Ultime Notizie: le messe di Santa Marta

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Papa Francesco: l'unico stile cristiano è quello delle beatitudini

Gli stili che non si addicono ai cristiani, lo "stile accusatorio", lo "stile mondano" e lo "stile egoistico”. Papa Francesco ne ha parlato nella omelia del mattino a Santa Marta.

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Papa Francesco: "No ai cristiani di compromesso"

"Possiamo domandarci: ho il cuore duro, ho il cuore chiuso? Io lascio crescere il mio cuore? Ho paura che cresca? E si cresce sempre con le prove, con le difficoltà, si cresce come cresciamo tutti noi da bambini: impariamo a camminare cadendo, dal gattonare al camminare quante volte siamo caduti! Ma si cresce con le difficoltà. Durezza. E lo stesso, chiusura. Ma chi rimane in questo sono i pusillanimi. La pusillanimità è un atteggiamento brutto in un cristiano, gli manca il coraggio di vivere. Si chiude: è pusillanime". Lo ha detto Papa Francesco nell'omelia della Messa celebrata stamane a Santa Marta. 

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Papa Francesco: "Se tu non ami il fratello, non puoi amare Dio"

"Se tu non sei capace di amare Dio nel concreto, non è vero che tu ami Dio. E lo spirito del mondo è uno spirito di divisione e quando si immischia nella famiglia, nella comunità, nella società sempre crea delle divisioni. E le divisioni crescono e viene l’odio e la guerra. Giovanni va oltre e dice: Se uno dice io amo Dio e odia suo fratello, è un bugiardo, cioè un figlio dello spirito del mondo, che è pura bugia, pura apparenza. E questa è una cosa sulla quale ci farà bene riflettere: io amo Dio? Ma, andiamo alla pietra di paragone e vediamo come tu ami il tuo fratello: vediamo come tu lo ami". Lo ha detto il Papa, stamane, nell'omelia pronunciata durante la Messa celebrata a Santa Marta.

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Papa Francesco: "L'indifferenza è l'opposto dell'amore di Dio"

Quando Gesù vide la folla affamata prima della moltiplicazione dei pani e dei pesci si commosse. "Il cuore di Dio, il cuore di Gesù si commosse, e vede, vede quella gente, e non può restare indifferente. L’amore è inquieto. L’amore non tollera l’indifferenza. L’amore ha compassione. Ma compassione significa mettere il cuore in gioco; significa misericordia. Giocare il proprio cuore verso gli altri: è questo l’amore. L’amore è mettere il cuore in gioco per gli altri". Lo ha detto il Papa, stamane, nell'omelia pronunciata durente la Messa a Santa Marta.

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Papa Francesco: "Noi crediamo in un Dio concreto"

“Credere che Dio, il Figlio di Dio è venuto in carne, si è fatto uno di noi. Questa è la fede in Gesù Cristo: un Gesù Cristo, un Dio concreto, che è stato concepito nel grembo di Maria, che è nato a Betlemme, che è cresciuto come un bimbo, che è fuggito in Egitto, che è tornato a Nazareth, che ha imparato a leggere col papà, a lavorare, andare avanti: un uomo concreto, un uomo che è Dio ma uomo. Non è Dio travestito da uomo. No. Uomo, Dio che si è fatto uomo. La carne di Cristo. Questa è la concretezza del primo comandamento. Il secondo anche è concreto. Amare, amarci gli uni gli altri, amore concreto, non amore di fantasia: ti voglio bene, e poi con la mia lingua ti distruggo, con le chiacchiere; questo no. Amore concreto. Cioè, i comandamenti di Dio sono concretezza e il criterio del Cristianesimo è la concretezza, non le idee e le belle parole. Concretezza. E questa è la sfida”. Lo ha detto Papa Francesco nella prima messa dell’anno celebrata a Santa Marta.

Papa Francesco durante una Messa di Santa Marta  / Vatican Media / ACI Group

Papa Francesco a Santa Marta: “Il Dio delle sorprese muta il destino dell’uomo”

È il “Dio delle sorprese” che “muta il destino dell’uomo”, quello del passo del Vangelo di Luca che parla dell’Annunciazione, la lettura del giorno che Papa Francesco commenta nella consueta omelia del mattino nella cappella di Domus Sanctae Marthae.  

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Papa Francesco e la concretezza di San Giuseppe

E' incentrata su San Giuseppe l'omelia di Papa Francesco, pronunciata stamane nella Messa a Santa Marta. "Cercò - ha spiegato il Papa - un posto perché il figlio nascesse; lo curò; lo aiutò a crescere; gli insegnò l’ufficio: tante cose in silenzio. Mai prese per sé proprietà del figlio: lasciò crescere in silenzio. Lascia crescere: sarebbe la parola che ci aiuterebbe tanto, a noi che per natura sempre vogliamo mettere il naso in tutto, soprattutto nella vita altrui. E cominciano a chiacchierare. E lui lascia crescere. Custodisce. Aiuta, ma in silenzio".

