Due giovani e coraggiosi protagonisti della vita della Chiesa nel mondo, p. Adrien Candiard, membro dell’Institut dominicain d’études orientales (IDEO) e p. Agbonkhianmeghe E. Orobator, presidente della Conferenza dei gesuiti dell'Africa e del Madagascar (JCAM), hanno riflettuto, nella giornata di apertura del Meeting dell’amicizia fra i popoli, sulla sfida della fede nella cultura, declinandola in prima persona, in quanto l’io cristiano è alternativo all’individualismo.
Uno dei luoghi di San Francesco in Italia è senza dubbio Bellegra, immerso nella natura della campagna romana. Qui fece una sosta San Francesco nell'anno 1223, mentre era diretto all'Abbazia di Subiaco.
Una vita breve, come quella del fiore da cui prende il nome: Rosa da Lima, una rosa senza spine, così si potrebbe definire la santa peruviana che emana - da secoli - il profumo di una santità fatta di una fede semplice, ma colma di ricchi e preziosi doni spirituali come quello delle nozze mistiche con il Signore
La speranza è che i talebani, alla fine, cercando l’aiuto delle Ong, permettano anche alle Ong cattoliche di continuare a lavorare sul territorio. Ma è una speranza, flebile, che si attacca alle dichiarazioni aperturiste fatte nei giorni prima della conquista, e che non è detto venga mantenuta. Fatto sta che i cristiani in Afghanistan si trincerano in un prudente silenzio. Chiedono i pregare. Alcuni articoli che parlavano di loro sono persino stati rimossi dai siti internet per evitare di metterne a rischio la sicurezza.
Arrivando da Piazza Pia verso San Pietro camminando su Borgo Nuovo si apriva a sinistra ad un certo punto una piazza con un nome strano: Scossacavalli. L’origine è incerta, forse legata ad un ritrovamento di una “coxa caballi “ una coscia di cavallo di una statua romana o più romanticamente come vuole una leggenda, per il tremare lo scuotersi di cavalli di Sant’ Elena che portava a Roma le reliquie di Gesù dalla Terra Santa.
Iniziamo oggi una rubrica dedicata ai luoghi di San Francesco d'Assisi in Italia. Cominciamo dal cuore di Roma, il Santuario di San Francesco a Ripa.
Il vangelo di questa domenica ci presenta la parte finale del Discorso del Pane di Vita. In esso ci viene presentato lo scandalo che suscitano le parole di Gesù non solo nelle folle, ma anche all’interno del gruppo dei discepoli e il dialogo di Gesù con Simon Pietro (Gv 6,67-69).
Nell’omelia della Messa per il duecentenario della nascita di Sant’Andrea Kim Taegon, primo sacerdote coreano, l’arcivescovo Lazzaro You affronta anche la situazione nella penisola coreana, e prega che “si realizzino gli auspici di una Visita Apostolica di Papa Francesco in Corea del Nord, che rappresenterà senz’altro una svolta per il consolidamento della pace nella pace nella Penisola Coreana”.
La prima volta che varcai la soglia dell’ Archivio Segreto Vaticano -sono trascorsi molti anni- notai una punta di stupore tra i frequentatori che conoscevano la mia attività professionale. Non a torto, debbo aggiungere, poiché di rado gli operatori delle comunicazioni sociali vengono attratti da raccolte di documenti, salvo non siano stimolati da occasioni fuori dal quotidiano, come l’apertura di un fondo archivistico o l’allestimento di una particolare mostra. E quando ciò accade ci si limita a ricordare i chilometri di scaffali, i più preziosi cimeli, l’attività didattica svolta in materia di archivistica E di paleografia.
Nel Rione Parione c'è una Madonna molto particolare, la "Madonne delle Arpie". E' un semplice medaglione in stucco, con decori e palmette e con nastri decorativi nella parte superiore, che sovrasta l'ingrasso di una abitazione di via di Tor Millina al civico 22.
