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Abusi, la risposta della Chiesa a Malta

L'Arcivescovo Scicluna e Papa Francesco |  | Arcidiocesi di Malta L'Arcivescovo Scicluna e Papa Francesco | | Arcidiocesi di Malta

Era il 18 aprile 2010 quando Benedetto XVI incontrò otto vittime di abusi da parte di alcuni religiosi a Malta. Il Papa emerito pregò con loro e assicurò che la “Chiesa avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per investigare sulle accuse e consegnare alla giustizia i responsabili degli abusi”.

Oggi, dopo molti anni, la Conferenza Episcopale Maltese è ancora in prima linea nelle iniziative antiabuso, soprattutto con la figura dell’Arcivescovo Charles Scicluna, nuovo Segretario Aggiunto della Congregazione per la Dottrina della Fede, da novembre 2018. Il prelato conserva anche l'incarico di Arcivescovo di Malta dal 2015, una nomina arrivata sempre da Papa Francesco. 

Monsignor Scicluna si distingue come uno degli ecclesiastici che si battono in prima linea per arginare lo scandalo degli abusi sui minori. Papa Francesco lo ha inviato anche in Cile, per proseguire le indagini relative agli abusi e alle coperture dei medesimi ad opera di vescovi e clero cileno, dallo scorso giugno. È il prelato che più di ogni altro ha accumulato esperienza nel combattere la piaga degli abusi sui minori. Da Benedetto a Francesco.

“Ho poco da dire ai giovani che hanno subito l’abuso. Preferisco piangere con loro. Il silenzio e il pianto sono la prima risposta. Poi c’è una grande sete di verità e giustizia, che non è incompatibile con la misericordia, ma la misericordia vuota, che non rispetta la verità, non serve”. Così aveva sottolineato l’Arcivescovo di Malta durante un briefing in Sala Stampa per il Sinodo 2018, parlando di abusi sessuali.

Monsignor Scicluna è uno dei membri del Comitato organizzativo dell’incontro mondiale “La protezione dei minori nella Chiesa”, voluto e deciso da Papa Francesco dal 21 al 24 febbraio in Vaticano.

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L'Arcivescovo ha commentato che, con la sua decisione di convocare tutti i presidenti delle Conferenze Episcopali per parlare del tema degli abusi, Papa Francesco non ha fatto altro che "implementare" la linea già attuata da Benedetto XVI, quando nel 2011 aveva chiesto, con una lettera circolare alle Conferenze Episcopali di tutto il mondo, di "dotarsi di linee guida" per la risposta agli abusi.

La Conferenza Episcopale Maltese e i rappresentanti della Conferenza dei Superiori Maggiori hanno redatto sulle iniziative antiabuso un documento ufficiale nel 2014. Tutto nacque dalla voglia di incontrarsi per valutare nuovamente l'attività della squadra responsabile delle indagini sugli abusi sessuali che avevano istituito nel marzo 1999.

Il documento tratta le procedure della Chiesa per la prevenzione e l'analisi delle accuse di abuso sessuale da parte dei “funzionari pastorali”. Le procedure in questo documento si aggiungono agli obblighi giuridici a cui i funzionari possono essere soggetti in casi specifici in termini di legislazione applicabile, come la segnalazione obbligatoria di casi di abuso alle autorità civili.

Il documento si divide in sei sezioni che riguardano le procedure, la segnalazione obbligatoria dei casi che vengono a conoscenza, i diritti delle vittime di abusi, l’educazione alla prevenzione degli abusi sessuali su minori, il rilevamento dei segnali di allarme precoce. Infine si tratta anche l'approccio pastorale della chiesa all'abuso sessuale e l’assistenza pastorale alle vittime di abusi sessuali.

 

 

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