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Papa Francesco: "Dio ci consola con la tenerezza"

Il Signore ci consola "con la tenerezza. E’ un linguaggio che non conoscono i profeti di sventura. E’ una parola cancellata da tutti i vizi che ci allontanano dal Signore: vizi clericali, vizi dei cristiani un po’ che non vogliono muoversi, tiepidi. La tenerezza fa paura. Questo è il modo di consolare del Signore: con la tenerezza. La tenerezza consola. Le mamme, quando il bambino piange, lo accarezzano e lo tranquillizzano con la tenerezza: una parola che il mondo d’oggi, di fatto, cancella dal dizionario. Tenerezza". Lo ha ribadito il Papa, stamane, nell'omelia della Messa celebrata a Santa Marta.

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Papa Francesco: "Gesù propone concretezza"

“Il dire è un modo di credere, ma molto superficiale, a metà cammino: io dico che sono cristiano ma non faccio le cose del cristiano. E’ un po’ truccarsi da cristiano: dire soltanto è un trucco, dire senza fare. La proposta di Gesù è concretezza, sempre concreto. Quando qualcuno si avvicinava e chiedeva consiglio, sempre cose concrete. Le opere di misericordia sono concrete”. Lo ha detto il Papa, stamane, nell'omelia pronunciata durante la Messa a Santa Marta.

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Papa Francesco: "Avvento, un tempo per pacificare"

Prepararsi al Natale costruendo la pace. E' quanto ha proposto il Papa, stamane, nell'omelia della Messa a Santa Marta. 

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Papa Francesco: "Il Natale non va mondanizzato"

“E’ nato il Signore, è nato il Redentore che è venuto a salvarci. Avremo sempre in noi la tentazione di mondanizzare il Natale, quando la festa lascia di essere contemplazione – una bella festa di famiglia con Gesù al centro – e incomincia a essere festa mondana: fare le spese, i regali, e il Signore rimane lì, dimenticato. Anche nella nostra vita: sì, è nato, a Betlemme, ma … E l’Avvento è per purificare la memoria di quel tempo passato, di quella dimensione”. Lo ha detto il Papa - stamane - nell’omelia della Messa a Santa Marta, celebrata nel periodo di Avvento e nel giorno della memoria liturgica di San Francesco Saverio.

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Papa Francesco: "Cristo si annuncia con la testimonianza, non con il marketing"

Annunciare Cristo “non è un lavoro di pubblicità, fare pubblicità per una persona molto buona, che ha fatto del bene, ha guarito tanta gente, e ci ha insegnato cose belle. Non è pubblicità. Neppure è per fare proselitismo. Se qualcuno va a parlare di Gesù Cristo, a predicare Gesù Cristo per fare proselitismo, no, questo non è annuncio di Cristo: questo è un lavoro, di predicatore, retto dalla logica del marketing. Che cosa è l’annuncio di Cristo? Che non è né proselitismo né pubblicità né marketing: va oltre. Come si può capire questo? È prima di tutto essere inviato”. Lo ha detto il Papa, stamane, nella omelia della Messa celebrata a Santa Marta in occasione della Festa di Sant’Andrea Apostolo.

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Papa Francesco: "La speranza è la nostra forza"

Papa Francesco apre l'omelia della Messa mattutina a Santa Marta ricordando la distruzione di Babilonia. "Il suono dei musicisti, dei suonatori di cetra, di flauto e di tromba, non si udrà più in te; - non ci saranno le feste belle, no: ogni artigiano di qualsiasi mestiere non si troverà più in te perché non sei una città di lavoro ma di corruzione, il rumore della macina non si udirà più in te; la luce della lampada non brillerà più in te; - sarà forse una città illuminata, ma senza luce, non luminosa; questa è la civiltà corrotta - la voce dello sposo e della sposa non si udiranno più in te. C’erano tante coppie, tanta gente, ma non ci sarà l’amore. Questa distruzione incomincia da dentro e finisce quando il Signore dice: basta. E ci sarà un giorno nel quale il Signore dirà: basta, alle apparenze di questo mondo. Questa è la crisi di una civiltà che si crede orgogliosa, sufficiente, dittatoriale e finisce così".

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Papa Francesco: "Se il Signore mi chiamasse oggi, cosa farei? Cosa direi?"

Papa Francesco parla della morte e dell'incontro con il Signore, e lo fa nell'omelia della Messa a Santa Marta. "La mietitura, dove ognuno di noi si incontrerà con il Signore. Sarà un incontro e ognuno di noi dirà al Signore: Questa è la mia vita. Questo è il mio grano. Questa è la mia qualità di vita. Ho sbagliato? Tutti dovremmo dire questo, perché tutti sbagliamo, ho fatto cose buone, tutti facciamo cose buone; e un po’ far vedere al Signore il grano".

