Papa Francesco non ha accettato le dimissioni presentate dal Cardinale Philippe Barbarin, Arcivescovo di Lione. Lo ha annunciato il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede Alessandro Gisotti.
Sei anni di carcere. E’ la pena inflitta in primo grado dalla magistratura australiana nei confronti del Cardinale George Pell riconosciuto colpevole di abusi sessuali su minori
L’Arcivescovo di Lione, il Cardinale Philippe Barbarin, è stato condannato in primo grado a 6 mesi di carcere con la sospensione condizionale della pena per omessa denuncia di abusi sessuali su minori perpetrati da un sacerdote della sua diocesi. La sentenza è stata emessa stamane dal tribunale di Lione.
Il cammino della Chiesa italiana sul tema della protezione dei minori va avanti.
Il Cardinale George Pell, condannato in primo grado per abusi su minori, è stato trasferito in carcere. Lo ha deciso a County Court di Melbourne che ha revocato al porporato la libertà su cauzione.
Il Cardinale George Pell è stato riconosciuto colpevole in primo grado da un tribunale australiano di violenza sessuale nei confronti di due 13enni. I fatti risalgono agli anni '90 quando il porporato era Vescovo ausiliare di Melbourne. Il verdetto è stato emesso dalla giuria all'unanimità.
Saranno tre le iniziative di Papa Francesco a seguito di questo incontro dei presidenti delle Conferenze Episcopali sulla protezione dei minori della Chiesa: un motu proprio per rafforzare la prevenzione contro gli abusi nello Stato di Città del Vaticano; un vademecum delle Congregazione della Dottrina della Fede per aiutare i vescovi nei loro compiti; e la creazione di task force competenti sul tema in ogni diocesi.
Papa Francesco tira le somme dei tre giorni di incontro sulla protezione dei minori nella Chiesa con una lunga panoramica del fenomeno, mettendo la Chiesa in prima linea. Con una consapevolezza: “Siamo di fronte al mistero del male”; una richiesta: “umiliazione, preghiera, penitenza” per sconfiggere questo spirito del male; e un grazie alla “stragrande maggioranza dei sacerdoti che si spendono in un ministero reso difficile dagli scandali dei pochi (ma sempre troppi)”.
“Ci sono stati momenti in cui abbiamo considerato le vittime e i sopravvissuti come nemici, ma non li abbiamo amati, non li abbiamo benedetti. In questo senso, siamo stati i nostri peggiori nemici”. L’omelia dell’arcivescovo Mark Coleridge di Brisbane è una presa in carico di responsabilità, e una dichiarazione di intenti per il futuro, certi che il potere distrugge quando è separato dal servizio.
Il culmine della liturgia penitenziale nella Sala Regia è una confessione dei peccai recitata da tutti i vescovi coinvolti in questo incontro sulla “Protezione dei minori nella Chiesa”. Un confessio che ricalca quello di Papa Francesco in Irlanda, aggiunto durante la Messa finale della Giornata Mondiale delle Famiglie, e che si conclude con la richiesta di “grazia per superare l’ingiustizia e di praticare la giustizia verso le persone affidate alle nostre cure”.
“Per una madre non ci sono figli di prima o seconda classe: ci sono figli più forti e figli più vulnerabili. Neanche per la Chiesa ci sono figli di prima o seconda classe. I suoi figli apparentemente più importanti, come siete voi, vescovi e cardinali, non lo sono di più di qualsiasi altro bambino, bambina o giovane che abbia vissuto la tragedia di essere vittima di abuso da parte di un sacerdote”. Così la giornalista Valentina Alazraki, che ha tenuto l’ultima relazione al summit per la protezione dei minori voluto da Papa Francesco.
Il tema degli abusi, in discussione in questi giorni in Vaticano, ha anche una ricaduta diplomatica. Più e più volte si è cercato, infatti, di far passare i vescovi come dipendenti del Papa, e quindi considerare la Santa Sede come un’azienda, non come uno Stato sovrano con un capo. Ma non c’è solo il tema della sovranità. L’attacco alla Chiesa e alla sua dottrina viene mosso anche dal punto di vista legale, in qualche modo per minare l’autorevolezza della Santa Sede, considerata da sempre e da tutti un Paese terzo cui affidarsi per le mediazioni. E così è successo nel dibattito su due Convenzioni ONU nel 2014.
Volge al termine il summit indetto da Papa Francesco per la protezione dei minori e anche oggi, giorno in cui terminano le relazioni e le discussioni, alcuni dei partecipanti hanno fatto il punto della situazione con i giornalisti accreditati.
E’ in corso, fino a domani, in Vaticano, su iniziativa di Papa Francesco, un summit su “La protezione dei minori nella Chiesa”, che si concluderà domani. La Segreteria Generale della CEI ha reso disponibile, proprio in questi giorni, un sito del Servizio Nazionale per la tutela dei minori.
“Al presente viviamo uno stato di crisi e di vergogna. Abbiamo gravemente offuscato la grazia della missione di Cristo. Dobbiamo riconoscere che sono la nostra mediocrità, ipocrisia e compiacenza ad averci condotto in questo luogo vergognoso e scandaloso in cui ci ritroviamo come Chiesa”. Lo ha detto la nigeriana Suor Veronica Openibo - superiora generale della Società del Santo Bambino Gesù - nella prima relazione del terzo giorno di lavori del summit per la Protezione dei minori, alla presenza di Papa Francesco.
La seconda relazione della seconda giornata di lavori dell’Incontro per la Protezione dei minori è affidata al Cardinale Blase Cupich, Arcivescovo di Chicago e membro del comitato organizzativo.
È il Cardinale Rubén Salazar Gómez, Arcivescovo di Bogotà e Presidente del Consiglio Episcopale Latinoamericano, a prendere la parola nella sessione pomeridiana dei lavori del primo giorno dell’Incontro in Vaticano sulla protezione dei minori della Chiesa.
“Le vittime hanno bisogno che si creda loro, che le si rispettino, che ci si prenda cura di loro e si guariscano. Bisogna far guarire le vittime, esser loro vicini, bisogna credere loro e accompagnarle”.
Dopo il breve indirizzo di saluto con cui Papa Francesco ha aperto il summit sugli abusi sessuali su minori da parte dei membri del clero dal titolo "La Protezione dei Minori nella Chiesa", sono state trasmesse - a circuito chiuso - alcune videotestimonianze delle vittime. Successivamente ha preso la parola per la prima relazione della giornata il Cardinale Luis Antonio Tagle, Arcivescovo di Manila.
Un incontro per “ascoltare i piccoli che chiedono giustizia”, e per dare risposte che non siano “semplici e scontate condanne, ma misure concrete ed efficaci da predisporre”. Papa Francesco apre, con una riflessione breve, l’incontro “La Protezione dei Minori della Chiesa”.