“Quanti hanno fame e sete di giustizia la possono trovare soltanto percorrendo le vie del Signore; mentre il male e il peccato provengono dal fatto che gli individui e i gruppi sociali preferiscono seguire strade dettate da interessi egoistici, che provocano conflitti e guerre. L’Avvento è il tempo propizio per accogliere la venuta di Gesù, che viene come messaggero di pace per indicarci le vie di Dio”. Lo ha detto il Papa nel corso dell’Angelus in occasione della prima domenica di Avvento.

Come già detto nell’omelia di stamane, il Papa torna sul tema della vigilanza: “Vegliare non significa avere materialmente gli occhi aperti, ma avere il cuore libero e rivolto nella direzione giusta, cioè disposto al dono e al servizio. Il sonno da cui dobbiamo svegliarci è costituito dall’indifferenza, dalla vanità, dall’incapacità di instaurare rapporti genuinamente umani, di farsi carico del fratello solo, abbandonato o malato. L’attesa di Gesù che viene si deve tradurre, dunque, in un impegno di vigilanza. Si tratta anzitutto di meravigliarsi davanti all’azione di Dio, alle sue sorprese, e di dare a Lui il primato. Vigilanza significa anche, concretamente, essere attenti al nostro prossimo in difficoltà, lasciarsi interpellare dalle sue necessità, senza aspettare che lui o lei ci chiedano aiuto, ma imparare a prevenire, ad anticipare, come fa sempre Dio con noi”.

Al termine della recita della preghiera mariana, il Papa rivolge il pensiero all’Iraq: “ho appreso con dolore che le manifestazioni di protesta dei giorni scorsi hanno ricevuto una dura reazione, che ha causato decine di vittime. Prego per i defunti e per i feriti; sono vicino ai loro familiari e all’intero popolo iracheno, invocando da Dio pace e concordia”.

Il Pontefice infine ha ricordato che nel pomeriggio sarà a Greccio per firmare  la Lettera apostolica sul significato e il valore del presepe.