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Papa Francesco: "La Chiesa si manifesta nell’Eucarestia e nelle buone opere"

"Il Signore ci ha spiegato come cresce la Chiesa con la parabola del seminatore. Il seminatore semina e il seme cresce di giorno, di notte. Dio dà la crescita e poi si vedono i frutti. Ma è importante questo: primo, la Chiesa cresce in silenzio, di nascosto; è lo stile ecclesiale. E come si manifesta nella Chiesa? Per i frutti delle buone opere, perché la gente veda e glorifichi il Padre che è nei cieli, dice Gesù, e nella celebrazione cioè nell’Eucarestia. Lì si manifesta la Chiesa; nell’Eucarestia e nelle buone opere". Lo ha detto il Papa, stamane, nell'omelia della Messa celebrata a Santa Marta.

Papa Francesco a Santa Marta / Vatican Media

Papa Francesco: "La Chiesa va avanti per testimonianza"

"Testimoniare è rompere un’abitudine, un modo di essere. Rompere in meglio, cambiarla. Per questo la Chiesa va avanti per testimonianze. Quello che attrae è la testimonianza, non sono le parole che sì, aiutano, ma la testimonianza è quello che attrae e fa crescere la Chiesa. E Gesù dà testimonianza. È una cosa nuova, ma non tanto nuova perché la misericordia di Dio c’era anche nell’Antico Testamento. Loro non hanno capito mai – questi dottori della legge – cosa significasse: misericordia voglio e non sacrifici. Lo leggevano, ma non capivano cosa fosse la misericordia. E Gesù con il suo modi di agire, proclama questa misericordia con la testimonianza". Lo ha detto Papa Francesco nell'omelia della messa mattutina celebrata a Santa Marta.

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Papa Francesco: "Non chiudere la porta del cuore a Gesù"

Commentando il Vangelo odierno Papa Francesco - nell'omelia pronunciata a Santa Marta - riporta l'attenzione dei fedeli alle tante volte in cui ciascuno di noi ha rifiutato Cristo. Il "rifiuto deve far pensare a noi, alle volte che Gesù ci chiama; ci chiama a fare festa con Lui, a essere vicino a Lui, cambiare vita. Pensate che cerca i suoi amici più intimi e loro rifiutano! Poi cerca gli ammalati … e vanno; forse qualcuno rifiuta. Quante volte noi sentiamo la chiamata di Gesù per andare da Lui, per fare un’opera di carità, per pregare, per incontrarlo e noi diciamo: ma, scusa Signore, sono indaffarato, non ho tempo. Sì, domani, non posso. E Gesù rimane lì".

Papa Francesco durante una delle Messe a Santa Marta  / Vatican Media / ACI Group

Papa Francesco a Santa Marta spiega la virtù umile della speranza

La speranza è una “virtù umile”, ma anche “una virtù concreta,” che non delude mai, perché “la speranza, l’eredità nostra che è la speranza verso qualcosa, è un incontro”, non un “qualcosa di astratto”. Lo spiega Papa Francesco nella Messa quotidiana a Santa Marta.  

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Papa Francesco ricorda le forme di povertà della vita cristiana

“Ieri nell’Aula del Sinodo un vescovo di uno dei Paesi dove c’è persecuzione ha raccontato di un ragazzo cattolico preso da un gruppo di ragazzi che odiavano la Chiesa, fondamentalisti; è stato picchiato e poi buttato in una cisterna e buttavano il fango e alla fine, quando il fango è arrivato al collo: Dì per l’ultima volta: tu rinunci a Gesù Cristo? No!. Hanno buttato una pietra e l’hanno ammazzato. L’abbiamo sentito tutti. E questo non è dei primi secoli: questo è di due mesi addietro! E’ un esempio. Ma quanti cristiani oggi soffrono le persecuzioni fisiche: questo ha bestemmiato! Alla forca!”.  Lo ha detto il Papa, stamane, nell’omelia della Messa - nella memoria liturgica di San Luca Evangelista - celebrata stamane a Santa Marta.

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Papa Francesco: "Gesù distingue l'apparenza dalla realtà"

Nuovo monito del Papa contro i cristiani che rispettano solo la forma. Parlando dei farisei - durante l’omelia della Messa mattutina a Santa Marta - Francesco ha osservato: “Erano davvero un esempio di formalità. Ma gli mancava vita. Erano inamidati. Erano dei rigidi. E Gesù conosceva l’anima loro. Questo ci scandalizza, perché loro si scandalizzavano delle cose che faceva Gesù quando perdonava i peccati, quando guariva il sabato. Si strappavano le vesti. Questo non è di Dio, perché si deve fare questo. Non gli importava la gente: gli importava la Legge, le prescrizioni, le rubriche”.