Roberto di Molesme nasce nel 1024 da una nobile famiglia dello Champagne. Ancora adolescente impara la durezza dell'esistenza vedendo i danni prodotti da una grande carestia che attraversa la sua terra.
A via della Consolazione nel Rione Campitelli c'è una edicola dedicata a Maria Consolatrice degli Afflitti. E' un dipito ad olio su tela di forma rettangolare raffigurante la Vergine con grandi occhi luminosi e aspetto imponente: un ampio manto, di colore azzurro, ne avvolge il capo e la persona; tiene in grembo il Bambino che solleva il braccio in atto di benedire.
Il 29 ottobre 1921 un piccolo sacerdote sta spirando nella casa salesiana di Valdocco. Il suo nome è don Paolo Albera.
Nel 2017, a Fatima, Papa Francesco ha portato al santuario la terza rosa d’oro, dopo quella che era stata donata da Paolo VI e da Benedetto XVI. E in generale, nel corso degli ultimi anni, la rosa d’oro è stata portata come segno di devozione mariano in diversi santuari: Aparecida, Luján, Guadalupe, Loreto, Czestochowa, Roio, Nostra Signora de la Cabeza (Spagna), Nostra Signora del Socorro de Valencia (Venezuela), Nostra Signora de la Caridad del Cobre (Cuba), Nostra Signora di Guadalupe (Messico). Papa Francesco ne volle lasciare una sulla tomba di don Primo Mazzolari .Eppure, il significato della Rosa d’Oro è più antico e differente. Un tempo veniva conferito a personalità, non a santuari. Ed aveva un potente significato simbolico.
Tra le chiese che la demolizione della Spina di Borgo ha fatto scomparire c’è la chiesetta di San’ Angelo. Per fare spazio al progetto di via della Conciliazione furono sacrificati molti edifici storici che erano in cattivo stato, certo, ma che erano parte della vita della gente.
Il primo vincitore del “Mother Angelica Award” è l’arcivescovo Charles J. Chaput, emerito di Philadelphia e di Denver, che ha ricevuto il premio intitolato alla fondatrice di EWTN in una cerimonia trasmessa in tutto il mondo il 15 agosto, giorno in cui 40 anni fa l’emittente trasmetteva per la prima volta.
Quando Papa Francesco uscì dalla Loggia delle Benedizioni, subito dopo l’elezione, non portava la mozzetta rossa, una mezza mantella degli ecclesiastici che copre solo le spalle. Si trattava, in qualche modo, di una rottura della tradizione. Perché i Papi vestono di bianco e di rosso da secoli, secondo un universo simbolico che si era affermato in epoca carolingia, e che poi era stato codificato intorno al 1400. In quella codifica, molto aveva fatto il periodo avignonese, da cui deriva, come abbiamo visto, anche una parte considerevole del cerimoniale così come è stato codificato.
Maria, oggi, è assunta in cielo con il suo corpo e la sua anima e partecipa della gloria di Cristo, il Figlio suo, risorto. Il proge8o di Dio su di Lei - che ha avuto la sua origine da molto lontano, dall’eternità, quando è stata ele8a a divenire la Madre del Figlio di Dio - giunge, così, al suo compimento, alla sua pienezza.
San Massimiliano Maria Kolbe moriva ottant’anni fa ad Auschwitz, il 14 agosto 1941, alla vigilia della festa dell’Assunta. In quel campo di concentramento si offrì alla morte per prendere il posto di un padre di famiglia, Francesco Gajowniczek.
C’è uno stile diplomatico, un modo preciso di confezionare la corrispondenza e i documenti della Santa Sede. Ed è fondamentale conoscerlo, per comprendere il senso di ciò che viene fatto e di come viene fatto. Per esempio, quando l’arcivescovo Paul Richard Gallagher ha consegnato la nota verbale sul ddl Zan all’ambasciatore di Italia presso la Santa Sede Pietro Sebastiani, si è molto dibattuto che il documento non fosse firmato. Ma davvero doveva essere firmato?