Nel programma degli incontri a Budapest per il Congresso Eucaristico internazionale anche una sessione dedicata alla “Evangelizzazione e impegno sociale in Europa”. Relatori il cardinale Jean-Claude Hollerich, presidente dei vescovi Ue (Comece) è il cardinale Angelo Bagnasco, presidente del consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa. A lui abbiamo chiesto qual è oggi la missione del CCEE: Bagnasco: lo smarrimento porta strade sbagliate che vanno contro la dignità
Una Messa con Papa Francesco e un incontro con il presidente italiano Sergio Mattarella sono i momenti “clou” dell’assemblea plenaria del Consiglio delle Conferenze Episcopali di Europa, che quest’anno, in occasione del suo Cinquantenario, si tiene a Roma dal 23 al 26 settembre.
Vescovi di Europa e Africa si impegnano in comunione e collegialità a "lavorare per promuovere la dignità umana, la fraternità e la solidarietà, che sono al centro dell'esistenza umana e di una pacifica convivenza". Lo si legge in un messaggio al termine del seminario congiunto CCEE - SECAM, che si è svolto l'1 e 2 giugno con il tema “La solidarietà nella promozione della dignità umana alla luce di Fratelli tutti”.
I Vescovi del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa si uniscono al Papa nella preghiera per il Libano “affinché possa proseguire nella sua vocazione ad essere una terra di incontro, convivenza e pluralismo”.
Sarà con un momento ecumenico online che il Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee e la Conferenza delle Chiese Europee celebreranno i venti anni della Charta Oecumenica, parte di un percorso di dialogo portato avanti dalle confessioni cristiane di Europa negli ultimi anni. Lo annunciano il Cardinale Angelo Bagnasco e il rev. Christian Krieger, presidenti delle due organizzazioni, in una dichiarazione congiunta.
Dopo il Concilio Vaticano II anche in Europa “si sentiva il bisogno di rafforzare gli sforzi della evangelizzazione a fronte delle grandi sfide che il cambio culturale del ’68 aveva innescato. Favorire l’incontro delle Conferenze Episcopali, la reciproca conoscenza, lo scambio di esperienze, un nuovo annuncio di Cristo, la pastorale e il suo futuro, si presentavano come momenti necessari di fronte all’incalzare di nuovi modi di pensare e di agire. In questo orizzonte, il CCEE fu un segno della attenzione della Chiesa verso il mondo in cambiamento”. Lo scrive il Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, in occasione del 50/mo della fondazione del CCEE.
Quando, nel settembre del 2019, i vescovi cattolici europei di rito orientale si sono riuniti a Roma per il loro incontro annuale, c’era un mondo sullo sfondo che era allo stesso tempo una sfida e una possibilità. Una sfida, perché le tensioni ecumeniche, che avevano toccato soprattutto il mondo ortodosso, si accompagnavano invece a nuove iniziative, come una certa diplomazia delle reliquie. E una opportunità, perché proprio da lì si poteva partire per ridare nuovo slancio alla missione ecumenica. Due anni dopo, la situazione è ancora quella, parzialmente congelata dal coronavirus. Ed è per quello che vale la pena tornare indietro a quella riunione.
Una vera catena di preghiera per le vittime della pandemia. E’ l’iniziativa che dal Mercoledì delle Ceneri, e per tutto il tempo di Quaresima, hanno promosso i Presidenti delle Conferenze Episcopali Europei.
In un mondo scosso dal coronavirus, il Cardinale Miguel Angel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, ha sottolineato che l’Europa ha conosciuto e conosce il virus dell’egoismo, ma che ha sempre saputo andare oltre attraverso la cura della solidarietà.
Ripartire da quella che è stata il grande assente del tempo di pandemia: l’Eucarestia. I vescovi del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, riuniti per la prima volta on line dopo il necessario annullamento della plenaria a Praga per l’emergenza COVID, guardano al mondo dopo la pandemia sottolineando che è prima di tutto necessario tornare all’Eucarestia. Ci vuole, dicono, una fiducia riscoperta in Cristo, e quindi una solidarietà rinnovata, una rete tra persone che si aiutino l’un l’altro.
