù Cristo.
Il Cammino stazionale nella settimana di Pasqua arriva a San Lorenzo fuori le mura sulla via Tiburtina oggi alle 18.30.
L’11 aprile 1963 era un Giovedì Santo, e fu in quel giorno che Giovanni XXIII volle simbolicamente firmare la Pacem In Terris, la sua ottava e ultima enciclica. Gli era stato diagnosticato un tumore qualche tempo prima, morì poco dopo, e quella enciclica è rimasta come uno dei testamenti spirituali di Giovanni XXIII. E, sessanta anni dopo, la Pacem In Terris è ancora profondamente attuale, nonostante il mondo sia cambiato profondamente in tutto questo tempo.