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Papa Francesco: "L’ascolto delle scienze ci propone continuamente nuove conoscenze"

"Il termine policrisi evoca la drammaticità della congiuntura storica che stiamo vivendo"

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"E' per me sempre un piacere rivolgermi alle donne e agli uomini di scienza, come pure alle persone che nella Chiesa coltivano il dialogo con il mondo scientifico. Insieme potete servire la causa della vita e il bene comune. Nell’Assemblea generale di quest’anno vi siete proposti di affrontare la questione che oggi viene definita policrisi. Essa riguarda alcuni aspetti fondamentali della vostra attività di ricerca nel campo della vita, della salute e della cura".

Papa Francesco ha inviato, sempre dal Policlinico Gemelli, un messaggio ai partecipanti all’Assemblea Generale della Pontificia Academia per la Vita, sul tema “The End of the World? Crises, Responsibilities, Hopes”, che si svolgerà dal 3 al 5 marzo presso il Centro Conferenze dell’Augustinianum. Oggi, presso la Sala Stampa della Santa Sede, una conferenza stampa per presentare questa Assemblea nei suoi dettagli e programmi.

Il 3 e 4 marzo, in Vaticano, Premi Nobel, planetologi, fisici, biologi, paleoantropologi, teologi, storici, si riuniscono e discutono nel Convegno internazionale organizzato dalla Pontificia Accademia per la Vita, sul tema “The end of the world? Crises, responsibilities, hopes”.

Francesco spiega nel Messaggio cosa si intenda per "policrisi". "Il termine policrisi evoca la drammaticità della congiuntura storica che stiamo vivendo, in cui convergono guerre, cambiamenti climatici, problemi energetici, epidemie, fenomeno migratorio, innovazione tecnologica. L’intreccio di queste criticità, che toccano contemporaneamente diverse dimensioni della vita, ci induce a interrogarci sul destino del mondo e sulla nostra comprensione di esso", si legge nel Messaggio.
"Un primo passo da compiere è quello di esaminare con maggiore attenzione quale sia la nostra rappresentazione del mondo e del cosmo. Se non facciamo questo e se non analizziamo seriamente le nostre resistenze profonde al cambiamento, sia come persone sia come società, continueremo a fare ciò che abbiamo fatto con altre crisi, anche recentissime. Pensiamo alla pandemia da covid:l’abbiamo, per così dire, “sprecata”; avremmo potuto lavorare più a fondo nella trasformazione delle coscienze e delle pratiche sociali", continua il Papa nel Messaggio.

"E un altro passo importante per evitare di rimanere immobili, ancorati alle nostre certezze, alle nostre abitudini e alle nostre paure, è ascoltare attentamente il contributo dai saperi scientifici. Il tema dell’ascolto è decisivo. È una delle parole-chiave di tutto il processo sinodale che abbiamo avviato e che ora si trova nella sua fase di attuazione. Nell’incontro con le persone e con le loro storie e nell’ascolto delle conoscenze scientifiche, ci rendiamo conto di quanto i nostri parametri riguardo all’antropologia e alle culture esigano una profonda revisione. Da qui è nata anche l’intuizione dei gruppi di studio su alcuni temi emersi durante il percorso sinodale. So che alcuni di voi ne fanno parte, valorizzando pure il lavoro svolto dall’Accademia per la Vita negli anni scorsi, lavoro di cui vi sono molto riconoscente.L’ascolto delle scienze ci propone continuamente nuove conoscenze", aggiunge il Pontefice.

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"Anche per questa dimensione comunitaria della speranza, davanti a una crisi complessa e planetaria, siamo sollecitati a valorizzare gli strumenti che abbiano una portata globale. Dobbiamo purtroppo constatare una progressiva irrilevanza degli organismi internazionali, che vengono minati anche da atteggiamenti miopi, preoccupati di tutelare interessi particolari e nazionali", conclude così il Papa chiedendo di lavoro bene su questi temi nell'Assemblea di questi giorni.

Presso la Sala Stampa della Santa Sede sono intervenuti Monsignor Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita; la Prof.ssa Katalin Karikó, Premio Nobel per la Medicina 2023; il Prof. Guido Tonelli, Università di Pisa ; il Prof. Henk ten Have, Anahuac University, Mexico City e Suor Giustina Holha Holubets SSMI, NGO Perinatal Hospice, Lviv dall'Ucraina.

Monsignor Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, ha spiegato cosa lo ha spinto a scegliere questi temi dell'Assemblea. "Si tratta del frutto di una serie di riflessioni di fronte a quello che sta accadendo. Il Papa ha avvertito che ci troviamo in un cambiamento d'epoca ed è un'affermazione drammatica, l'uomo può distruggere se stesso e l'ambiente".

"Tutto è iniziato con il 45 con la bomba atomica, poi il disastro ambientale, poi è esploso con le tecnologie emergenti che possono modificare l'umano. Di fronte a tutto questo è ovvio che non possiamo assistere rassegnati. Se poi a questo si aggiungono le disuglianze, le ingiustizie, le morti a milioni di donne e uomini per fame, poi parliamo anche di autocrazie che si impongono per la forza del denaro e non del pensiero, e ancora di fronte alle tragedie di un Mediterraneo trasformato in cimitero per coloro che fuggono, un problema serio sarà il rischio di fare a pezzi il cielo...di fronte a tutto questo noi abbiamo sentito l'urgenza di salvare l'umano comune", dice ancora Monsignor Paglia preoccupato.

"E chiamiamo a raccolta tutti: religioni, scienziati, uomini di buona volontà per una nuova allenza planetaria. Per questo l'immagine che mi viene davanti agli occhi è come quella del diluvio, non mandato da un Dio arrabbiato, ma provocato dalla follia degli uomini che riescono a sommergere la vita. La frontiera che abbiamo davanti è una frontiera planetaria, io ritengo sia indispensabile affrontare un nuovo pensiero che emerge dalla dialettica di tutti. Come l'immagine dell'Arca di Noè. O ci salviamo insieme o non si salva nessuno", continua Monsignor Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita.

Come ogni anno è stata scelta una persona da premiare per i valori "della difesa della vita" e la PAV ha dato il premio e ha scelto Suor Giustina Holha Holubets, dall'Ucraina. "Qualsiasi minaccia alla vita e alla dignità della persona colpisce la Chiesa profondamente nel suo cuore. In particolare diventa attuale al giorno d’oggi dove assistiamo a molti attacchi, la guerra contro la vita delle persone e dei popoli, e in particolare verso la vita fragile e indifesa. Il crimine contro la vita ha oggi una grande diffusione", dice Suor Giustina presso la Sala Stampa della Santa Sede. "Nel 2017 a Lviv è stata creata l’associazione "Perinatal Hospice - Imprint of Life” in seguito all’accompagnamento dei genitori che si sono trovati ad affrontare le diagnosi di malformazioni gravi dell bambino ancora nel grembo della madre. Questo è diventato la prima proposta delle cure
perinatali palliative in Ucraina. Le nostre attività principali includono: diffondere l’informazione alla società riguardo il lutto prenatale e perinatale, sostegno alle mamme e alle coppie che durante la gravidanza affrontano le situazioni di grave, patologia o malformazione del bambino concepito, sostegno alla vita ancora non nata con le patologie gravi, non trattabili; accompagnamento dei genitori che hanno perso i loro figli durante la gravidanza o dopo il parto. Questa cura della
vita rinforza i genitori nel continuare la gravidanza, apprezzando ogni momento, anche breve per
rimanere con il proprio figlio". Per questo il premio alla suora per il suo impegno in difesa della vita.

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