Il primo saluto del cardinale Angelo Bagnasco Presidente del CCEE è per “il confratello Mons. Tadeusz Kondrusiewiecz, arcivescovo di Minsk, esprimendo la nostra più viva solidarietà e auspicando il rapido ritorno alla missione pastorale nella sua Chiesa”.
Non si sa ancora se l’arcivescovo Tadeusz Kondrusiewicz di Minsk sarà tra quelli che potranno partecipare alla prossima plenaria in programma a Praga dal 24 al 27 settembre. Se non potrà, però, non sarà a causa della pandemia, ma perché ancora bloccato alla frontiera tra Polonia e Bielorussia, incluso in una lista nera russo-bielorussa e dunque impossibilitato a rientrare in patria.
Il Tempo del Creato di quest’anno sia “un Giubileo della Terra”, perché il concetto di giubileo come viene tramandato dalla Bibbia “sottolinea che deve esistere un equilibrio giusto e sostenibile tra realtà sociali, economiche ed ecologiche”. È l’invito lanciato dal Consiglio della Conferenze Episcopali Europee (CCEE) e dalla Conferenza delle Chiese di Europa (CEC) nel tradizionale messaggio congiunto divulgato per il “tempo del creato”.
Una delle eredità del coronavirus è la forte limitazione alla libertà di religione, che ha portato alla chiusura dei luoghi di culto e della proibizione delle liturgie. E per questo, i vescovi europei invocano “il ristabilimento di relazioni Stato-Chiesa normali e basate sul dialogo ed il rispetto dei diritti fondamentali”. Riunite in videoconferenza, le presidenze di CCEE e COMECE centrano la loro discussione annuale sull’Europa dopo la pandemia. E il tema della libertà religiosa emerge prepotente, insieme al ruolo centrale della famiglia in tempo di pandemia, il rischio dell’individualismo, il lavoro fatto dalla Chiesa, la sfida data dalle liturgie in streaming.
La domanda centrale è una: come si può raggiungere l’uomo di oggi? Se lo è chiesto la Commissione Evangelizzazione e Cultura del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, in una riunione che si è tenuta a Lodz, in Polonia, il 4 e il 5 marzo.
Una preghiera comune a Dio, per chiedere “aiuto, conforto e salvezza”, è stata redatta dai Cardinali Angelo Bagnasco e Jean-Claude Hollerich e diffusa oggi, come conforto e sostegno per i vescovi di tutta Europa.
“Sono passati 75 anni dalla liberazione del campo di concentramento e sterminio nazista tedesco Auschwitz-Birkenau (27.01.1945), e questo luogo ispira ancora terrore”.
Si porta dentro l’Europa, con la sua esperienza e la sua storia, anche al Sinodo Speciale sulla Regione Panamazzonica. Il Cardinale Bagnasco, arcivescovo di Genova, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, è stato nominato membro del Sinodo direttamente da Papa Francesco. Vi arriva dopo la plenaria annuale dei vescovi europei, che si è tenuta a Santiago di Compostela, con il tema “Europa, tempo di risveglio? I segni della speranza”. E sì, c’è speranza, ed è una speranza che si centra su Cristo, afferma il Cardinale. Che poi, guardando al Sinodo, sottolinea: “Sono qui, con la mia esperienza europea, perché la Chiesa non è una federazione di qualcosa, è una somma di addendi, ma è una armonia”.
Sono andati sulla tomba di San Giacomo, a Santiago di Compostela, termine di un cammino che ha “fatto” l’Europa. E i 32 vescovi presidenti di Conferenze Episcopali di Europa vi sono arrivati anche attraverso un pellegrinaggio dal Monte do Gozo. Perché il risveglio di Europa, ma anche la sua speranza, parte da una rinnovata fede in Cristo.
“Al di là delle pretese eccessive e irrealistiche che ostacolano la ricerca dell’unità, questa ricerca potrà progredire soltanto sulla via dell’apprendimento reciproco”.